«Riforma del servizio civile confusa e riduttiva». Polemica tra Caritas e governo

Botta e risposta tra l'organismo della Cei e il sottosegretario al welfare Luigi Bobba, dopo un articolo critico sull'ultimo numero di Italia Caritas: «Giudizio immotivato, non vogliamo snaturare nulla. I tempi belli non sono solo quelli dell’epoca degli obiettori di coscienza».

«Riforma del servizio civile confusa e riduttiva». Polemica tra Caritas e governo

È polemica tra la Caritas Italiana e il sottosegretario al welfare Luigi Bobba sulla riforma del servizio civile
In un articolo di Italia Caritas di maggio, firmato da Diego Cipriani, capo dell'Ufficio promozione umana e servizio civile dell'organismo della Cei (e in passato alla guida dell'Ufficio nazione del servizio civile), analizzando il via libera della camera alla legge delega di riforma del terzo settore, si definisce «riduttiva» la parte dedicata ai giovani perché non ammette nel servizio civile gli stranieri nati o residenti nel nostro paese.

Cipriani critica inoltre il fatto che nella legge non si faccia chiarezza sulla natura dello strumento
«Con una definizione confusa e riduttiva, per i deputati il nuovo servizio civile sarà finalizzato alla difesa di non meglio precisati valori fondativi della patria, attraverso esperienze di cittadinanza attiva, di solidarietà e inclusione sociale – si legge nell'articolo – Eliminata, dunque, la caratteristica civile e non armata propria del servizio civile conosciuto finora, con buona pace di quanti, proprio col servizio civile, hanno inteso dare un contributo concreto alla costruzione della pace in modo nonviolento e non armato, in Italia e all’estero».

A stretto giro è arrivata la replica del sottosegretario con delega al servizio civile, che si è detto sorpreso delle critiche avanzate da Caritas italiana
«Leggo che, secondo Diego Cipriani, quanto abbiamo fatto finora per la riforma del Servizio Civile è un vero disastro: non si parla di soldi, indispensabili per rendere universale il Servizio Civile, non di apertura agli stranieri, non di servizio all’estero; in più, si rinuncia al Servizio Civile come difesa della patria con mezzi e attività non militari, rinuncia, quindi, alla difesa del paese e della pace per ridurlo a serbatoio di esperienze di cittadinanza attiva, di solidarietà e inclusione sociale – scrive il sottosegretario – Sono sinceramente sorpreso che la Caritas sul suo giornale esprima un giudizio così negativo e così immotivato sulla riforma del Servizio Civile; giudizio, peraltro del tutto contradditorio con le prese di posizioni pubbliche della Cnesc, di cui la Caritas è membro autorevole».

Entrando nel merito delle critiche Bobba sottolinea che «l’articolo 8 sul Servizio Civile contenuto nella legge delega di riforma, richiama espressamente, l’art.1 della legge 64/2001 ponendo i principi in esso riportati come punti cardine, imprescindibili, per la successiva revisione della disciplina. Fra questi, per l’appunto il concorrere del Servizio Civile in alternativa al servizio militare obbligatorio, alla difesa della patria con mezzi ed attività non militari. Pertanto, la difesa dei valori non meglio precisati, come ci dice Diego Cipriani fondativi della patria, costituisce semmai un'aggiunta e non certo una sottrazione alla vera natura del Servizio Civile che rimane, per il governo, l’altra faccia della medaglia, ossia l’altro strumento per servire la patria in abiti civili».
Inoltre, «il servizio Civile all’estero non è stato dimenticato semplicemente non è citato perché non è oggetto di delega: ciò significa che non vi saranno modifiche restrittive». E annuncia che nei prossimi giorni sarà emanato il decreto che dà avvio ai Corpi Civili di Pace, «sperimentazione che sarà strettamente collegata al Servizio Civile nazionale».

Per quanto riguarda gli stranieri Bobba spiega che «non sono citati non certo per una disinvolta delega del governo alla Consulta volta a non assumere responsabilità in materia, ma per il condiviso e serio desiderio di restare lungo il solco delle indicazioni costituzionali che saranno fissate dalla Suprema Corte, nella speranza che essa mantenga l’orientamento pregresso in materia di cittadinanza “allargata” rispetto ai criteri ancora in uso per il Servizio Civile».

Il 2 giugno incontro del Servizio civile con Laura Boldrini
Il sottosegretario annuncia, infine, che il 2 giugno prossimo, in occasione della festa della Repubblica, dopo la sfilata della mattina, tra i Corpi non militari, «nel pomeriggio, e questa è una novità, l’intero mondo del Servizio Civile – giovani, responsabili degli enti, nonché la struttura del dipartimento – sarà presente nell’aula di Montecitorio per un incontro con la presidente della camera dei deputati Laura Boldrini. Un'occasione, anche, per informare le istituzioni e il paese che tutte le risorse economiche disponibili ad oggi sono state impegnate e che il governo è determinato a rendere universale la possibilità di svolgere il Servizio Civile ed è impegnato a trovare le risorse affinché entro il 2017 tale obiettivo venga conseguito».

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)