Castelnuovo, il ricordo di mons. Martino Gomiero. Un sorriso per tutti

Castelnuovo festeggia con grande affetto il “suo” vescovo a cent’anni dalla nascita. Pur essendo entrato in seminario a 11 anni, mons. Martino Gomiero è sempre stato molto legato al suo paese natale. Che, a 15 anni dalla morte, ne ricorda la grande umanità

Castelnuovo, il ricordo di mons. Martino Gomiero. Un sorriso per tutti

Sebbene se ne sia andato dal paese natale che aveva appena 11 anni per frequentare il seminario a Thiene, e poi sia vissuto a Padova, a Roma come studente della Gregoriana, a Monselice arciprete, a Velletri e Segni, nei Castelli Romani, e a Rovigo come vescovo, mons. Martino Gomiero era molto legato alla parrocchia d’origine, Castelnuovo di Teolo. Nella parrocchia di San Biagio, sul cocuzzolo degli Euganei, dove ha voluto essere sepolto, tornava spesso, quattro volte all’anno, per celebrare la messa per i suoi defunti e per tutti quelli della comunità, anche quando gli impegni episcopali e le preoccupazioni pastorali si facevano pressanti. «Qui – ricorda il parroco, don Luigi Goldin – incontrava la gente, non solo i parenti e gli amici, le famiglie, in un abbraccio di conoscenza e confidenza indimenticabile». Per questo è Castelnuovo a farsi protagonista delle iniziative in ricordo del centenario della nascita del suo figlio illustre. Il programma è stato aperto il 7 dicembre scorso con un momento di preghiera in cimitero, davanti alla sua tomba, e poi il rosario, i primi vespri e la messa prefestiva in chiesa. «Nonostante siano passati 15 anni dalla sua scomparsa, la comunità lo ricorda ancora intensamente, soprattutto per la capacità di accostare con immediatezza le persone, le più diverse, che non dimenticava più. Personalmente ricordo quando, ragazzino di Schiavonia ancora lontano dall’idea di farmi prete, l’ho incrociato per la prima volta casualmente su un marciapiede di Monselice: mi ha salutato con un sorriso così gentile, a cuore aperto, che pareva mi conoscesse da sempre». Di Gomiero sacerdote, arciprete e vescovo rimane soprattutto la propensione all’incontro, con chiunque, specie con malati, anziani e con chi aveva bisogno di aiuto e preghiera. «Quando andai a trovarlo a Roma dove studiava – ricorda suor Pia Gomiero, una delle due sorelle elisabettine – anche l’anziano rettore della parrocchia in cui viveva elogiò la sua disponibilità in qualsiasi momento a celebrare messa o a incontrare le famiglie». Ricordava con memoria prodigiosa nomi e situazioni familiari di tutti coloro che lo avvicinavano con fiducia confidente. La sua sensibilità apostolica si fondeva con una scelta di vita fatta di semplicità, e umiltà: «Quello che si faceva per lui era sempre troppo». Castelnuovo intende ricordare il “suo” vescovo, a metà giugno, con una mostra di ricordi, lettere pastorali e scritti vari che presentino la figura e il pensiero dell’uomo, del prete e del pastore nei suoi tratti salienti. A settembre è prevista l’uscita di una breve pubblicazione che raccolga ricordi e testimonianze delle tante persone che mons. Martino Gomiero ha incontrato e che ne conservano indelebile l’impressione. Il 7 dicembre, infine, la messa del centenario.

 Vescovo dal 1982 al 2000. Concluso il suo servizio si è ritirato all’Opsa

Mons. Martino Gomiero è nato il 7 dicembre 1924, cento anni fa, nella parrocchia di San Biagio, Castelnuovo di Teolo, da Alessandro e Maria Cazzoli. «La mamma – ricorda la sorella elisabettina, suor Pia – era molto devota: andava a messa tutti i giorni e tutti i giorni della sua vita ha pregato perché ciascuno dei suoi numerosi figli trovasse la sua strada, la sua vocazione». Finite le elementari, Martino è entrato nel Seminario Minore (allora a Thiene: «Cussì distante!», commentò all’epoca sua madre) e poi ha continuato gli studi al Maggiore di Padova fino all’ordinazione sacerdotale, avvenuta il 4 luglio 1948 per le mani del vescovo Carlo Agostini. Suoi compagni di ordinazione sono stati don Cristiano Bortoli, fondatore e direttore del Centro universitario padovano, e don Alfredo Contran, direttore della Difesa. «Era la prima ordinazione sacerdotale dopo tanti anni – ricorda la sorella suor Pia – tutto il paese era in festa. Dopo la messa novella, per la quale il parroco don Antonio Codemo (don Segato era morto due anni prima) aveva fatto mettere in chiesa un organo nuovo, è stato allestito un pranzo alla casalinga nella grande corte». Mons. Gomiero ha proseguito gli studi per tre anni all’Università Gregoriana di Roma. Al ritorno a Padova è stato segretario del vescovo Bortignon e contemporaneamente insegnava religione al Tito Livio e liturgia in Seminario Maggiore, di cui è stato per sette anni rettore prima di essere nominato arciprete di Monselice (1971-1982). Il 5 giugno 1982 è stato eletto vescovo di Velletri e Segni. Nel 1988, il 7 maggio, venne trasferito alla guida della Diocesi di Adria Rovigo. Alla conclusione del suo servizio, contrassegnato da molte importanti iniziative, nel 2000 si ritirò all’Opsa di Sarmeola dove è scomparso il 20 novembre 2009. Mons Gomiero ha pubblicato due libri: Vangelo aperto a Monselice negli anni ‘80 (1982), dove sono confluite riflessioni uscite sulla Difesa o su La Rocca, e Passione libertà. Un vescovo, a quanti nella fede trovano l’autentica liberazione (Elledici, 1989)

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