Le opere d'arte di San Pietro di Barbozza
La chiesa conserva due pregevoli opere ottocentesche del pittore solighese Giuseppe Gallo De Lorenzi e del figlio Giuseppe Amedeo. Lacerti di affreschi quattrocenteschi attribuiti a Marco da Mel sono conservati all'interno dell'oratorio dedicato al Battista.
Risale al 1838 il dipinto conservato nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Barbozza raffigurante la cosiddetta Traditio clavis, ossia la consegna delle chiavi del cielo a Pietro da parte di Gesù Cristo.
L’opera, collocata nel presbiterio, fu eseguita dal pittore solighese Giuseppe Gallo De Lorenzi come testimoniato da un’iscrizione rinvenuta sulla tela nel corso del restauro effettuato nel 2000, da cui è emerso anche che il committente fu Battista Zan, all’epoca parroco di San Pietro.
L’eloquenza dei gesti colloca la tela nell’ambito di quel monumentalismo neocinquecentesco di cui si fece interprete l’autore, che svolse una vasta attività nell’ambito dell’arte sacra nel trevigiano, accanto all’impegno nel restauro di dipinti antichi. Cristo è in centro con il braccio alzato; Pietro è inginocchiato sulla sinistra, mentre alle spalle di Gesù è ritratto san Paolo, riconoscibile per la spada.
È attribuita al figlio Giuseppe Amedeo la tela con la Madonna e Gesù bambino in gloria databile alla metà dell’Ottocento e addossato alla retrofaccia della chiesa, sopra la bussola.
Nel paesaggio raffigurato sul fondo del dipinto è identificabile il paese di San Pietro di Barbozza, con il campanile addossato alla facciata che verrà abbattuto nel 1920.
Nella zona si segnalano anche l’oratorio dedicato a san Giovanni Battista che conserva lacerti di affreschi quattrocenteschi attribuibili a Marco da Mel e l’oratorio dei Santi Vittore e Corona in cui si custodiscono dipinti otto-novecenteschi.