L'Ecuador ha fame di pane e di Vangelo. Don Saverio Turato all'inizio di un nuovo anno pastorale

Quaresima di fraternità. Nel Paese dell'America Latina, i missionari padovani (presenti dal 1957) progettano il nuovo anno pastorale privilegiando i poveri. Gravi problemi per l’accesso all’acqua, ma siamo molto preoccupati per furti, omicidi, il ruolo della donna.

L'Ecuador ha fame di pane e di Vangelo. Don Saverio Turato all'inizio di un nuovo anno pastorale

Da noi la Quaresima corrisponde al momento più atteso – e “pastoralmente affollato” – dell’anno. Attività, incontri, lectio, riunioni. In Ecuador, in virtù di un clima diverso e di una diversa scansione dei tempi e delle stagioni, la Quaresima corrisponde alla nostra estate: i bambini sono a casa da scuola, la gente rifiata. Qualcuno – i più fortunati – si permette alcuni giorni di vacanza. Ma non per questo la Quaresima è meno Quaresima. Anzi.

«Le attività sono un po’ ferme – racconta don Saverio Turato, dal 2011 missionario fidei donum nel paese dell’America Latina – ma abbiamo scelto, come parrocchia di San Francisco de Asis, di celebrare ogni venerdì la via Crucis, ogni settimana in un settore diverso della parrocchia, passando per le case dove ci sono situazioni di povertà, di disagio, di malattia. È lì che incontriamo davvero la carne sofferente di Gesù».

È il tempo della preparazione, della semina dell’anno nuovo: «Ci sediamo e programmiamo il nuovo anno pastorale che comincia, sia come parrocchie sia come diocesi, dato che abbiamo anche incarichi diocesani». La presenza padovana in Ecuador è cambiata molto in questi 62 anni, da quando, nel 1957, partirono dalla città del Santo i primi missionari. Attualmente, oltre a don Saverio Turato nella parrocchia di San Francisco de Asis a Duran, città satellite di Guayaquil, c’è don Mattia Bezze, parroco nella vicinissima Arbolito. «Da poco abbiamo dato il benvenuto ad Alessandro e Francesca Brunone, due giovani che si sono sposati solo due anni fa e che si sono a lungo preparati per questo servizio». Oltre ai quattro fidei donum, continua la presenza prettamente padovana delle suore elisabettine: «Suor Francesca Violato, la superiora, è rientrata in Italia. Presto vi sarà un altro cambio, ma il loro impegno proseguirà».

Padova ha scelto come sua vocazione la periferia: «Si è concluso un anno molto intenso di attività pastorale nei recintos, le comunità rurali. Abbiamo portato la catechesi e la messa ogni settimana. L’esperienza dei recintos ci fa pensare proprio alle periferie più estreme, dove la situazione è più precaria a livello economico e dove le possibilità si fanno più scarse. Ma questo non ci fa paura: noi andiamo dove la gente ha più bisogno di pane e di Vangelo, e lo facciamo perché si senta bene».

Tra i progetti per le comunità dei recintos c’è la ricerca di un forno: «Alcune persone hanno frequentato un corso su come si fa il pane. Vorremmo che questi possano produrre pane per la loro comunità e per quelle vicine. Basta poco per rispettare le necessità del posto». Dopo Natale, con la stagione delle piogge, queste visite sono state sospese proprio per la precarietà delle strade.

Altro progetto che impegna i missionari padovani è il “Semilla de mostaza”, “Semi di senape”, il nome di un doposcuola attivo dal lunedì al venerdì, “ereditato” da una fondazione nord-americana che non aveva più i mezzi per portarlo avanti: «Vogliamo dare un servizio qualificato a questi ragazzi che arrivano da famiglie povere e disagiate. Vengono se hanno dei compiti da fare, ma il progetto non si può limitare ai compiti, come educatori dobbiamo andare oltre. E per questo è necessario interagire anche con le famiglie».

Il grido dei poveri in Ecuador si unisce al grido dell’ambiente: «Abbiamo avviato nella parrocchia dell’Arbolito un progetto sull’ecologia. La fotografia è desolante: immondizie, disordine, inquinamento. Più in generale, indifferenza nei confronti di un ambiente i cui equilibri sono minacciati. Il progetto non riguarda la raccolta differenziata, ma la raccolta dei rifiuti in primis: la gente non sa ancora che significhi non gettare le cose nell’ambiente». Il 24 marzo, intanto, in Ecuador si vota per le amministrative: «Nel nostro municipio ci sono gravi problemi per l’accesso all’acqua pulita, ma siamo molto preoccupati per l’insicurezza, i furti, gli omicidi, il ruolo della donna così spesso calpestato».

Missione antica in continuo rinnovamento

Ecuador: terra di missione antica ma in continuo rinnovamento. Le sfide urbane e quelle delle comunità rurali dei recintos, l’educazione nei doposcuola e l’allarme per un ambiente sempre più maltrattato.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)