Francesco e Antonio. Due veneti “mondiali” nel nuoto paralimpico
Sette in tutto: tre ori, due argenti e due bronzi. È questo il ricco bottino del padovano Francesco Bettella e del veneziano Antonio Fantin ai campionati mondiali di nuoto paralimpico che si sono disputati in Messico dal 2 al 7 dicembre scorsi. E le medaglie dei due veneti vanno a sommarsi a tutte le altre vinte dagli altri nove atleti azzurri per un totale di 38 podi, posizionando l’Italia al terzo posto dopo Cina e Stati Uniti.
Le campane a festa sono risuonate per cinque notti di fila dal campanile di Santa Maria Assunta a Bibione, facendo sobbalzare nel sonno ben più di una famiglia. La gioia per le vittorie di Antonio Fantin era incontenibile per il suo parroco don Andrea Vena, che seguiva in diretta le gare ai campionati mondiali paralimpici disputati a Città del Messico dal 2 al 7 dicembre. Le prestazioni in acqua sono state davvero "mondiali" per tutti gli undici nuotatori italiani: 38 le medaglie conquistate (20 ori, 10 argenti e 8 bronzi) da una squadra azzurra affiatata, che si è aggiudicata il terzo posto dietro a Cina e Stati Uniti. Per il Veneto, oltre alla sorpresa del sedicenne di Bibione, c'è stato anche il doppio podio del nuotatore padovano Francesco Bettella che si è "laureato" campione del mondo con due ori.
Per Antonio il palmares si è arricchito con l’oro nei 400 metri stile libero (categoria S6), il primo conquistato dai nuotatori italiani, i due argenti nella staffetta 4 per 50 stile libero e 4 per 100 stile libero e i due bronzi nei 100 stile libero e nei 100 dorso.
«Mai mi sarei aspettato questo successo – racconta Antonio Fantin – Queste medaglie pesano soprattutto per la mia giovane età. All’inizio ero un po’ sperduto, era la prima volta che partecipavo a una gara internazionale, ma i miei compagni di squadra mi hanno fatto sentire subito a casa». Il giovane campione frequenta a Latisana il terzo anno di liceo scientifico. «Il nuoto mi aiuta molto - continua Fantin - soprattutto a non perdere tempo e a concentrarmi nello studio. Sono stato messo in acqua per la prima volta a tre anni e mezzo per la riabilitazione e piano piano mi sono appassionato alle gare guardando alla tv i campioni paralimpici a Londra e a Rio. Tutti i ragazzi, indipendentemente dall’avere una disabilità o no, dovrebbero fare sport, perché le emozioni che ti regala sono insuperabili e il sacrificio che ti richiede ti prepara alla vita».
Francesco Bettella, animatore in parrocchia a Chiesanuova, che nel 2016 dalle paralimpiadi di Rio è tornato a casa con due argenti, ai mondiali messicani ha "strappato" due ori nei 100 metri dorso e nei 50 dorso, entrambi in categoria S1.
«L’emozione più grande – racconta Francesco Bettella – è stato l’inno d’Italia sul podio con la prima medaglia al collo. Queste due vittorie sono frutto di un grande lavoro da parte della Federazione e della professionalità sempre più elevata dei nostri allenatori. Un grazie grande da parte mia va, infatti, a Federica Fornasiero e a Moreno Daga».
Ai mondiali Bettella è arrivato in maniera diversa rispetto alle paralimpiadi, perché, dopo aver conseguito la laurea in ingegneria, ora è assegnista di ricerca per un progetto di accessibilità condiviso dalle università di Padova e di Venezia: «Prima gli allenamenti erano spalmati in base allo studio, adesso è molto più difficile trovare il tempo e l’energia, perché devo tutto deve essere conciliato con il lavoro».
I mondiali hanno rappresentato un momento fulgido anche per l’Aspea padovana, l’associazione che da 35 anni lavora sul territorio per il diritto allo sport delle persone con disabilità e a cui sia Antonio Fantin che Francesco Bettella sono tesserati. Il motore della determinazione dell’Aspea restano, sempre e comunque, le famiglie.
«Senza i loro sacrifici - commenta la presidente Laura Rigato - queste vittorie non sarebbero possibili. Sono loro a incoraggiare continuamente i ragazzi, ad accompagnarli agli allenamenti, a credere nella forza dello sport oltre i limiti della disabilità». Nel team degli allenatori della Finp c'è anche Federica Fornasiero, allenatrice di Este, che ha seguito direttamente i "suoi" ragazzi in Messico e che commenta, con l'entusiasmo che la contraddistingue, gli ultimi successi.
«La chiave di questa pioggia di medaglie è indubbiamente il lavoro strutturato che da dieci anni portiamo avanti. Dopo le paralimpiadi di Pechino abbiamo voluto dare una grossa spinta alla base associativa, coinvolgendola nelle decisioni per avvicinare la federazione a tutti gli atleti e non soltanto a quelli d'élite. Questo stile ha permesso il reclutamento di tante nuove leve che si sono distinte alle paralimpiadi di Londra e Rio e che in Messico hanno raggiunto l'apice».
E sui campioni veneti le parole non potrebbero essere più che lusinghiere: «Francesco è stata una grande conferma dopo 15 anni di allenamenti e lo sforzo delle sue competizioni nella categoria più bassa ha dimostrato tutta la determinazione che lo contraddistingue. Ad Antonio, che in un primo momento era stato convocato solo per la staffetta, sono state date altre opportunità visti i buoni risultati che nei mesi scorsi aveva ottenuto. La scelta si è rivelata vincente: i suoi nervi saldi, il self control che a sedici anni non è per nulla scontato, gli hanno permesso di gestire le energie in vasca e di concentrarsi al massimo nello sprint finale». A coronare le vittorie il 19 dicembre a Roma, ci saranno anche Antonio Fantin e Francesco Bettella, insieme a tutti gli altri campioni azzurri, a ricevere da parte del Coni il collare d'oro, la massima onorificenza per merito sportivo.