“24 ore per il Signore”, l'8 e il 9 marzo. Tutta la forza della preghiera
«Camminare in una vita nuova» (Rm 6,4) è il motto che papa Francesco ha scelto per la celebrazione delle “24 ore per il Signore”, il momento di preghiera e riconciliazione nel periodo quaresimale giunto all’11a edizione e che quest’anno sarà l’8 e 9 marzo.
Alla Scoletta del Santo la preghiera si apre con i vespri del venerdì alle 19 e si chiude il sabato alla stessa ora, sempre con i vespri. Un’apertura straordinaria con una presenza costante di frati o laici delle associazioni francescane. «La preghiera – spiega padre Antonio Ramina, rettore della basilica del Santo – è alimento che consente di camminare sulla strada del Vangelo con più forza e sostegno. La prima cosa da sottolineare poi è l’intenzione specifica e particolare di questa proposta che è quella per la pace. Siamo un po’ lontani dai Paesi in guerra e ci si sente sempre impotenti, ma l’intercessione della preghiera ci unisce, per quanto poco, al dramma di queste persone. È un modo per sentirsi in comunione con tutta la Chiesa dato che è un invito del papa». La preghiera è protagonista di tutto il 2024: in preparazione, infatti, al Giubileo del 2025, papa Francesco ha deciso di dedicare quest’anno «a una grande “sinfonia” di preghiera. Anzitutto per recuperare il desiderio di stare alla presenza del Signore, ascoltarlo e adorarlo». Un anno, scrive il papa, «in cui i cuori si aprano a ricevere l’abbondanza della grazia» e che ci aiuta a vivere poi il Giubileo non solo come evento pubblico, ma di interiorizzarne le ragioni profonde che sono quelle della conversione, della comunione con gli altri, della gioia di vivere il Vangelo. «Quando si parla di preghiera – sottolinea il rettore – evidenzio tre dimensioni: la prima è quella del prendere esempio dal Signore Gesù, che ha sempre custodito i tempi di comunione con il Padre suo, di ritiro del deserto e questo è sempre stato uno spazio che gli ha permesso di riconoscere il povero che incontrava, quindi la comunione con il Padre che diviene comunione con l’altro». La seconda dimensione è il tempo di deserto, di prova, insito nella preghiera stessa che, in quanto tempo gratuito e che sembra infecondo, inutile, mette a contatto con il nostro limite. «Infine, la preghiera non è uno spazio intimistico di dialogo con il Signore, ma è soprattutto spazio ecclesiale di comunione fraterna anche quando è personale e solitaria. In quest’ottica le “24 ore” possono essere anche spinta per riprendere un cammino, perché pregare insieme ci rimotiva a vicenda». Per cogliere e vivere al meglio l’invito delle 24 ore di adorazione, ma non solo, può essere di aiuto creare un’anticamera di silenzio dentro di noi, mettendoci in ascolto. «Questo è un primo passo. Poi, con l’adorazione, alimentare il senso della presenza del Signore nella nostra vita esprimendo i nostri motivi di perdono, di richiesta, di aiuto, di lode, di benedizione. Infine non dimentichiamo l’atteggiamento dell’offerta: per quanto noi siamo poco e abbiamo poco, offriamo al Signore quel poco che siamo e che abbiamo».
Nella chiesa di San Gaetano: musica e parole verso la Pasqua
Continuano gli appuntamenti al giovedì in pausa pranzo – dalle 13 alle 13.30 nella chiesa di via Altinate a Padova (ingresso libero) – promossi dal Centro universitario, in collaborazione con il conservatorio Cesare Pollini e l’accademia teatrale Carlo Goldoni. Queste le prossime date: 14 marzo, sui verbi condannare/salvare (musiche di Coste, Morricone, Duarte, Carlevaro, Di Marino e Mayers); 21 marzo, sui verbi morire/fruttificare (musiche di Scarlatti, Caramiello, Rameau, Spohr e Reade). Il Centro universitario propone, inoltre, alcuni appuntamenti per giovani 18-35 anni “Alla scoperta dei luoghi sconosciuti della bellezza e dell’amore di Padova”. Queste le date e le mete (alle 20): 10 marzo, Casa Priscilla; 17 marzo, salone Nervo Pasini; 19 marzo, scoletta della Carità di via San Francesco. Prenotazioni: info@centrouniversitariopd.it