Veneto, lotta aperta al male da gioco
«In un mese potremmo farcela». Il presidente della commissione sanità del consiglio regionale, Leonardo Padrin, è ottimista. A breve, quindi, il Veneto potrebbe avere una legge che metta ordine alla diffusione e alle presenza della sale da gioco; un tentativo di combattere quella che ormai è una vera e propria epidemia, la ludopatia, che è sempre più diffusa e crea danni a tanti cittadini e alle famiglie.
La nostra regione risulta essere la quinta in Italia per scommesse e giocate, con 5 miliardi e mezzo di euro di puntate nel 2013 tra videopocker e slot machines, gratta e vinci, schedine varie; è inoltre la prima regione in Italia, insieme all’Emilia Romagna, nell’industria di produzione di slot machines e software per scommesse.
Non ci sono problemi politici al varo della normativa, «probabilmente passerà all’unanimità» spiega il presidente; tant’è che ben cinque proposte di legge in materia (una del Pd, primo firmatario Claudio Sinigaglia, una della Lega presentata da Cristiano Corazzari, altre due elaborate rispettivamente da Stefano Valdegamberi di Futuro popolare e da Stefano Peraro dell’Udc e infine una di Italia dei valori, presentata da Antonino Pipitone) sono state riunite in un unico testo, già in commissione.
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