Il saluto dell'amministratore diocesano mons. Paolo Doni
«Benedetto colui che viene nel nome del Signore». È il saluto di tutta la Chiesa di Padova, che risponde al tuo saluto che oggi è stato letto, all’inizio di tutte le messe nelle chiese della diocesi.
Sii benedetto dal Signore! Anche noi benediciamo te, come tu, entrando, hai benedetto noi con l’acqua battesimale.
Sei entrato in Cattedrale, la chiesa madre, segno e luogo della comunione che ci fa, tutti, casa e famiglia di Dio.
Così sei entrato nel cuore della Chiesa di Padova; sei entrato nella storia di questa comunità cristiana, iniziata dal battesimo di Prosdocimo e dal martirio di Giustina e di Daniele fino a Gregorio Barbarigo e fino ai vescovi Girolamo, Filippo e Antonio; ci è caro ricordarli in questo momento.
Sei entrato così nel mistero di questa Chiesa (mistero nel senso che è una realtà che mai finiremo di vivere e di scoprire); questa Chiesa evidentemente “santa”, ma pur sempre bisognosa di purificazione, di rinnovamento interiore ed esteriore e di nuove prospettive.
Noi ci sentiamo dentro a questo mistero, e il tuo arrivo, fratello vescovo Claudio, è per noi il segno che il mistero di questa Chiesa continua; e ci sorprende nuovamente perché vediamo che il Signore sta aprendo davanti a noi strade nuove, sorprendenti.
La missione della Chiesa, anche di questa nostra Chiesa di Padova, continua per il bene di tutti, fratelli e sorelle, procede in contesti sociali, culturali e religiosi inediti che spesso ci rendono pensosi, anche preoccupati.
Noi tutti ti diciamo oggi che entriamo con fiducia e con disponibilità assieme a te, con la tua guida pastorale, nel cammino che il Signore apre davanti alla Chiesa e alla società in trasformazione.
In particolare noi presbiteri e diaconi mettiamo oggi nuovamente nelle tue mani di Vescovo quella promessa di “filiale rispetto e obbedienza” che abbiamo espresso davanti alla Chiesa nel giorno della nostra ordinazione per un servizio incondizionato alla comunità cristiana. E questo sarà per noi motivo di nuova speranza, di fiducia e di disponibilità pastorale.
Entrando hai baciato il Crocifisso: non è solo un gesto di devozione quello che hai compiuto; hai baciato il corpo ferito, piagato e ucciso del nostro Signore.
Anche questa nostra Chiesa, la nostra storia, questo nostro territorio portano segni di ferite, di offese, di discriminazioni, di inadempienze antiche e nuove; segni di sofferenze. E’ ancora il Corpo di Cristo che continua ad essere piagato e sofferente.
Ti ringraziamo dei due gesti che hai voluto compiere oggi prima di arrivare alla chiesa cattedrale: l’incontro coi fratelli e sorelle ospiti dell’Opera della Provvidenza S. Antonio con il personale che li serve; e l’incontro con le autorità che nelle diverse istituzioni civili sono chiamate a servire il bene comune dei cittadini. Abbiamo capito bene e condividiamo le tue preferenze!
Ora finalmente celebrerai con noi l’Eucaristia, che porta tutto a compimento; celebreremo tutti insieme come “popolo santo di Dio”.
È la certezza che il Signore Gesù risorto cammina con noi e con la storia di tutta l’umanità; per il bene di tutti. E’ questa la fonte e il culmine del nostro essere Chiesa e del nostro cammino pastorale.
Anche noi dunque ti diciamo: «Sii benedetto dal Signore» e anche da questa nostra Chiesa che oggi ti accoglie.