A Quarto la Cittadella dell’inclusione “perché nella società nessuno resti indietro”
Il progetto nasce nell'ambito della Fondazione “Centro educativo diocesano Regina Pacis”, un'opera di educazione e di inclusione sociale nata nel 2013 per volere del vescovo Gennaro Pascarella, in risposta all'emergenza educativa del territorio e al rischio di esclusione sociale di coloro che si trovano ai margini della società e nelle periferie esistenziali. Oggi il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, inaugurerà la struttura che ospiterà varie iniziative che hanno come trait d'union l'attenzione alle nuove povertà
“Un luogo, diversi progetti, molte anime, tante mani affinché nessuno sia escluso e ogni persona scopra di essere preziosa, di essere amata”. In pochi tratti si può descrivere così la Cittadella dell’inclusione che sarà inaugurata oggi pomeriggio a Quarto dal card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, e da mons. Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli, alla presenza di Roberto Fico, presidente della Camera dei deputati, Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, e Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione con il Sud.
La Cittadella dell’inclusione è un progetto della Fondazione “Centro educativo diocesano Regina Pacis”, un’opera di educazione e di inclusione sociale nata nel 2013 per volere del vescovo Pascarella, in risposta all’emergenza educativa del territorio e al rischio di esclusione sociale di coloro che si trovano ai margini della società e nelle periferie esistenziali. “Quando, nel 2004, sono arrivato come vescovo in diocesi, c’era in atto la preparazione del Sinodo diocesano, che non si celebrava da circa 110 anni – ci racconta mons. Gennaro Pascarella -.
La parola chiave attorno a cui tutto ruotava era amore: amore condiviso, amore annunciato, amore celebrato. Dalla celebrazione del Sinodo è scaturita un’altra sfaccettatura dell’amore: amore sapienziale, amore che si fa cultura, amore che è l’anima dell’educare.
Il fulcro degli Orientamenti del cammino della Chiesa italiana era sulla sfida e sulla risorsa dell’educare. Provvidenzialmente ho trovato in diocesi una Caritas operosa, che aveva realizzato tante opere-segno: mense per i poveri, poliambulatorio medico per i bisognosi, a cui si è aggiunta la Farmacia solidale, progetti per gli anziani. Era avviato anche un progetto per i minori a rischio, provocatoriamente chiamato ‘Minori oltre il rischio’: ‘Progetto Integra’”, grazie al quale in centri diurni per minori che sperimentano difficoltà e disagi legati alla situazione sociale ed economica, i ragazzi vengono seguiti, insieme alle loro famiglie, a più livelli: pedagogico, psicologico, ricreativo.
“L’attenzione alle nuove povertà, non solo materiali, ma culturali, morali e educative, e la donazione di strutture con un ampio terreno annesso – prosegue il vescovo di Pozzuoli – ci hanno fatto pensare a un progetto di ampio respiro che raccogliesse in una ‘cittadella ideale’ varie forme del prendersi cura – che diventa concreta accoglienza, accompagnamento, condivisione – di persone con varie difficoltà, pensandole e trattandole come persone senza aggettivazioni escludenti”. La struttura e il terreno sono stati donati dall’Associazione “Fratelli e Sorelle di tutti”, fondata da padre Pippo Russo, missionario dei Padri Bianchi. “Egli aveva un sogno: realizzare una cittadella della carità accanto ad un santuario dedicato a Maria, Regina della Pace – afferma il presule -. Quel sogno, grazie alla competenza acquisita da un giovane sacerdote della diocesi e ad altri professionisti, è diventato realtà. C’è ora il santuario dedicato a Maria Regina della Pace e accanto la Cittadella dell’inclusione. Contemplazione e azione, preghiera e carità vanno sempre coniugati”.
