Fra la tradizione e la novità. A Cittadella otto parrocchie inaugurano il nuovo anno con il vescovo Claudio in visita fino al 12 gennaio
Cittadella. Otto parrocchie inaugurano il nuovo anno con il vescovo Claudio in visita fino al 12 gennaio. I volti del Duomo, San Donato, Santa Maria, Pozzetto, Ca' Onorai, Laghi, Sant'Anna Morosina e Onara. Prepararsi per la visita, in tutte le comunità ha permesso di verificare e discernere il cammino percorso fino a ora
Siamo nell’avamposto più a nord della provincia padovana, prima dell’ingresso nel Bassanese vicentino. Qui si trova la parrocchia più grande della Diocesi di Padova, il Duomo di Cittadella con i suoi oltre 10 mila abitanti. E poi ci sono alcune delle ultime comunità arrivate nella grande famiglia della Chiesa patavina in seguito alla bolla De salute Dominici gregis emessa da papa Pio VII del 1º maggio 1818: lo stesso Duomo e poi Sant’Anna Morosina e Onara.
Il territorio che dal 3 al 12 gennaio accoglie il vescovo Claudio per la visita pastorale come tappa inaugurale del 2020 è vivace da tutti i punti di vista: sociale, economico e anche ecclesiale, a metà Novecento tra le aree d’Italia più ricche di vocazioni.
Oggi il vento del cambiamento soffia forte anche nelle otto comunità che si apprestano ad aprire le proprie porte al pastore venuto da Padova per condividere con loro un breve tratto di strada. Ogni parrocchia ha una storia peculiare, dinamiche precise al proprio interno che ne modificano le percezioni e le priorità. In un concetto tuttavia tutte si ritrovano d’accordo: «Soffermarsi sulle tracce di confronto in preparazione alla visita pastorale è stato utile, sono emerse situazioni positive e altre più delicate, come pure un futuro da osservare con attenzione», per dirla con le parole di don Remigio Brusadin, da marzo amministratore parrocchiale a Laghi.
In che cosa consista il futuro in una parrocchia vitale e ricca come questa, specie se si guarda all’impegno per la carità e il mondo delle missioni, è presto detto: «Siamo molto concentrati sulla fascia 18-35 anni: sono giovani molto impegnati in campo educativo, alcuni anche nella catechesi e nelle attività estive. E poi guardiamo ai frutti che sta producendo il nuovo modello di iniziazione cristiana. Ma siamo consapevoli che la percentuale della popolazione che frequenta la comunità e che si impegna in prima persona è minoritaria». Tra gli adulti, il numero di chi frequenta la proposta di iniziazione cristiana è significativo; e non manca chi sarebbe perfettamente in grado di rivestire un ministero, tant’è che i tre ambiti pastorali dell’annuncio, della carità e della liturgia (i lettori sono 70!) hanno un loro referente laico.
Sul grande tema dei ministeri, strettamente legato alla riscoperta del battesimo che in questo anno pastorale è posto all’attenzione di tutte le comunità, si sofferma anche il parroco del Duomo, don Luca Moretti. «Negli anni è sicuramente cresciuta la sensibilità ministeriale dei laici. Credo però che sia giunto il tempo di avere delle indicazioni diocesane comuni e il conferimento da parte della comunità di un mandato ben specifico per svolgere alcuni ministeri ecclesiali», sottolinea don Luca, che aggiunge come prepararsi alla visita pastorale abbia rappresentato l’occasione per avere uno sguardo d’insieme sull’intera vita di una comunità così grande e complessa. Qui i gruppi catechistici, divisi per anni, contano tra gli 80 e i 90 bambini, le famiglie sono partecipi anche grazie alle molte energie investite per accompagnarle, e apprezzano molto le celebrazioni previste lungo il cammino: «Alcuni genitori si commuovono e rappresentano una testimonianza per tutta la comunità».
E se emerge l’esigenza di un gruppo che coordini il servizio liturgico, dialoghi con il consiglio pastorale e magari riesca a coinvolgere i più giovani, è nell’attenzione alle persone in difficoltà che Cittadella dà il meglio di sé. Esattamente un anno fa la comunità ha dato mandato al vicario parrocchiale don Davide Galiazzo, a Mariaiole Lagonia e a Pietro Ventura di incontrare tutti i gruppi che svolgono attività caritatevole in parrocchia. Si è così formato un affresco quotidiano di bene che spesso all’interno delle stesse città viene sottovalutato: da sette anni vengono organizzati tre pranzi l’anno per un’ottantina di anziani e persone sole; da tre anni il lunedì, mercoledì e venerdì viene distribuita una ventina di pasti confezionati offerti da alcuni benefattori e in qualche caso viene anche consegnato a domicilio a persone malate o non autosufficienti. Sono 14 i volontari che visitano gli anziani presso il Centro residenziale di Borgo Bassano, l’hospice o direttamente nelle loro case. Infine, da 13 anni, il martedì e il venerdì mattina vengono distribuite derrate alimentari e prodotti freschi donati da privati o dal Banco alimentare, oppure conferiti dai commercianti che danno vita al mercato del giovedì mattina. Il tutto è coordinato dalla Caritas parrocchiale che sollecita alla formazione e agli appuntamenti assembleari diocesani.
