Associazione Amici di san Francesco. Il Vangelo vissuto attorno alla mensa
L’Associazione Amici di san Francesco, che riunisce i volontari impegnati nelle mense dei conventi dei Cappuccini in Triveneto, ha compiuto 25 anni di attività
Si chiudono in dicembre i festeggiamenti per i 25 anni dell’Associazione Amici di san Francesco, la realtà che riunisce i volontari di tutto il Triveneto che fanno riferimento ai conventi dei frati cappuccini e che con i frati sono impegnati a servire gli ultimi. «L’Associazione nasce in aiuto e in sostegno all’attività dei frati, attorno ai conventi – spiega padre Francesco Zoccatelli, attuale vicepresidente, ma per tanti anni presidente dell’Associazione – Nei conventi dei cappuccini da sempre c’è la sensibilità e l’attenzione alla povertà e due sono le mense presenti: quella eucaristica e quella della carità. Nella storia francescana al pranzo delle 12 si metteva da parte qualcosa nell’eventualità che qualcuno fosse venuto a bussare alla porta. Questo gesto è maturato fino a diventare una mensa dei poveri vera e propria. Un tempo erano i frati che, dalla propria cucina, facendo delle porzioni un po’ più abbondanti, davano qualcosa a chi chiedeva». Con il tempo e il passaparola i gruppi di volontari si sono via via fatti più numerosi e si è resa necessaria una regolamentazione. Nasce così l’Associazione vera e propria. Ogni convento di frati cappuccini ha la propria mensa che può essere grande o piccola, accogliere una decina di persone o numeri più consistenti. Si passa, ad esempio, dai 120- 130 pasti di Mestre (aperta anche durante le festività natalizie), in questo momento la più grande, ai 40-50 di Padova (che sarà chiusa dal 23 dicembre al 6 gennaio) o i 10-12 pasti caldi per asporto distribuiti a Thiene, servizio che verrà effettuato anche nei giorni di Natale e durante le feste. Le mense sono anche a Trieste, Gorizia, Conegliano, Belluno, Lendinara, Villafranca Veronese. Ogni realtà è diversa: in città le problematiche sono legate all’emigrazione, alle dipendenze, alle persone senza fissa dimora. Nelle realtà più piccole invece ci sono adulti senza lavoro o con problemi di salute mentale che accedono al servizio per un sostegno, un pasto caldo, qualcuno che li possa ascoltare. Prezioso è il servizio dei volontari ai quali viene offerta una formazione puntuale e continua. «C’è una formazione spirituale – spiega padre Zoccatelli – perché il servizio nasce dal riconoscere che quello che abbiamo sulla tavola non è solo merito nostro, ma l’abbiamo ricevuto, per cui dobbiamo avere la sensibilità anche di ridonarlo. Poi c’è una formazione più tecnica perché è un servizio molto delicato, che ci avvicina a forme di povertà diverse e il volontario deve essere preparato nell’accostarsi alle diverse situazioni. E poi ci sono anche momenti di festa». A Padova, nella mensa accanto al Santuario di san Leopoldo, sono sei-sette i volontari che ogni giorno prestano servizio, una quarantina ogni settimana. Pochi i giovanissimi, la maggior parte sono pensionati fra i 60 e gli 80 anni che molto spesso hanno un legame di affetto e devozione nei confronti di san Leopoldo. «Tra le tante cose che ho sentito dire dai volontari – dice padre Alfredo Feracin, referente del gruppo volontari a Padova – questa frase mi ha colpito molto: “Il volontariato, il servizio è riconoscenza. Ma la riconoscenza non è di chi riceve il dono, è riconoscenza di chi fa l’esperienza”. Chi fa servizio in mensa diventa riconoscente nei confronti di coloro che vengono alla mensa. Sembra quasi un paradosso, eppure è proprio così». Il servizio si svolge dalle 10.30 alle 12.30. Poi c’è il tempo dedicato alle pulizie e alla sistemazione della cucine. «Una volta un ospite della mensa– racconta Maria, volontaria di 75 anni – mi ha visto, con altre due volontarie alla celebrazione della messa, prima di prestare servizio, mi si è avvicinato e con un viso radioso ha detto: “Che bello! Voi prima di venire a servire andate a messa: allora il Vangelo lo vivete veramente, lo vivete giorno per giorno”». Francesca, che di anni ne ha 74 e fa la volontaria da 24, aggiunge «Posso dire che non siamo noi a fare qualcosa per loro, ma sono loro che fanno per noi. È un’esperienza che cambia la prospettiva con cui si guarda la propria vita». Decidere di fare volontariato significa scegliere di mettersi in discussione, mettersi alla prova, aprirsi all’incontro con l’altro, mettendo da parte pregiudizi e timori. «Scegliere di essere volontario con i frati cappuccini prima di un “agire per” è un “essere per” – dice padre Zoccatelli riecheggiando quanto scritto nella pagina del sito dedicata all’Associazione – Il volontario è un testimone: con il suo agire, con il suo essere, testimonia il messaggio cristiano e lo stile francescano fatto di condivisione, semplicità e umiltà».
L’associazione. Dal servizio al lavoro in rete con il territorio
L’ Associazione Amici di san Francesco nasce a Mestre il 15 febbraio 1999 grazie all’intuizione dell’allora padre provinciale Roberto Genuin, attuale generale dei cappuccini e di padre Flaviano Gusella ora rettore del santuario della Madonna dell’Olmo a Thiene. È composta per lo più di persone in pensione, ma il sabato e la domenica ci sono anche giovani universitari. La caratteristica della mensa è l’essere gratuita per tutti e per accedere non è richiesta alcuna iscrizione. Accanto al servizio mensa spesso c’è anche la distribuzione di borse di generi alimentari, di giocattoli o vestiario e il servizio di centro di ascolto. «Si cerca sempre di lavorare in collaborazione con altri enti, soprattutto con i servizi sociali – spiega padre Zoccatelli – È fondamentale per noi fare rete perché il nostro è un servizio limitato, seppure importante, ma queste persone poi spesso hanno bisogno anche di altro, di vestiti, di un luogo dove dormire, di essere ascoltate e poi aiutate nei loro disagi. Facendo rete con i servizi, l’aiuto diventa capillare e strutturato».
Laici e frati insieme per gli ultimi
L’associazione ha sede a Mestre e coordina e promuove l’attività dei volontari. Presidente è padre Paolo Crepaldi. Per contattare le diverse sedi rivolgersi alle portinerie dei conventi oppure scrivere a ass.amicisanfrancesco@gmail. com e www.cappuccinitriveneto.it/amici