C’è stato un cammino per la “Cittadella”. “Il Progetto Integra, che ha avuto riconoscimento anche dal punto di vista scientifico come metodo educativo, ha trovato a Quarto la sede ideale con ramificazioni in due periferie: una di Pozzuoli e un’altra di Napoli – precisa mons. Pascarella -. C’è una comunità che accoglie alcuni giovani immigrati di diverse nazioni e religioni. La scelta è stata, fin dall’inizio, di accogliere i minori che volevano fare un percorso di integrazione. C’è un’altra comunità – Casa Papa Francesco – in cui ci sono alcuni minori del carcere minorile di Nisida. C’è un Centro di psicologia clinica, con una équipe di psicologi e psicoterapeuti che si prende cura delle fragilità di persone bisognose o anche di chi desidera, al di là della situazione economica, di essere aiutato da professionisti con un’antropologia derivante dall’umanesimo cristiano. Questo Centro, inoltre, è sede della segreteria del Servizio regionale per la tutela dei minori”.
Ora la “Cittadella” si arricchisce di nuovi progetti: “Casa Raoul (Ragazzi, autonomi, originali, uguali, liberi) – spiega il vescovo -, progetto rivolto a minori e giovani-adulti con disabilità ad alto e medio funzionamento; con il centro sociale polifunzionale (area diurna) e il gruppo appartamento (area residenziale, per rispondere alle esigenze del ‘dopo di noi”). Troverà ‘casa’ nella Cittadella anche un altro progetto: ‘Casa Donna Nuova’, luogo di accoglienza per il graduale reinserimento sociale delle donne e delle madri con bambino provenienti dal carcere di Pozzuoli e da situazioni di difficoltà, iniziativa in continuità con l’esperienza iniziata dalla Caritas diocesana di Pozzuoli al Centro San Marco”. Non basta: “Per tutte queste persone accolte, vi sarà la possibilità di un percorso di avviamento professionale nell’ambito della ristorazione e della produzione: ‘Dal Sud’, il cui nome ci ricorda non solo il sud geografico ma anche quello esistenziale, dal quale spesso, contro ogni aspettativa, nascono speranze, talenti, successi”.
Tutta quest’opera, chiarisce il vescovo, ha come fonte “Gesù Cristo e il suo Vangelo. Egli non solo non ci astrae da tutto ciò che è umano, ma ci spinge a lottare perché ognuno, in qualsiasi condizione si trovi, possa vivere una vita veramente umana”.
Attualmente questi progetti sono portati avanti economicamente per il contributo dell’otto per mille per la carità e per le donazioni di persone generose. Il Centro, tuttavia, a fronte di tutti progetti che sostiene sta avviando pian piano un ufficio di progettazione che sta cominciando a dare i suoi primi frutti. “Sono coinvolte nei progetti diverse persone, circa 20 dipendenti – che fanno capo alla Fondazione o alla Cooperativa che è nata all’interno di quest’esperienza – e cinquanta volontari. È bello sottolineare che alcune persone coinvolte – afferma mons. Pascarella -, tra il volontariato e il percorso professionale, sono state accolte in passato al Centro e vi sono rimaste a collaborare”. Il presule sottolinea: “Non vogliamo sostituirci alle istituzioni, ma non possiamo non ascoltare il grido, a volte soffocato, di uomini e donne come noi, di pari dignità, che chiedono aiuto.
Stiamo cercando di interagire sempre più con le istituzioni, perché a noi – come anche a loro – deve interesse il bene concreto della persona, soprattutto se è ferita in vario modo dalla vita. Speriamo che questa collaborazione diventi sempre più concreta”.
La Fondazione è guidata da un giovane sacerdote, don Gennaro Pagano. La scommessa della Cittadella è credere che diverse fragilità, accompagnate con professionalità e passione, possono divenire l’una per l’altra una risorsa importante per la crescita e l’autonomia di tutti. “La nostra – dice don Gennaro – è una sfida complessa.
Dobbiamo lavorare, quotidianamente, per ridare una speranza e fare in modo che nella società nessuno resti indietro. Saremo un presidio di amore e legalità, allo stesso tempo: da questo nostro Sud può ripartire il riscatto e un nuovo inizio per tutto il Paese”.