Duomo di Dolo. Una facciata da valorizzare

Dolo. È partito l’intervento ai prospetti esterni del Duomo che completa il ciclo di restauri, dopo quelli agli spazi interni terminati lo scorso anno. Realizzato in stile neoclassico, il fronte del Duomo di Dolo, abbellito da statue attribuite al Marchiori, è elegante quanto imponente, centro focale del contesto urbano rivierasco

Duomo di Dolo. Una facciata da valorizzare

Dopo avere provveduto al restauro degli interni del Duomo, intitolato a San Rocco, approfittando del Bonus facciate la parrocchia di Dolo sta ora completando l’opera occupandosi degli esterni. Da qualche settimana è iniziato quindi un intervento alle facciate, di particolare interesse data la posizione del tempio lungo la via che collega Padova con Venezia, e l’ampia riqualificazione dell’area adiacente con la realizzazione della nuova pavimentazione e viabilità che ha riportato il Duomo al centro focale del contesto urbano. La facciata della chiesa, attribuita agli architetti Bergami e Marchiori, è neoclassica e scandita da semicolonne. I capitelli corinzi in alto sono di appoggio per la trabeazione su cui si innesta il timpano sommitale. I prospetti sono realizzati a intonaco con elementi lapidei in pietra tenera dei colli Berici. Il tutto è ingentilito dalla presenza di cinque statue a tutto tondo, tre agli angoli del frontone e due in nicchia in facciata, attribuite a Giovanni Marchiori (1696-1778). Le superfici esterne della chiesa sono soggette a fenomeni di degrado, anche se non diffusi in modo omogeneo. Si evidenzia la presenza di un forte attacco biologico, più concentrato sul fronte nord. Ulteriore fattore di degrado è la presenza invasiva di volatili, nonostante i dissuasori ad aghi e quelli elettrici, apparentemente non più funzionanti. Sono altresì presenti abrasioni, mancanze localizzate e fessurazioni dello strato di finitura. Gli elementi decorativi in pietra manifestano poi fenomeni di disgregazione e erosione, oltre ai già citati problemi di patine biologiche (muschi e licheni) e depositi dovuti ai volatili. Il progetto di intervento prevede il mantenimento delle superfici di intonaco attuali e la messa in atto di operazioni che ne consentano la conservazione e il rallentamento del degrado futuro, a partire dalla pulitura delle superfici e rimozione del degrado biologico, verifica degli ancoraggi delle statue, stuccatura e riequilibratura cromatica, stesura di un protettivo finale. Il progetto di restauro è di Mauro Vita e Francesca Bellavitis, la direzione dei lavori è affidata all’arch. Paolo Gazza, l’esecuzione alla ditta VitaRestauri. I lavori dovrebbero terminare entro l’anno e non impediscono l’accesso alla chiesa.

L’opera è pregevole e ben conservata

Il duomo di Dolo risale al 1770-76, anche se una cappella vi esisteva da tempo: un quadro del Canaletto ne immortala l’edificio del Cinquecento, l’ultimo prima dell’attuale.

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