L'Azzardo torna a crescere. Baretta promette un taglio alle slot
Al momento a legiferare in materia sono state 14 regioni e due province italiane. Se queste norme fossero applicate a tutte le sale da gioco, e non solo a quelle in fase di apertura dall'entrata in vigore della legge, le slot machines attive nel nostro Paese diminuirebbero fino al 77,7 per cento. Il governo invece pensa a 8n taglio del 30 per cento. Ma i tempi ancora non ci sono.
«Prevediamo il taglio di almeno il 30 per cento delle attuali macchine in distribuzione, quindi si dovrebbe arrivare a un totale di 250 mila rispetto alle 400 mila circa attuali a partire dal 1° gennaio 2017 per arrivare al 2019: dobbiamo riuscire a fare questo passaggio. Diciamo la verità, negli ultimi anni si è un po’ esagerato».
Così il sottosegretario all’economia, Pier Paolo Baretta, ha confermato ai microfoni di Radio 24 il provvedimento che prevede una riduzione delle slot machine. Sulla localizzazione delle macchinette dice: «La mia personale opinione, ed è quella sulla quale sto muovendomi, è quella di una drastica riduzione fino quasi a togliere dai bar e dai tabacchi qualsiasi macchinetta, anche perché é più difficile controllare il divieto ai minori. La soluzione più seria quindi è togliere le macchinette dal bar e dai tabacchi».
Baretta sottolinea però che «bisogna anche garantire un po’ che il mercato ci sia, allora forse la strada migliore è quella di avere delle sale giochi fortemente specializzate». Allo stato attuale tuttavia, stando a quanto emerge da una stima dall’Agenzia per le dogane e i monopoli, ad aver introdotto leggi sul gioco d’azzardo sono 14 regioni e due province italiane.
Norme che nella quasi totalità prevedono una distanza minima (da 300 a 500 metri) per le nuove sale da gioco da luoghi sensibili come scuole, chiese o impianti sportivi. Se tali norme fossero però applicate anche alle sale esistenti, ci sarebbe una loro riduzione fino al 77,7 per cento.
«Se si considerano le sole scuole e si ipotizza l’applicazione generalizzata di distanze fino a 500 metri – scrive Alessandro Aronica, vice direttore dell’Agenzia – i punti vendita interessati dai divieti risultano essere, su un totale di 84.093, rispettivamente 15.669 entro i 100 metri, 52.707 entro i 300 metri e 65.397 entro i 500».
La chiusura di questi locali comporterebbe, inoltre, una diminuzione (nella peggiore delle ipotesi) di oltre 3,5 miliardi di euro di entrare fiscali (su 8,7 miliardi incassati nel 2015). Dopo due anni di calo, il settore del gioco d’azzardo ha intanto visto nel 2015 una ripresa. È innanzitutto cresciuto l’ammontare di quanto gli italiani complessivamente hanno puntato, pari 88,2 miliardi di euro, mentre nel 2013 e nel 2014 si aggirava intorno agli 84 miliardi. È aumentata, anche se di poco, la cifra di quanto hanno effettivamente perso (17,4 miliardi di euro, nel 2014 era stata 17,2 miliardi). Ed è andata meglio anche per lo Stato, che è passato dagli 8,2 miliardi di euro di introiti a 8,7 miliardi.