Povertà, dal 2 settembre le domande per ottenere il Sia
Online i moduli per chiedere il sostegno per l’inclusione attiva, la misura contro la povertà destinata a circa 200 mila famiglie con minori: un primo passo verso l’adozione del Reddito di inclusione. Stanziati 750 milioni per i contributi economici e 500 milioni per gli enti locali che gestiranno i servizi.
Dopo anni di sperimentazione e una lunga attesa, dal prossimo 2 settembre sarà finalmente possibile presentare domanda per l’ottenimento del SIA (Sostegno per l’inclusione attiva), la misura del piano nazionale di lotta alla povertà e all’esclusione sociale che porterà all’adozione del reddito di inclusione, già in stato avanzato di discussione al Parlamento.
La conferma arriva dal Ministero del Lavoro, che ha pubblicato il bando rivolto ai comuni e agli enti locali per il finanziamento dei progetti di Sostegno per l’inclusione attiva (Sia): sono 487 i milioni di euro disponibili.
La richiesta per beneficiare del SIA potrà essere presentata a partire dal 2 settembre, utilizzando l’apposito modulo, che dovrà poi essere consegnato al Comune di residenza, predisposto dall’INPS. Il modulo si trova sul sito del Ministero del lavoro e sul sito dell’INPS.
La misura prevede l’erogazione di un sussidio economico ai nuclei familiari in particolari condizioni di povertà, dove siano presenti minori, figli disabili o donne in stato di gravidanza, a fronte della adesione a un progetto di attivazione sociale e lavorativa, sottoscritto dal nucleo familiare con i servizi sociali.
Soldi e servizi insieme, dunque, per un intervento che mira a colpire le cause della povertà e a fare in modo che il nucleo familiare possa superare il momento di difficoltà e uscire dalla situazione di povertà assoluta.
Se per i servizi da garantire alle famiglie sono a disposizione 487 milioni di euro, per l’intervento economico sono disponibili 750 milioni di euro, una somma sufficiente – secondo i calcoli del governo – a dare sostegno a circa 200 mila famiglie, con 500 mila minori, per un totale di quasi 1 milione di persone.
La scelta di intervenire a favore dei nuclei familiari al cui interno vi sono figli minori è stata tutta politica, attuata dal governo come primo passo per rispondere ad un’emergenza che ha colpito negli ultimi anni larghe fasce di popolazione.
Il bando pubblicato, per un importo esatto di 486.943.523 euro, è un avviso pubblico rivolto ai Comuni, tra loro coordinati a livello di ambiti territoriali, per finanziare interventi volti a rafforzare la rete dei servizi per la presa in carico e attivazione dei nuclei beneficiari del Sia, come definiti nelle “Linee Guida per la predisposizione e attuazione dei progetti di presa in carico del Sostegno per l’inclusione attiva”.
Le proposte progettuali dovranno essere riconducibili allo svolgimento di funzioni quali: servizi di segretariato sociale; servizio sociale professionale per la valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo familiare e la presa in carico; interventi per l’inclusione attiva; promozione di accordi di collaborazione con le amministrazioni competenti sul territorio in materia di servizi per l’impiego, tutela della salute e istruzione, nonché con soggetti privati attivi nell’ambito degli interventi di contrasto alla povertà ed enti non profit.
L’avviso individua tre macro-aree per le azioni ammissibili a finanziamento.
Una Azione A, dedicata al rafforzamento dei servizi sociali (servizi di segretariato sociale e per la presa in carico, nonché servizi informativi all’utenza); una Azione B, riguardante gli interventi socio educativi e di attivazione lavorativa (tirocini, borse lavoro, orientamento, consulenza e informazione per l’accesso al mercato del lavoro, formazione per il lavoro); una Azione C, finalizzata alla promozione di accordi di collaborazione in rete, nella quale rientrano tutte le attività destinate agli operatori degli ambiti territoriali, dei centri per l’impiego, dei servizi per la salute, l’istruzione e la formazione, così come le azioni di networking connesse al Sia (accesso, presa in carico, progettazione).
Le proposte progettuali devono esser presentate dall’Ente capofila in rappresentanza dell’Ambito territoriale e, seppur articolate in una o più delle azioni ammissibili, devono esser strutturate in un’unica proposta. Per alcune azioni è necessario costituire delle partnership con altre tipologie di soggetti.
Le risorse stanziate per il finanziamento dei progetti, che fanno parte del Fondo sociale europeo, programmazione 2014-2020 del Pon Inclusione, sono riferite a interventi da realizzare nel periodo 2016-2019 e suddivise tra tre tipologie di Regioni (più sviluppate, meno sviluppate, in transizione) in riferimento agli assi 1 e 2 del Pon Inclusione.
Le Proposte di intervento dovranno essere inviate tramite posta elettronica certificata all’indirizzo dginclusione.div2@pec.lavoro.gov.it, utilizzando esclusivamente il formulario predisposto dall’Autorità di gestione, disponibile nelle sezioni dedicate del sito del Ministero o dell’INPS.