Doposcuola in parrocchia. Arriva il vademecum
I doposcuola in parrocchia sono davvero uno strumento fondamentale per combattere la povertà educativa? Ne sono convinti Caritas, l’Ufficio diocesano dell’educazione e della scuola e l’associazione Noi Padova che, partendo dal report 2017 pubblicato da Caritas, hanno riassunto in un vademecum delle coordinate operative per muoversi nell’organizzazione di tale servizio.
Venerdì 31 gennaio, alle 16.30, se ne parla al Centro studi e ricerca Filippo Franceschi in via del Seminario all’interno dell’incontro “Ri-Creazioni”. È previsto anche un bando per sostenere l’impegno educativo nelle parrocchie.
«Il vademecum – spiega il direttore di Caritas Padova don Luca Facco – tocca i temi di una grande povertà in Italia: la povertà educativa. Ci sono minori e ci sono famiglie che non hanno tutte le possibilità dal punto di vista del sostegno e dell’accompagnamento scolastico. Ci sono i figli di genitori separati, o figli di genitori sempre impegnati con il lavoro che rischierebbero di stare da soli davanti alla televisione senza poter stare insieme ai loro coetanei e avere nel frattempo su di loro uno sguardo di adulti». In questo senso, la presenza di volontari, giovani o adulti, può fare la differenza: «Dedicano attenzione ai ragazzi, si interessano a loro, si informano su come stia andando a scuola. Spesso i genitori hanno vite faticose, piene di impegni, e così non sempre possono dedicare ai loro figli quell’attenzione e il tempo che sarebbero necessari».
Il metodo Caritas è quello di intercettare le risorse presenti nelle comunità, come i volontari, facendoli incontrare con i bisogni che si manifestano: «I giovani che fanno volontariato nei doposcuola provengono dai gruppi della parrocchia, e questo permette alla parrocchia stessa di entrare in sinergia con le reti del territorio, scuola e servizi sociali in modo particolare». Ma la proposta del vademecum è ancora più forte perché nasce come frutto di una collaborazione: «Ciascuno ci ha messo il suo specifico. Come Caritas la nostra attenzione è al volontariato, l’ufficio scuola ha la sua rete relazionale con le scuole del territorio, mentre i circoli Noi danno maggior significato all’utilizzo dei centri parrocchiali come luoghi educativi».
I doposcuola parrocchiali non vogliono intercettare solo le povertà relazionali, ma anche togliere gli impedimenti di natura materiale che ostacolano l’educazione dei bambini: «Vorremmo metterci al servizio anche di quei minori le cui famiglie non hanno le risorse economiche per valorizzare le capacità dei loro ragazzi. Se un bambino ha talento nel suonare uno strumento ma non può accedervi, o vorrebbe fare sport ma la sua famiglia non può sostenerlo, a quel punto il doposcuola dovrebbe accompagnare nel compito educativo la famiglia, valorizzando anche quelle attività che non sono prettamente scolastiche».