Fare i conti con il futuro: nel «Messaggero di sant’Antonio» di febbraio il resoconto annuale 2023 della Caritas dei frati del Santo
Tra gli altri articoli: malattia compagna di vita, riscoprire la prossimità, l’abuso spirituale come patologia comunicativa, il dossier elogio della lentezza, Gabriel Loppé alpinista-pittore, la rubrica “In cammino” di Ermes Ronchi
Se volessimo trovare un fil rouge nel numero del «Messaggero di sant’Antonio» di febbraio, sarebbe sicuramente il tema delle relazioni, declinato nelle sue differenti sfumature. Come la relazione che lega i lettori della rivista e i beneficiari a Caritas sant’Antonio, il braccio caritativo dei frati della Basilica del Santo, che anche nell’anno appena concluso ha permesso alla «provvidenza» antoniana di raggiungere migliaia e migliaia di persone. È dedicata infatti al Resoconto 2023 di quest’Ente di beneficenza del Terzo Settore la copertina della rivista e il servizio “Il bene vince, nonostante” di Giulia Cananzi: 125 progetti in 36 Paesi, per un totale di circa 3 milioni e 600 mila euro, un risultato importantissimo in tempi di guerre e crisi economiche (pdf in allegato in anteprima).
Di relazioni buone parla “Malattia, compagna di vita”, l’editoriale del direttore fra Massimiliano Patassini, che riflette, in occasione della Giornata mondiale del malato che si celebra l’11 febbraio, sulla realtà della malattia, condizione non estranea a nessun essere vivente. E lo fa, indagando il rapporto con la malattia di Francesco d’Assisi, che negli ultimi anni di vita dovette affrontare una patologia molto grave, ma lo fece con la serenità nel cuore: «Non dobbiamo però pensare che sia stato facile: anche Francesco vive un timore umano di fronte a questo evento e cerca consolazione nella presenza dei frati, nella preghiera, nell’amicizia – scrive il direttore –. Francesco ci mostra che la malattia può essere vissuta in modo umano, nella misura in cui riconosciamo anzitutto la nostra e altrui umanità, e agiamo prendendocene cura».
E ancora sulle relazioni si sofferma l’articolo di avvio della rivista, “La metamorfosi della prossimità” di Paolo Pivetti, che indaga un preoccupante fenomeno sociale cui stiamo assistendo da tempo: la perdita del concetto di amare il nostro prossimo, in qualche modo collegata alla pervasività dei social media.
Di relazioni, infine, parla l’intervista “Se la fede imprigiona” di Sabina Fadel a don Giorgio Ronzoni sull’abuso spirituale, una «patologia» comunicativa, che talvolta si verifica anche in buona fede, ma che rischia di trasformare la fede da luogo di libertà a luogo di schiavitù.
“Il tempo del pensiero” è il titolo dell’ampio dossier sulla lentezza firmato da Stefano Marchetti. La cifra della nostra epoca è la velocità, ma il nostro cervello ha bisogno di tempi lenti. Non solo per pensare e per riflettere, ma per ricordare, rielaborare e cogliere le sfumature della vita (pdf in allegato in anteprima).
Le pagine di cultura di febbraio propongono una puntuale recensione della mostra di Gabriel Loppé, presente al Forte di Bard fino al 1° maggio. Nell’articolo “Gabriel Loppé, pittore d'alta quota”, Luisa Santinello ricorda come l’artista, che fu il primo alpinista a essersi cimentato nella pittura a olio in vetta, ha raccontato magistralmente sulla tela le Alpi occidentali di fine ’800.
Da ultimo, ma non meno rilevante, tra le consuete rubriche mensili è da ricordare In cammino di padre Ermes Ronchi: in questo numero il religioso dei Servi di Maria scrive dell’importanza di passi e orizzonti nuovi, metaforici o reali, per la vita, anche di fede, di ogni essere umano (“L’arte del poco, o del primo passo”).
Il sommario del mese in allegato e sul sito del «Messaggero di sant’Antonio» dal 1° febbraio.
Fonte: Sala Stampa Messaggero di sant'Antonio