Il Natale per le Cucine economiche popolari. La speranza, segno giubilare, segno di vita
Cucine economiche popolari Adel ha “bussato” alla porta chiedendo un pasto. Qui ora lavora e ha trovato una famiglia
Da Natale, le Cucine economiche popolari saranno luogo giubilare “della sofferenza e della cura, della giustizia e della carità”. «Siamo felici che la Diocesi lo abbia scelto come luogo giubilare insieme ai luoghi della fede, ai monasteri e abbazie, ai santuari mariani e antoniani, perché anche questo è un luogo attraverso il quale possiamo riscoprire la nostra fede, chiedere perdono e rimettere i debiti – sottolinea don Luca Facco, presidente della Fondazione Nervo Pasini – Questa scelta si inserisce all’interno di un percorso che prosegue da anni, in cui le Cucine si sono aperte alla città, alle congreghe, ai giovani. Per noi è sempre un dono quando riusciamo ad accogliere le persone che vengono a visitarci, perché questo ci permette di farci conoscere e di farci mettere sempre in discussione. È bello pensare che le Cucine siano un luogo di carità, ma anche un luogo che aiuta a porsi domande sulla società di oggi e sulla nostra fede. Un luogo dove Gesù si incarna tutti i giorni. Dove ci mettiamo accanto a tante persone che vivono nel bisogno». Il tema del Giubileo è la speranza. E ridare la speranza agli ospiti è proprio la missione delle Cucine economiche popolari. Ne è un esempio la storia di Adel Iben Haj Ali. Tunisino, 40 anni, è arrivato qui un anno e mezzo fa, come molti, per mangiare. E qui, ora, lavora: «Ho trovato una nuova famiglia. Non è solo un ambiente di lavoro, per me è come essere a casa». Adel è arrivato in Italia nel 2021, sbarcando a Pantelleria. «Sono rimasto a lavorare in Sicilia per un paio di mesi, poi sono andato a Torino e ho lavorato due mesi anche lì. Lavoravo molto, ma quello che guadagnavo non era sufficiente per vivere. Così sono andato a Parigi. Lì ho trovato lavoro, ma in nero: facevo le consegne a domicilio per Uber. Ci sono rimasto sei mesi, poi sono tornato in Italia. Ho il permesso di soggiorno provvisorio per richiesta d’asilo qui in Italia. Ho lavorato a Vigonza e a Campodarsego per una cooperativa sociale, ma non sono stato pagato. Sono venuto alle Cucine e ho conosciuto tutti. Sono sempre andato d’accordo con tutti, anche nel mio Paese. Sono sempre stati tutti molto buoni con me, ma suor Albina in particolare, perché lei ti aiuta. Mi ha visto preoccupato e mi ha chiesto “perché?”: le ho spiegato che il mio permesso di soggiorno stava per scadere e non sapevo cosa fare. Mi ha detto di non preoccuparmi. L’indomani sono andato in Questura e mi è stata concessa una proroga, per tre mesi, durante i quali ho lavorato qui. Il contratto mi è stato rinnovato, poi vedremo». E come in famiglia, Adel passerà Natale alle Cucine, che per l’occasione, come ogni anno, allestiranno un pranzo speciale. «Il significato delle Cucine come luogo giubilare è quello di una liberazione da una situazione di schiavitù, di povertà – spiega la direttrice, suor Albina Zandonà – È quello che cerchiamo di fare alle Cucine: ridare la dignità a persone in situazione di grave marginalità. Cerchiamo di essere un ponte tra questa situazione e quella in cui queste persone trovano una condizione di vita migliore. Per i gruppi che chiederanno di venire alle Cucine abbiamo pensato a un format per comprendere il senso di questa presenza attraverso la Parola. Rileggeremo insieme il passo del Vangelo di Giovanni in cui Maria Maddalena va al sepolcro e Gesù le chiede del perché di quel pianto, ma lei non lo riconosce fino a quando Gesù non la chiama per nome. Chiamare le persone con il loro nome è quello che facciamo qui. I cosiddetti invisibili non sono abituati a sentirsi chiamare per nome. Quindi chiederemo alle persone di riflettere sul proprio nome. Ognuno di noi ha una storia diversa legata al nome». Durante il pranzo si leggerà anche il brano del buon samaritano, accompagnato dalla storia di un ospite costretto ad abbandonare il suo Paese. «E porremo tre domande: che bisogno ha questa persona? Cosa provo io di fronte alla sua storia e cosa posso fare per lui? Se incontro qualcuno nel bisogno, il mio compito è anche quello di trovare anche il luogo dove poter essere preso in cura. Le Cucine sono come la locanda a cui si rivolse il buon samaritano».
I pranzi della solidarietà
Il giorno di Natale è un giorno speciale anche per le Cucine popolari, che allestiscono un pranzo gratuito per tutti nella sala addobbata a festa. Come si fa in una famiglia, e questo per cercare di rendere quello che dovrebbe essere un momento di gioia per tutti, meno doloroso per chi è solo o per chi non ha una casa. L’anno scorso hanno partecipato circa 180 persone. Come ogni anno il pranzo si avvarrà del sostegno del comitato “Pranzo di Natale Alfredo Melli”, nato per proseguire la tradizione inaugurata nel 1905, con lo scopo di aiutare le famiglie in difficoltà. Il 31 dicembre le Cucine saranno aperte regolarmente, sia a pranzo che a cena, ma non sono organizzate iniziative particolari. Gli altri giorni festivi, il 26 e il 29 dicembre, il primo, il 5 e il 6 gennaio, le Cucine economiche popolari, come sempre durante l’anno la domenica e per altre festività, resteranno chiuse, ma ci saranno i “pranzi di solidarietà” organizzati da una trentina di parrocchie in collaborazione con la Caritas diocesana. In particolare, il giorno di santo Stefano nella parrocchia di San Pio X, sempre nell’ambito del Natale Melli; domenica 29 dicembre il pranzo sarà offerto nelle parrocchie di San Pio X, Crocifisso e Santissima Trinità; il 1° gennaio 2025 nelle parrocchie di Santa Sofia, Chiesanuova e Sarmeola di Rubano e domenica 5 gennaio in quelle di San Camillo, Crocifisso, Ognissanti, San Francesco e Santi Angeli Custodi.
“Dona un pasto”, l’iniziativa per Natale
Le Cep hanno avviato la campagna “Dona un pasto”. Con una donazione di 10 euro è possibile garantire un pasto caldo a una delle oltre 3.400 persone che si rivolgono ogni anno alle Cep. Si può donare su fondazionenervopasini.it