La gioia dello sport. Un commento caldo al documento vaticano “Dare il meglio di sé”
Costruire una casa dove sia la Chiesa che lo sport si riconoscano e si donino in una reciprocità fatta di simpatia e alleanza. Da qui prenderà le mosse il Progetto di pastorale attraverso lo sport che l’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana vuole costruire “dal basso” unitamente alle Associazioni sportive di ispirazione cristiana e alle tante parrocchie che sperimentano la forza evangelizzatrice e umanizzante dello sport. Il progetto che porterà il nome di JoySport ci vedrà impegnati a tradurre in pratica ciò che il documento “Dare il meglio di sé” ha consegnato in modo profetico
La gioia dello sport è risuonata oggi nel cuore della Chiesa con la presentazione del documento del Dicastero dei laici, famiglia e giovani dal titolo “Dare il meglio di sé”. Come Chiesa italiana non possiamo che accoglierlo con profonda simpatia, per il suo contenuto e per l’essersi accorti di aver camminato già da tempo sul solco che ne traccia.
Mi sembra di poterne cogliere gli elementi più belli e di volerne concretizzare la profezia.
Il primo elemento che colgo è LO SPORT E LA LOGICA DELLA REDENZIONE. Che bello leggere l’esperienza sportiva nell’ottica della bellezza dell’unicità di ogni persona, che attraverso i suoi talenti supera se stessa e i propri egoismi e fa esplodere tutte le potenzialità di bene che porta compresse, in un cammino di crescita e di sviluppo integrale di sé e del senso della propria vita.
Il secondo elemento che colgo è LO SPORT COME SCUOLA DI VIRTU’. È stupendo rileggere il campo da gioco come un grande laboratorio dove la temperanza, l’umiltà, il coraggio e la pazienza vendono scoperte e plasmate per divenire strumento di realizzazione di sé e di buone possibilità di incontro con l’altro nella gioia, nella festa, nella gratuità dell’amicizia, superando ogni confine e ogni diversità.
Il terzo elemento che colgo è LO SPORT E L’UOMO FELICE. Che meraviglia vedere l’uomo nel suo essere insieme corpo, anima e spirito che gioca la sua libertà seguendo le regole del gioco ma con creatività e scommettendo più sulla squadra che sulle sue sole forze.
Un uomo che scopre la gioia del sacrificio che diviene porta per la gioia autentica nel vedersi capace di superare le difficoltà, di fare ciò che appassiona e di vivere un’esperienza unica di amore.
Un uomo che si accorge che anche nelle trame dello sport intrecciate con l’ordito del dono si può tessere il significato di una vita aperta alla verità, alla relazione… in una parola, alla Bellezza!
Da tutto questo nasce la sfida per la Chiesa… anche italiana! Costruire una casa dove sia la Chiesa che lo sport si riconoscano e si donino in una reciprocità fatta di simpatia e alleanza. Da qui prenderà le mosse il Progetto di pastorale attraverso lo sport che l’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana vuole costruire “dal basso” unitamente alle Associazioni sportive di ispirazione cristiana e alle tante parrocchie che sperimentano la forza evangelizzatrice e umanizzante dello sport. Il progetto che porterà il nome di JoySport ci vedrà impegnati a tradurre in pratica ciò che il documento “Dare il meglio di sé” ha consegnato in modo profetico.
Gionatan De Marco