Amoris laetitia. Ordinarietà, annuncio d’Amore
Nel primo capitolo di Amoris laetitia – in cui papa Francesco ripercorre le pagine della Bibbia per contemplare «la famiglia che la Parola di Dio affida nelle mani dell’uomo, della donna e dei figli» – la Parola rivela un progetto grande e bello: Dio desidera che la famiglia formi «una comunione di persone che sia immagine dell’unione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo»
Nel primo capitolo di Amoris laetitia, papa Francesco ripercorre le pagine della Bibbia per contemplare «la famiglia che la Parola di Dio affida nelle mani dell’uomo, della donna e dei figli» (AL 29). E la Parola rivela un progetto grande e bello: Dio desidera che la famiglia formi «una comunione di persone che sia immagine dell’unione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo» (AL 29). Per comprendere meglio, soffermiamoci su due “icone” che il papa ci consegna.
La prima: Padre, Figlio e Spirito. La Trinità sembra un mistero che sfugge alla nostra comprensione ma il papa sottolinea come la famiglia ce ne riveli qualche aspetto. La Trinità, infatti, è circolo di Amore infinito tra Padre, Figlio e Spirito Santo. Un circolo che non è chiuso, bensì legame generativo, fonte di vita e di salvezza. Ne vediamo un riflesso concreto nella coppia, dove l’uomo e la donna fanno l’esperienza di una relazione buona quando sono sostegno reciproco nei momenti difficili e intimità gioiosa in quelli belli, quando entrambi hanno sia qualcosa da imparare che da insegnare e così maturano insieme, accogliendo nel rispetto e nella carità le proprie differenze, i pregi e anche i limiti (cf. AL 12). Il legame generativo si apre nella relazione coi figli, nella quale i genitori sono chiamati a svolgere un compito essenziale nella loro crescita (cf. AL 16). Allo stesso tempo sono anche alla scuola dei propri figli per compiere un cammino di libertà e gratuità, imparando a non trattenere i figli per sé né per i propri progetti ma a offrire loro gli strumenti per diventare adulti liberi, capaci a loro volta di fare scelte di vita buona (cf. AL 18). Le nostre famiglie generano vita anche per il mondo, nel formare i figli a diventare attori della società ma anche nella trasmissione della fede e dei valori, con il proprio lavoro e il proprio contributo alla vita civile (volontariato, cura del vicinato, impegno per l’ambiente...). La famiglia collabora così all’azione creatrice di Dio e si fa custode della vita di generazione in generazione (cf. AL 14 e 23-24).
Si tratta di un amore esigente, che si scontra con le fragilità umane e la famiglia può purtroppo diventare luogo di relazioni ferite, divisioni, prevaricazioni, fino alla rottura del legame.
Papa Francesco ci consegna allora la seconda icona, la famiglia di Nazareth (cf. AL 30), a cui ci avviciniamo attraverso alcune parole da lui pronunciate alla viglia del Sinodo sulla famiglia (3 ottobre 2015): «Per comprendere oggi la famiglia, entriamo anche noi – come Charles de Foucauld – nel mistero della famiglia di Nazareth, nella sua vita nascosta, feriale e comune, com’è quella della maggior parte delle nostre famiglie, con le loro pene e le loro semplici gioie [...]. È luogo – la famiglia – di santità evangelica, realizzata nelle condizioni più ordinarie [...]. È luogo del discernimento, dove ci si educa a riconoscere il disegno di Dio sulla propria vita e ad abbracciarlo con fiducia. È luogo di gratuità, di presenza discreta, fraterna e solidale, che insegna a uscire da se stessi per accogliere l’altro, per perdonare e sentirsi perdonati».
La famiglia di Nazareth è il luogo in cui l’Amore di Dio ha scelto la via della vita ordinaria, via che indica anche a noi: è nei gesti di ogni giorno che ogni famiglia ha la possibilità di vivere, secondo le proprie forze, la propria vocazione. Alzarsi ogni mattino per preparare la colazione ai figli, fare la spesa per i genitori anziani, insegnare ai piccoli a dire per favore e grazie, fare il primo passo dopo un litigio... sono tutti gesti che nella ordinarietà della vita fanno della famiglia annuncio concreto e unico dell’Amore che genera vita e anche la rigenera attraverso la via del perdono, della benevolenza, della tenerezza (cf. AL 27-28).
sorella Francesca Piovesan
discepole del Vangelo