L’AfD fa il pieno di voti. Dai länder tedeschi un messaggio all’Europa
Il "peso" dei profughi sugli esiti del voto di domenica 13 marzo. Avanza Alternative für Deutschland, anche se i partiti che guidano regioni e governo federale raccolgono la maggioranza dei consensi. Per la Merkel un segnale da non sottovalutare. I commenti di Hubert Wissing (Comitato centrale dei cattolici tedeschi) e del vescovo di Magdeburgo.
Un terremoto a metà emerge dagli esiti elettorali del voto di domenica 13 marzo in tre länder tedeschi, con alcune conferme, grandi novità e potenziali riflessi e prospettive di scala europea.
Se è vero che i partiti che guidano insieme il Paese – la Cdu della cancelliera Angela Merkel e gli alleati della Spd – mantengono sostanzialmente le maggioranze necessarie per il governo regionale, l’Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, AfD), partito populista di destra, ha incassato risultati finora inimmaginabili, soprattutto nella Sassonia-Anhalt, uno dei länder della ex Germania dell’est dove è cresciuto in questi due anni Pegida, il movimento xenofobo e anti-islamista.
Nella regione di Magdeburgo la Cdu (Cristiani democratici) restano il primo partito con il 29,8% dei voti, anche se registrano un -2,7%, mentre all’AfD è andato il 24,2% dei consensi; terzo partito è la sinistra dei Linke con 16,3% dei voti (-7.4% rispetto al 2011).
In Renania Palatinato i Socialdemocratici dell’Spd si confermano primo partito con il 36,2% delle preferenze (e crescono dello 0,5%), la Cdu scende al 31,8 (-3,4%) e l’AfD è il terzo partito con il 12,6%.
Nel Baden-Württemberg invece i Verdi diventano il primo partito con il 30,3% (+6,1%), Cdu segue con il 27,0% delle preferenze, nonostante abbia perso il 12%, mentre ad AfD vanno il 15,1% dei voti; male in questa regione i Socialdemocratici che si fermano al 12,7% di voti.
I commenti dei media
“La Germania resta cool” si legge sul quotidiano “Die Zeit”: “Sì, l’AfD è forte, l’ordine tra i partiti è stato scompigliato, ma l’esito essenziale delle elezioni è: i tedeschi sono più maturi di quanto immaginato”, scrive Bernd Ulrich riferendosi alla forte crescita dell’affluenza (con una media del 68%, +9% rispetto al 2011). “Der Spiegel” nell’edizione on line ha titolato: “Terremoto politico in Germania”.
Berthold Kohler su “Frankfurter Allgemeine Zeitung” commenta: “La Grosse Koalition ha ricevuto il conto per la sua politica migratoria che ha polarizzato la Germania come da tempo non succedeva. La Merkel cambierà la sua rotta dopo i risultati elettorali? È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago”.
L’irrompere dei rifugiati
Non smorza i toni, anzi giudica “spaventoso per il panorama e la cultura politica tedesca” il fatto che nelle tre regioni andate alle urne l’AfD sia cresciuto così tanto e che “nei parlamenti regionali entrino ora rappresentanti di questo partito che assume apertamente posizioni xenofobe”. A dichiararlo al Sir è Hubert Wissing, referente politico del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (ZdK).
Se era prevedibile che l’AfD arrivasse ad avere rappresentanti eletti, si tratta di un “insolito risultato per un partito nuovo”. Quelle di domenica sono state le prime elezioni da quando il tema della politica dei rifugiati è diventato centrale nel dibattito tedesco e “l’AfD ne ha certamente approfittato”, riuscendo anche “a mobilitare elettori che in precedenza non partecipavano”, elemento da mettere in relazione con l’aumento consistente della percentuale di votanti.
Di fatto i problemi e i temi relativi ai tre länder non sono stati oggetti della campagna elettorale, che si è invece giocata tutta sulle questioni migratorie, al punto che persino AfD ha messo da parte le “proprie posizioni anti-europeistiche” su cui si era costruita un certo consenso iniziale, anche se certamente “torneremo presto a sentire dall’AfD toni euroscettici”, chiosa Wissing.
I tedeschi, la Merkel e l’Europa
Il dato importante che resta però è che la maggioranza degli elettori sostiene “la politica del governo e della cancelliera in materia di migrazioni”. Cosa succederà ora?
L’auspicio che Wissing esprime è che i partiti dell’area di governo a livello federale e regionale (Cdu-Csu, Spd, Verdi, Fdp) riescano a rafforzare il centro politico “senza lasciarsi mettere sotto pressione, senza farsi prendere dal panico o assumere decisioni per riconquistare gli elettori dell’AfD”. L’esperienza di partiti populisti forti, già nota negli altri Paesi europei, “era nuova fino ad ora per la Germania”.
Indicazioni per l’Europa? Questo esito, secondo Wissing, impegna “i governi dei Paesi europei a lavorare insieme con ancora maggiore forza”; questo voto regionale “non penso che indebolirà la posizione del governo tedesco per una soluzione europea” delle questioni urgenti anche perché “i problemi e le emergenze cresceranno ancora”.
Gli auspici del vescovo
“Il risultato delle elezioni solleva molte domande”, afferma invece mons. Gerhard Feige, vescovo di Magdeburgo, capitale della Sassonia-Anhalt, attraverso il sito diocesano: “Cosa significa ‘democrazia’ per la popolazione” di questa regione “dopo quasi 27 anni dalla caduta del muro? Un sistema assistenziale a tutto tondo, che se non soddisfa tutte le richieste o i desideri viene punito? Oppure una comunità di solidarietà e di azione che vive grazie all’impegno costruttivo di cittadini responsabili?”.
E ancora: “Come l’AfD svilupperà questo movimento di populisti malcontenti” senza un “programma serio”?
L’appello di mons. Feige: la rabbia e l’odio non possono risolvere i problemi, solo “il cuore e la mente” possono. L’auspicio è “che si arrivi a una coalizione di governo della ragionevolezza, impegnata per la dignità umana e il bene comune e affronti le sfide attuali con intelligenza e vigore”.