Il vescovo Claudio e il patriarca Francesco alla Marcia per la pace di Dolo: sostenitori della pace
Marcia per la pace Duemila persone, giovani e adulti, domenica scorsa si sono ritrovate a Dolo – con il vescovo Claudio e il patriarca Francesco – per dire il loro impegno per la pace
Una marcia per la pace da vivere come un cammino in cui ciascuno dovrà sentirsi coinvolto per dare e ricevere la pace. È stata questa la sfida lanciata all’inizio del tradizionale appuntamento promosso dalla Diocesi di Padova domenica 28 gennaio a Dolo, in collaborazione con il patriarcato di Venezia. “Algoritmi di pace” lo slogan che ha guidato i partecipanti – circa duemila tra giovani e adulti – ispirato dalla riflessione di papa Francesco in occasione della Giornata mondiale della pace 2024 sull’uso dell’intelligenza artificiale al servizio della pace e della fraternità. Cinque le tappe del corteo, dalla piazza del mercato all’ospedale, dallo squero al monumento ai caduti fino alla conclusione con la celebrazione nella palestra del liceo Galilei. A ogni tappa un’opportunità di riflessione e di condivisione.
Dopo il saluto del primo cittadino di Dolo, Gianluigi Naletto, che ha richiamato l’impegno per la pace di un grande sindaco come Luigi La Pira, è stato il vescovo Claudio Cipolla a ricordare come ogni anno la marcia per la pace ci impegni a rimetterci in cammino, ad «alzare lo sguardo e accorgersi che non siamo soli, ad abbassare le nostre armature e le nostre maschere per scoprire che gli altri sono fratelli». Tornare a camminare insieme per il dono della concordia tra i popoli e le nazioni è un impegno a compiere ogni giorno scelte di giustizia nei confronti del creato e dell’umanità, ha detto il vescovo di Padova, che ha anche ricordato come quest’anno le guerre, quelle più note e quelle dimenticate, chiedano agli operatori di pace una nuova «denuncia delle ingiustizie, del persistere della logica della forza e della supremazia delle armi». Camminare insieme per la pace «significa dire da che parte stiamo come persone, Chiese, cittadini e società: siamo sostenitori della pace!». Ricca di spunti la tappa alla residenza per anziani Villa delle rose, all’interno dell’area ospedaliera. Alcuni giovani che stanno svolgendo il servizio civile hanno portato le loro testimonianze, sottolineando come la vicinanza umana non possa mai essere sostituita da forme artificiali di intelligenza. Alla tappa dello squero, il patriarca Francesco Moraglia ha sottolineato come il popolo in cammino per la pace abbia le idee chiare, e desideri la pace della giustizia, non la pace dei vincitori. Il parroco di Dolo, don Francesco Mascotto, ha accolto i fedeli – prima della messa – sottolineando l’importanza di essere usciti dalle case per raggiungere Dolo ed essere presenti: «Con tutto il cuore e tutta l’intelligenza umana, che sa usare bene l’intelligenza artificiale». Le offerte raccolte durante la messa – 1.838 euro – sono state devolute a Caritas italiana per un progetto di educazione delle bambine e delle ragazze, in Afghanistan, nella “Scuola che non c’è” realizzato dai Gesuiti.