Amoris laetitia. Indebolire la famiglia non giova. Parla Adriano Bordignon, Forum delle associazioni familiari del Veneto
Il secondo capitolo di Amoris laetitia va letto attraverso la “lente” delle sue prime battute: «Il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa». L’ha ribadito spesso papa Francesco: alle istituzioni – da cui a volte le famiglie si sentono abbandonate – e alla Chiesa stessa, che ha le proprie responsabilità nel non aver aiutato in modo adeguato i nuclei familiari
«Il bene della famiglia è decisivo per il futuro del mondo e della Chiesa»: è così che inizia il capitolo secondo di Amoris laetitia dedicato alle sfide della famiglia. È questa la lente con la quale è necessario leggere il capitolo e forse tutta l’esortazione apostolica di papa Francesco. Le relazioni familiari sono uno snodo nevralgico capace di generare bene. Né pietismo dunque, né sufficienza nei confronti del soggetto famiglia, ma stima e riconoscimento.
Lo ribadisce spesso il pontefice. Lo aveva detto anche ai vescovi americani nel 2015 a Philadelphia – «La famiglia per la Chiesa, non è prima di tutto un motivo di preoccupazione, ma la felice conferma della benedizione di Dio al capolavoro della creazione» – richiamando così come si debba essere grati per la contagiosa credibilità di tante famiglie che, anche nelle prove più difficili, custodiscono le loro promesse e la fede.
A partire da questa osservazione papa Francesco, con grande realismo, introduce una serie di complessità e sfide che le famiglie si trovano ad affrontare quotidianamente nelle diverse parti del mondo. Anche la Chiesa ha le proprie responsabilità nel non aver aiutato in modo adeguato le famiglie, come si legge numero 35: «Non abbiamo fatto un buon accompagnamento dei nuovi sposi nei loro primi anni, con proposte adatte (...). Altre volte abbiamo presentato un ideale teologico del matrimonio troppo astratto, quasi artificiosamente costruito, lontano dalla situazione concreta e dalle effettive possibilità delle famiglie così come sono». E poco più avanti (numero 36) si può leggere che «abbiamo difficoltà a presentare il matrimonio più come un cammino dinamico di crescita e realizzazione che come un peso da sopportare per tutta la vita». Un appello a rifondare la pastorale e la presenza della Chiesa a fianco delle famiglie.
A più riprese di fronte a tante complessità citate nel capitolo – la povertà, la solitudine, le dipendenze, l’individualismo e il relativismo – il papa riconosce alla famiglia un ruolo di antidoto, di resistenza ai processi che sfaldano la comunità. «La famiglia nata dal matrimonio genera legami fecondi, che risultano l’antidoto più efficace all’individualismo dilagante» ha ribadito ai partecipanti al terzo simposio su Amoris laetitia nel 2017, lasciando intuire la fondamentale necessità di sostenere le famiglie nelle loro sfide per liberare risorse essenziali per il bene della Chiesa e del mondo.
Il papa poi, mettendo in rilievo la funzione educativa della famiglia, la ripropone come una grande e complessa questione: «I genitori tornano a casa stanchi e senza voglia di parlare, in tante famiglie non c’è più nemmeno l’abitudine di mangiare insieme, e cresce una gran varietà di offerte di distrazioni (50)». La quantità e la qualità del tempo dedicato alle relazioni educative diventano perciò determinanti per una feconda trasmissione della fede, ma anche per riuscire a vivere relazioni generative, senza essere distratti dal fare o da preoccupazioni future, ma concentrati sulla vita dei figli, la loro crescita, le loro speranze.
«Spesso le famiglie si sentono abbandonate per il disinteresse e la poca attenzione da parte delle istituzioni – scrive Francesco al numero 43 – Le conseguenze negative dal punto di vista dell’organizzazione sociale sono evidenti: dalla crisi demografica alle difficoltà educative, dalla fatica nell’accogliere la vita nascente all’avvertire la presenza degli anziani». Un tema questo che richiama le famiglie alla sfida di mettersi in gioco a servizio di chi non ha voce, e qui l’esperienza del Forum delle associazioni familiari è estremamente significativa, per offrire sempre più dignità e riconoscimento a questioni fondamentali per guardare al futuro con speranza.
Di fronte a tutta questa “splendida complessità” il papa ci invita allora a non scivolare nella trappola della lamentela ma di suscitare una creatività missionaria capace di dire una parola di verità e di speranza: «Nessuno può pensare che indebolire la famiglia sia qualcosa che giova alla società. Accade il contrario: pregiudica la maturazione delle persone, la cura dei valori comunitari e lo sviluppo etico delle città e dei villaggi» (52). È così che si aprono nuovi e straordinari orizzonti per un impegno con le famiglie e per le famiglie.
Adriano Bordignon
Forum delle associazioni familiari del Veneto
Forum delle associazioni familiari, attivo dal 1992. Nodo strategico da promuovere
Il Forum è attivo in Italia dal 1992 e riunisce le associazioni che hanno nei loro interessi la promozione e la cura della famiglia: 582 associazioni nazionali e locali, 19 Forum regionali, 4 milioni di famiglie, 12 milioni di persone coinvolte. Esiste anche un Forum veneto composto da quasi 30 associazioni molto attive. Realtà che si occupano di lavoro, di adozione o affido, ambiente, spiritualità, educazione e scuola, politiche familiari, sostenibilità, accoglienza, fragilità. Ma la famiglia è il catalizzatore.
Ciò che riunisce questo variegato mondo è la convinzione che la famiglia non è un problema, ma la soluzione del problema. Coesione sociale e sviluppo economico, legalità e responsabilità, sostenibilità e innovazione passano da contesti familiari favorevoli e generativi.
Il Forum favorisce studi e approfondimenti per dare fondatezza a questo approccio ricorrendo a università e ricercatori. Negli ultimi anni il Forum delle associazioni familiari è riuscito a riportare all’attenzione generale la strutturale crisi demografica del nostro Paese, favorendo una convergenza politica e culturale attorno a questo nodo strategico per la sostenibilità e competitività del sistema Italia.
Su questo versante, mutuando le lodevoli iniziative di altri Paesi europei e richiamando i principi di equità, giustizia e semplificazione, ha proposto la misura dell’Assegno unico. Nel corso del 2021 la misura Assegno unico universale è stata approvata in Parlamento, senza alcun voto contrario, prevedendo, per la prima volta in Italia, la corresponsione di un assegno per ogni figlio (anche di libero professionista, disoccupato o incapiente) fino al 18° anno di età con incrementi per il figlio oltre il secondo o per figli disabili.
A livello regionale ha compartecipato alla stesura della prima Legge regionale sulla famiglia e la natalità approvata nel giugno 2020, e propone con continuità alle amministrazioni locali lo sviluppo di politiche locali family friendly.