Abano, don Alessio Bertesso è il nuovo parroco
«A voi, comunità di Abano, nel nome del Signore affido un parroco. Non può sostituirvi, ma accompagnarvi, ascoltarvi, incoraggiarvi, perdonarvi…». Così il vescovo Claudio ha affidato alla parrocchia, domenica scorsa, il suo nuovo pastore, don Alessio Bertesso. C'è anche un nuovo vicario parrocchiale, don Enrico Giantin.
«È una grande gioia presentarvi il nuovo parroco per la vostra comunità. Il suo è un impegno grande, che chiede sostegno. Oggi, giorno del Signore, ci affidiamo a Lui».
Ha salutato così, il vescovo Claudio, la parrocchia di Abano Terme, che domenica scorsa ha accolto il nuovo parroco, don Alessio Bertesso. Ma non solo lui: l’abbraccio dei fedeli – giunti numerosissimi nel Duomo di San Lorenzo – è andato anche a don Enrico Giantin, che è stato nominato vicario parrocchiale e che affianca don Stefano Gui, ad Abano dal 2016 (nella foto, i tre preti insieme al vescovo e al pastore luterano Bernd Prigge).
Il pomeriggio di festa si è aperto con il saluto del sindaco di Abano Terme, Federico Barbierato, che in primis ha ricordato don Antonio Toigo, alla guida della comunità aponense per 31 anni, e il cammino «denso di esperienze e di significato» vissuto insieme. Ha poi dato il benvenuto a don Alessio, a cui ha donato una carta toponomastica di Abano: «Le chiediamo di sostenerci e di aiutarci a vivere in comunione con Dio e tra di noi. Insieme possiamo andare lontano. Noi ci siamo».
L’altro benvenuto, non meno sentito, è stato da parte del vice presidente del consiglio pastorale parrocchiale, Simone Albertin, a nome di tutta la comunità. «Don Alessio, un po’ alla volta conoscerà la nostra e la sua comunità. Una comunità umanamente ricca, anche di contraddizioni, a volte dispersa, ma in grado di radunarsi attorno all’Eucaristia domenicale. Una comunità educata al silenzio come spazio di ascolto della Parola che la rigenera ogni domenica, sostenendola e accompagnandola nella vita feriale».
Dalla Parola di domenica scorsa ha attinto il vescovo Claudio per affidare don Alessio alla sua nuova famiglia, e viceversa. «È sempre stimolante e impegnativo far parlare la Parola del Signore nel contesto in cui ci troviamo. Io sono preso dal fatto che don Alessio inizia un’esperienza impegnativa, che coinvolgerà anche voi. Nel vangelo di oggi (Mc 9, 30-37) colgo una contraddizione: il contrasto tra la strada che Gesù compie in Galilea e la casa dove si ferma a Cafarnao. Ciò che emerge è che tutto cambia quando Gesù è in casa. La strada, in riferimento a noi, è il territorio di Abano Terme. Fatto di storia, cultura, luoghi, terme… Sembra, con questo vangelo, che il Signore ci dica: in questo territorio deve anche esserci una casa, dove ciascun può confidare ciò che ha nel cuore».
Don Claudio ha individuato nel vangelo anche un’altra contrapposizione: «Tra Gesù, che annuncia la sua resurrezione, e i discepoli che “per la strada avevano discusso tra loro chi fosse più grande” (Mc 9, 34). Questo ci dice come la nostra vita sia fatta di fragilità, mentre Gesù ci chiede di seguirlo su pensieri alti. Ci chiede, mettendo insieme le due contraddizioni, di stare come case nelle nostre strade. Case in cui intessere relazioni. Case in cui aprire dialoghi tra Parola del Signore e vita. C’è bisogno di discepoli che sappiano stare in comunione con Gesù per poter attraversare le strade della vita, quelle a cui Lui vuole bene, con tutte le contraddizioni che portano. Questo è il compito di tutti noi: essere discepoli. E ogni discepolo è anche missionario».
Tra strada e casa, tra Parola e vita… c’è una comunità cristiana. «A voi, comunità di Abano, nel nome del Signore affido un parroco. Non può sostituirvi, ma accompagnarvi, ascoltarvi, incoraggiarvi, perdonarvi… Quello che vi differenzia da un prete non è la santità. Noi veniamo mandati. Veniamo da fuori, come un dono: da Dio e dalla Chiesa, che è più grande della parrocchia di Abano. Don Alessio è un segno di generosità del Signore. L’ha donato a questa comunità, come essa ha a sua volta donato. Soprattutto, don Alessio viene per conto del Signore. Ha la sua stessa forza ed energia – lo vediamo attraverso i sacramenti – per tenere unita la comunità attorno all’Eucaristia».
Prima della conclusione dell’eucaristia, don Alessio – invitato dal vescovo Claudio – ha preso posto nella sede del presidente dell’assemblea: «Potrebbe sembrare un gesto di potere, ma non lo è. Chi presiede l’eucaristia lo fa nell’umiltà e nel servizio. A presiedere è il Signore, noi siamo un piccolo segno. Dobbiamo anche scomparire, perché il pastore di questa comunità è il Signore».
Accanto ai tanti grazie – al Signore, al vescovo Claudio, alla famiglia, ai preti presenti, alle comunità del Bassanello, San Girolamo, Cristo Risorto, al pastore luterano Bernd Prigge... – don Alessio ha rivolto un augurio a tutta la comunità: «Che la bellezza espressa da questo Duomo e da tutte le strutture della parrocchia sia riflesso della bellezza più importante, che è quella delle relazioni tra le persone. Relazioni belle, vere... siano lo stile. Lo so che è già così, grazie a chi mi ha preceduto. Chiediamo al Signore che di questa bellezza sia anche io collaboratore».