Cappuccini del Triveneto, fra Alessandro Carollo eletto nuovo ministro provinciale. Tra chiusure e sguardo al futuro

Cappuccini del Triveneto. A inizio marzo, in occasione del Capitolo riunitosi a Camposampiero, è stato eletto il nuovo
ministro provinciale. È il thienese fra Alessandro Carollo, 47 anni, ordinato sacerdote nel 2002 e specializzato in teologia biblica. Si trova, appena iniziato il suo mandato triennale, ad affrontare alcune chiusure di conventi a Bassano del Grappa, Rovigo e Trento

Cappuccini del Triveneto, fra Alessandro Carollo eletto nuovo ministro provinciale. Tra chiusure e sguardo al futuro

È appena stato eletto nuovo ministro provinciale dei frati minori cappuccini del Triveneto, che guiderà per i prossimi tre anni, e già deve fare i conti con alcune chiusure (annunciate...). Fra Alessandro Carollo – 47 anni, originario di Thiene, sacerdote dal 2002, specializzato in teologia biblica e con esperienza di formatore – sta affrontando le “vicende” di Bassano del Grappa, Rovigo e Trento. «Di norma, ogni tre anni vengono formate le comunità da assegnare ai conventi del Triveneto. Quest’anno, a settembre, la comunità di Bassano non verrà formata e i frati saranno destinati ad altri luoghi. Lo stesso avverrà per i conventi di Rovigo e di Trento». I cappuccini, fra Alessandro Carollo li ha conosciuti da bambino: «La mia famiglia abita proprio vicino al convento di Thiene. Conosco i frati fin da quando ero bambino. Ho frequentato il seminario minore a Thiene e poi la mia formazione è proseguita a Verona e Belluno. Il noviziato l’ho fatto a Bassano del Grappa, per questo anche personalmente sento la fatica di dover chiudere. Di fatto, ho scelto questa vita perché ho sempre incontrato frati sorridenti, che vivevano in comunione con la gente e che testimoniavano il Vangelo con una vita semplice e appassionante. Ed è anche questo il motivo per cui stiamo facendo queste scelte onerose e dolorose: dobbiamo riqualificare la nostra presenza evangelica come frati che vivono insieme testimoniando Vangelo, carità, misericordia». La decisione di chiudere alcuni conventi è stata assunta dall’ultimo capitolo provinciale, svoltosi a Camposampiero dal 27 febbraio al 3 marzo, che è giunto al termine di un percorso durato tre anni e che ha coinvolto i guardiani e i superiori dell’ordine, i quali hanno proposto le chiusure a Bassano, Trento e Rovigo. «È una scelta molto difficile e dolorosa, soprattutto per i motivi che legano la presenza dei frati al territorio. Purtroppo però siamo stati costretti a prenderla a motivo del calo numerico dei frati, dell’innalzamento dell’età media e delle minori vocazioni. Abbiamo bisogno di garantire una vita sostenibile alle nostre comunità, fraternamente ed evangelicamente qualificata. La chiusura è un mezzo per rinsaldare le forze e le fraternità ed essere propositivi nei luoghi dove riusciamo ad esserci». Oltre alle proteste dei frequentatori del convento, dei bassanesi e non solo, è anche stata sollevata preoccupazione per il destino della mensa per i poveri. «Uno dei criteri che ha guidato la nostra riflessione – sottolinea fra Carollo – è stato quello di cercare il più possibile di coinvolgere la realtà ecclesiale e le amministrazioni locali per cercare soluzioni in modo da dare continuità ad alcuni servizi per la comunità, come la mensa. Lo ribadisco: chiudere è una sofferenza. Anche per questo la ricerca della comunione e del dialogo con la chiesa locale e le realtà sociali è l’unico modo per far sì che questa decisione possa portare frutto». La Provincia veneta dei frati cappuccini di recente si è allargata “acquisendo” cinque conventi e 25 frati dell’Alto Adige, che in precedenza erano assegnati a un altra provincia. «Complessivamente abbiamo 25 conventi e 240 frati, di cui una trentina risiedono al di fuori del Triveneto per incarichi all’interno dell’ordine o all’estero: Angola, Mozambico, Ungheria, Grecia e Svizzera. Dei frati che rimangono circa la metà ha più di settant’anni. Il noviziato coinvolge le province del centro e del nord Italia, inizia a Tortona, prosegue a Milano e si conclude a Venezia per gli studi teologici. Stiamo iniziando collaborazioni con le province del sud Italia». La situazione che stanno vivendo i Cappuccini chiede una riorganizzazione anche alla luce e delle circostanze che questa fase storica presenta: il calo numerico dei religiosi, gli effetti a lungo termine della pandemia, la scarsità di nuove vocazioni alla vita religiosa, l’innalzamento dell’età media... «Siamo obbligati a ri-organizzarci – conclude il neo eletto ministro provinciale – E siamo costretti a prendere decisioni che possono non essere comprese. Sento però una certa serenità di fondo. Queste decisioni non sono avvenute in maniera istantanea, ma sono frutto di un lavoro molto lungo fatto dal consiglio precedente. Decisioni che sono il mezzo per un obiettivo più grande e più alto: qualificare la vita fraterna ed evangelica dei nostri conventi». (A. F.)

Il “governo” provinciale dei cappuccini

Fra Alessandro Carolla sarà coadiuvato dal suo consiglio, per il quale sono risultati eletti: “vicario” provinciale e primo “consigliere” Luca Trivellato (56 anni) di Lendinara; i consiglieri sono i frati Francesco Zoccatelli (49 anni) di Villafranca di Verona, Gianfranco Tinello (40 anni) di Cavarzere e Stefano Marzolla (46 anni) di Rovigo.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)