Padova e la carità. La città a confronto sui “Cantieri”
Giovedì 22 l'incontro del vescovo Claudio con le categorie economiche. Il tradizionale scambio di auguri natalizi sarà l'occasione per fare il punto sui “Cantieri di carità e giustizia”, il progetto lanciato da mons. Cipolla che coinvolge tutta la città e che nel 2017 entrerà nel vivo.
Giovedì prossimo, il 22 dicembre, si rinnoverà l'appuntamento del vescovo Claudio con il sistema economico padovano.
A partire dalle 10, in Camera di commercio, il tradizionale scambio di auguri sarà come ogni anno l'occasione per mettere a fuoco un aspetto centrale della vita della città, su cui la chiesa e le categorie economiche da sempre fanno fronte comune.
“Padova 4.0 – Sostenibilità economica e dignità dell'aiuto. Padova è la carità” è il titolo scelto per il convegno che precederà il brindisi per il Natale 2016. Un tema la cui centralità, se ce ne fosse bisogno, è stata ribadita dai dati Istat di pochi giorni fa che testimoniano la crescita fuori controllo della povertà in Italia (da 2 a 4 milioni di cittadini in dieci anni).
L'aiuto dignitoso e sostenibile nella prospettiva della carità diventa quindi un punto centrale all'ordine del giorno nell'agenda di una città che ha un pedigree di tutto rispetto in merito, come sottolineerà Francesco Jori, giornalista, nel suo intervento dal titolo “Le azioni di carità divenute opere di giustizia nella storia della città di Padova”. Al presidente della camera di commercio Fernando Zilio il compito di tracciare nuove pagine – da scrivere – per lo sviluppo di Padova.
Prima del saluto conclusivo del vescovo Claudio, sarà Tiziano Vecchiato, direttore della Fondazione Zancan, a rappresentare le risorse padovane, attive oggi, nel contrasto alla povertà.
Vecchiato farà dunque il punto sull'avanzamento dei “Cantieri di carità e giustizia”, il grande progeto lanciato proprio da mons. Cipolla il 13 giugno, alla festa del Santo.
«Nell'incontro di giovedì prossimo chiederemo un contributo prezioso ai principali attori economici – riflette Vecchiato, che con la Fondazione è coordinatore dei “Cantieri” – Imprenditori e artigiani sono allenati a vedere i problemi non come lacune da riempire, ma come sfide da vincere. Questo è esattamente l'atteggiamento di cui abbiamo bisogno: unire carità e giustizia, infatti, significa comprendere che aiutare non è un costo, ma un investimento. La storia dell'ospedale di Padova ce lo insegna, come pure le imprese dei santi “sociali”: sono partiti dal nulla e hanno generato servizi che oggi richiedono professionalità e offrono posti di lavoro».
Un salto culturale che dipinge la nostra come l'era della creatività, in un momento storico in cui è necessario superare approcci che hanno dimostrato tutti i loro limiti.
«I “Cantieri di carità e giustizia” sono anzitutto una domanda: di fronte ai poveri, ai giovani che non studiano né lavorano, agli anziani soli, di chi è il problema? Il rischio è che tutti pensiamo che c'è chi se ne occupa, che l'aiuto insomma sia qualcosa per specializzati, finendo per ricalcare un modello assistenzialistico che stanzia risorse a fondo perduto destinate a essere sempre insufficienti».
I “Cantieri” al contrario rappresentano la città del futuro.
«Se comprendiamo che le sfide sono aperte a tutti e che chi riceve aiuto è la vera risorsa – spiega Tiziano Vecchiato – genereremo una nuova socialità e rimetteremo in corsa le persone».
Gli esempi da altre città del Nord Italia non mancano. Proprio in Veneto, nell'ambito di un progetto in favore di assistiti cronici da parte di un comune, si è calcolato che per un'ora di sostegno si è arrivati a ottenere ben sei ore di servizio valorizzando le competenze dei singoli cittadini in difficoltà.
Fino a questo momento sono state completate le prime due fasi del progetto: una rilettura storica delle azioni messe in campo nei secoli a Padova a sostegno dei principali diritti umani e l'analisi delle capacità attuali della città, dei suoi vuoti e delle ragioni alla base di questi.
«Per il 2017 la sfida sarà quella di aprire materialmente i “Cantieri” creando dei laboratori in cui far maturare le idee da collaudare poi sul campo», precisa il direttore della Zancan. Sarà molto importante poi misurare il rendimento in termini economici di ogni singolo intervento e l'impatto sociale nell'area circostante.
«Procederemo passo passo – conclude Vecchiato – l'importante è che sia la città stessa ad appassionarsi, a partire da chi è in prima linea nel sostegno alla povertà, ma anche dalle categorie economiche e le istituzioni. Si tratta di dare vita, insieme, alla Padova del futuro».