Brasile, Roraima, la famiglia dei fidei donum si allarga. È arrivato don Mattia Bozzolan
Brasile La notte di Natale don Mattia Bozzolan – 37 anni, prete dal 2013 – è partito alla volta della missione, accompagnato da don Raffaele Coccato, direttore del Centro missionario diocesano. Il giovane prete padovano si affianca agli altri fidei donum impegnati nel Paese
La gioia e lo smarrimento. La riconoscenza e il lutto. La consapevolezza di essere tutti nelle mani di Dio e quell’instancabile tensione che spinge ad annunciare a tutti i popoli il suo messaggio. Il viaggio in Brasile di don Mattia Bozzolan, nuovo fidei donum che la Chiesa di Padova “dona” alla Diocesi amazzonica di Roraima, si è svolto come previsto. Proprio come un dono, don Mattia – 37 anni di Polverara, prete dal 2013 – è partito la notte di Natale, accompagnato dal direttore del Centro missionario diocesano don Raffaele Coccato, per Caracaraì, nel sud dello Stato di Roraima, dove già operano i nostri missionari. Ma il viaggio, atteso unicamente come momento di gioia e di incontro con la Chiesa brasiliana e i missionari presenti, ha assunto toni decisamente diversi dopo l’improvvisa scomparsa il 20 dicembre, per un infarto fulminante, di don Edy Savietto, missionario fidei donum della diocesi di Treviso che operava nella missione di Pacaraima, a nord di Roraima, ai confini con il Venezuela. Don Edy, che aveva solo 51 anni, era arrivato nel gennaio 2023 insieme ai coniugi trevigiani Giorgio Marino e Cristina Boldrin per affiancare don Mattia Bezze, prete padovano, per sostenere la missione a servizio dei migranti venezuelani e delle popolazioni locali in una sfida condivisa tra la Diocesi di Roraima e il confinante vicariato apostolico venezuelano del Caronì. Tra difficoltà di connessione e messaggi vocali la Difesa ha raggiunto telefonicamente don Raffaele Coccato mentre si trova a Pacaraima in compagnia di don Mattia Bozzolan e di altri due fidei donum padovani che operano a Caracaraì: don Luigi Turato e don Mario Gamba. Il nostro dialogo si è svolto poco prima della celebrazione di una messa in memoria di don Edy proprio nella sua comunità. «Un momento di fraternità e di preghiera – racconta don Raffaele Coccato – ma anche di sostegno reciproco dopo questa esperienza drammatica». Gli altri fidei donum padovani, tra cui il vicario generale della Diocesi di Roraima, don Lucio Nicoletto, e don Mattia Bezze erano invece rientrati in Italia per accompagnare le spoglie mortali di don Edy Savietto. Nei giorni precedenti don Coccato e don Bozzolan avevano avuto modo di sostare a Rio de Janeiro, nella Diocesi di Duque de Caxias, dove Padova continua a essere presente grazie a don Severino Alessio, alle suore Dimesse e alle tante parrocchie sorte nei decenni grazie al lavoro dei nostri missionari. «In modo particolare – ha raccontato il direttore del Centro missionario – abbiamo incontrato nella comunità della Madonna di Fatima don Patrick Brandaõ da Silva, che ha concluso pochi mesi fa la licenza in liturgia pastorale e il dottorato a Padova, all’istituto di Santa Giustina». Il viaggio è proseguito a Boa Vista, capitale dello stato del Roraima, dove i preti padovani hanno incontrato il vescovo Evaristo Pascoal Spengler: «Ha avuto modo di conoscere don Mattia, nuovo missionario nella sua Diocesi, ma anche di commemorare l’eredità lasciata da don Edy in questo anno di permanenza in Brasile. Abbiamo incontrato anche padre Vanthuy Raimundo Neto, sacerdote diocesano, ora vescovo eletto di São Gabriel da Cachoeira in Amazonas». Prima di dirigersi al nord, a Pacaraima, don Coccato e don Bozzolan sono scesi a Caracaraì, nella parrocchia di São José Operário, dove quest’ultimo presterà servizio. Ai fidei donum padovani, nel cui novero è compreso don Benedetto Zampieri, sono affidate anche la vicina comunità di Iracema e le piccolissime comunità fluviali che si affacciano sull’imponente Rio Branco. «Da una parte qui si vivono le dinamiche della piccola città – spiega don Mario Gamba – dall’altra non ci sono molte possibilità di lavoro. Oltre agli impieghi statali c’è il piccolo commercio e, nell’entroterra, l’agricoltura. Chi è inserito in un percorso di fede chiede l’accompagnamento spirituale e i sacramenti. La presenza missionaria è sicuramente apprezzata, nonché fonte di arricchimento e di scambio, anche con fedeli provenienti da varie zone del Brasile e dell’Amazzonia». Don Luigi Turato pone attenzione, poi, sulla forte discontinuità politica tra i presidenti Bolsonaro e Lula: «Quella di Bolsonaro non è stata una parentesi, ma un momento di distruzione in vari modi dell’esperienza dell’Amazzonia. Oggi invece si torna a parlare di difesa dell’Amazzonia e di abbassamento, in alcuni ambiti, dell’indice di deforestazione. C’è poi il tema del contrasto ai cercatori d’oro dalla terra degli indigeni Yanomami, dove ci troviamo noi. Ci sono certo ancora contraddizioni, come sul tema delle esplorazioni petrolifere, ma è chiaro il cambio di orientamento». «Sono qui per conoscere questa nuova realtà e immergermi in essa – confida don Mattia Bozzolan – C’è ancora la difficoltà della lingua, ma la affronterò. L’accoglienza che ho ricevuto dai preti, dalle comunità e dai religiosi è stata bellissima, e mi ha fatto subito sentire a casa. Inizio questo ministero nuovo in una terra nuova conoscendo, incontrando e assaporando la sua storia».
Impegno iniziato nel 1951. Ora si concentra a Roraima
È dal 1951 che la Chiesa di Padova è presente in Brasile: ha operato a Petropolis e Duque de Caxias (Rio de Janeiro), e a Itaguaì e Manaus, con il compianto don Ruggero Ruvoletto. Dal 2017 gli sforzi sono concentrati sulla Diocesi di Roraima: a sud, tra i villaggi del Rio Branco, nella capitale Boa Vista e, in collaborazione con Vicenza e Treviso, a Pacaraima, al confine con il Venezuela (dal 2023).
Collaborazione
Collaborazione missionaria tra Padova, Treviso e Vicenza, ma anche tra la Diocesi di Roraima, con il vescovo Evaristo Spengler, e il vicariato apostolico del Caronì, in Venezuela, con il vescovo Gonzalo Alfredo Ontiveros Vivas, entrambi incontrati nei giorni scorsi da don Coccato. «La traccia lasciata da don Edy Savietto è forte – racconta il direttore del Centro missionario di Padova – soprattutto nel mettere in moto la comunità cristiana di Pacaraima che aveva vissuto momenti di difficoltà non solo per i flussi migratori, ma anche per il bisogno di una presenza costruttiva e continuativa come è stata la sua».