A Santa Maria, come conferma il parroco don Andrea Finco, i membri del consiglio pastorale attendono di ascoltare la parola di don Claudio che arriva qui per la prima volta. «Siamo consapevoli del fatto che il futuro passa anche da questi momenti di condivisione con il vescovo. La direzione che la chiesa tutta, ma anche ogni singola parrocchia prenderà, è una sua decisione». E in effetti il tema della collaborazioni tra parrocchie a Cittadella è pressoché assente: ogni comunità compie la propria strada, con i propri organismi e il proprio parroco.
L’eccezione che conferma la regola è data da Pozzetto e Ca’ Onorai, le comunità tra cui don Armando Cellere si divide ormai da cinque anni. «Si tratta di comunità diverse, entrambe con la propria soggettività e la propria vitalità. Sia per Pozzetto che per Ca’ Onorai tuttavia la visita pastorale ha offerto l’occasione per un momento sinodale di valutazione e discernimento sul cammino fatto fino a questo momento». E i temi emersi non sono certo di poco conto. «Anzitutto si sente l’esigenza di un maggior coordinamento nella catechesi, anche nella relazione con gli educatori dell’Azione cattolica. Sul fronte caritatevole ci siamo accorti che abbiamo la necessità di farci più attenti, specialmente nei confronti delle nuove famiglie giunte al Pozzetto. Infine abbiamo capito che è il momento di affrontare i problemi che da tempo si trascinano per quanto concerne le strutture comunitarie».
Da qui l’incentivo a camminare sempre più insieme, sviluppando le sinergie già in corso, per il momento limitate alle attività estive per i ragazzi che spesso e volentieri coinvolgono anche la vicina Laghi. L’investimento quindi riguarderà il mondo adulto, molto attivo nei circoli Noi e nell’organizzazione delle sagre, ma bisognoso di momenti di confronto con la Parola e la propria interiorità, mentre per quanto riguarda i momenti di formazione significativa degli operatori pastorali si demanda al vicariato. La via tracciata insomma sembra proprio essere quella della collaborazione e della condivisione, l’“arma” capace anche di scacciare la malinconia che a volte si annida nelle comunità che non hanno più un parroco tutto per loro.
Anche nella piccola comunità di Sant’Anna Morosina (780 abitanti circa) il vescovo si immetterà nella vita quotidiana della parrocchia che ha come marchio di fabbrica la liturgia, con i propri cori, i ministri straordinari della comunione e, in questo periodo dell’anno, anche con l’intervento del gruppo che si occupa di allestire il presepe. In futuro, se collaborazione sarà, la parrocchia “sorella” potrebbe essere quella della vicina Onara.
Unica parrocchia nel comune di Tombolo, Onara da due anni ha don Roberto Balzan come parroco: «L’attesa per l’arrivo del vescovo si è creata in queste settimane – racconta don Roberto – Lo avremo con noi domenica 5 alla messa delle 10, quella per la quale ogni domenica la chiesa è piena». Ma la vitalità non si limita alla partecipazione alla messa: «La partecipazione alle proposte di iniziazione cristiana sono ben seguite – conferma il parroco – ma la sfida arriva ora: concluso il primo ciclo di cinque anni, sospinti anche dalla novità del modello, si tratta di vedere ora che è normalità se saremo capaci di attrarre le molte famiglie giovani che vivono qui, grazie alla presenza di lavoro e alla ricchezza che chi è espatriato ha poi riportato in paese negli anni Settanta».
Gli otto ministri straordinari ogni due settimane si recano nelle case degli anziani. Ma anche don Roberto ritiene che per allargare la platea della ministerialità laicali occorra procedere con un progetto preciso da parte della diocesi che coordini le iniziative delle parrocchie.
La vitalità dei giovani della città
Sono ben 50 i giovani di Cittadella, educatori dell'Azione cattolica, che la scorsa estate si sono messi a servizio della comunità ai campi scuola.
«Per questi giovani, che hanno dato un contributo importante – racconta il vicario parrocchiale al Duomo don Roberto Frigo – stiamo pensando a delle modalità per potersi formare, crescere nelle relazioni e anche nel rapporto fondamentale con Dio attraverso alcuni appuntamenti di preghiera e condivisione».
In parrocchia ci sono anche due gruppi scout – oltre al gruppo presente al Pozzetto – che a loro volta, con incontri di Comunità capi, hanno l'opportunità di crescere e formarsi.
A queste esperienze si aggiunge un incontro di spiritualità mensile su base vicariale per giovani.
Il titolo scelto quest'anno è "Question time. Le domande di Gesù" e nelle varie serate, nella sacrestia del Duomo si vive la lettura della Parola con approfondimenti e del tempo personale di riflessione.
Nella visita spazio ad anziani e malati
Nel fitto programma spiccano gli incontri del vescovo con gli ospiti della casa di riposo nella mattinata di sabato 4 gennaio e poi quello alla cappellania ospedaliera con messa all'ospedale, nel pomeriggio di venerdì 10.