Formazione. Focus sull’Iniziazione cristiana e sull’essere catechista
Formazione. Inizio anno intenso per le équipe diocesane e il Consiglio diocesano della catechesi
Nei mesi di gennaio e febbraio, l’Ufficio per l’annuncio e la catechesi ha promosso eventi di formazione per i membri delle équipe diocesane e un confronto tra i laici e i parroci referenti vicariali, avvenuto nel Consiglio diocesano della catechesi lo scorso 4 febbraio. Sono state esperienze molto interessanti di riflessione sull’impianto di iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi e su cosa significhi essere catechista sia a livello individuale che comunitario. È stato possibile un dialogo aperto, diretto e costruttivo tra i coordinatori vicariali e i parroci referenti con la presenza dell’ufficio diocesano. L’essere catechista viene prima del sapere e del saper fare. L’essere catechista è credere nel senso della vita; vita concreta e vissuta con gesti, parole, emozioni, sentimenti e ragionamenti, come ci ha suggerito Giorgio Bonaccorso, monaco benedettino e docente dell’Istituto di Liturgia pastorale di Santa Giustina. Noi crediamo in Dio, Padre, in suo figlio Gesù e nello Spirito Santo perché li conosciamo nelle nostre menti e parliamo della Trinità con le nostre bocche o perché sentiamo di avere una relazione e di appartenere a Dio nel nostro intimo e nella nostra carne? Crediamo che Dio opera attraverso i fatti di vita reale vissuta? Questi spunti sono la centralità della nostra vocazione di catechisti e annunciatori della Parola di Dio all’interno delle nostre comunità parrocchiali. Che si stanno interrogando su queste tematiche attuali, che riguardano la fede e la vita dei cristiani e di tutti gli uomini, grazie al Sinodo voluto dal vescovo Claudio.
Ambra Capellari
Formatrice nell’équipe diocesana