Nel Cittadellese mille poveri aiutati dall'Emporio solidale
Dallo scorso febbraio l'Emporio solidale Medio Brenta mette insieme nel Cittadellese una rete di associazioni e Caritas del territorio, con lo scopo di raccogliere le eccedenze alimentari e redistribuirle alle persone in condizioni di povertà o disagio sociale.
Tra i paradossi del nostro tempo, quello dello spreco alimentare è uno dei più difficili da accettare. Secondo una recente indagine Eurostat, ogni anno in Europa si sprecano 173 chilogrammi di cibo a persona e l’Italia si colloca poco sopra la media, con 179 chili pro capite, a fronte di 17 milioni e mezzo di persone a rischio di povertà (dati Istat 2015). Oltre alle materie prime, lo spreco interessa anche le risorse - come suolo, acqua ed energia - impiegate per la produzione, senza contare ai gas serra prodotti per lo smaltimento.
Un’iniziativa concreta per contrastare tutto questo viene dall’Emporio solidale Medio Brenta. L’associazione è stata fondata il 27 febbraio di quest'anno a Cittadella da una rete di associazioni e Caritas parrocchiali da tempo impegnate nel sostegno alle famiglie in difficoltà economiche e di inserimento sociale.
Il presidente è don Luigi Tellatin, parroco di Facca (diocesi di Vicenza) e già coordinatore veneto di Libera. Attualmente hanno aderito al progetto 20 associazioni attive nei comuni di Cittadella, Carmignano di Brenta, Galliera Veneta, Fontaniva, Tombolo e San Martino di Lupari. La distribuzione del prodotti raccolti è stata affidata a una rete di sei Caritas e due associazioni di volontariato (la Avas di Galliera Veneta e La rugiada dell’Hermon di Cittadella, tra le 20 che hanno aderito al progetto) che, in stretto contatto con i servizi sociali del territorio, raggiungono oltre mille persone che vivono in condizioni di disagio economico.
Le ragioni e i contesti sono i più diversi: dalle persone con la pensione minima, a quelle che hanno perso il lavoro e faticano a pagare le bollette o a mandare a scuola i ragazzi, agli stranieri in situazioni di marginalità.
«L’associazione – dice il segretario Livio Scapin – opera nel territorio veneto. La regione aveva già manifestato l’intenzione di sostenere questo tipo di iniziative, che si occupano di raccogliere le eccedenze alimentari attraverso accordi sul territorio. L’Emporio solidale ha avviato in questi mesi una serie di rapporti con aziende interessate a cedere derrate alimentari non più commercializzabili, ad esempio per un errore di confezionamento o etichettatura, e con la grande e piccola distribuzione per quei prodotti che vanno tolti dal mercato perché prossimi alla scadenza. Grazie a questi contatti, la raccolta è riuscita a ottenere in questi mesi risultati importanti».
Nei mesi di giugno e luglio, sono stati distribuiti 200 chili di farina, 800 chili di cocomeri, 1.920 di pomodori, 205 di pesche e 300 chili di carote. La raccolta comprende anche altri beni, come prodotti per la cura della persona o della casa. Per le aziende, cedere prodotti alimentari per evitare gli sprechi e il conferimento in discarica è anche un vantaggio economico, in virtù delle agevolazioni previste dalle leggi 155 del 2003, la cosiddetta “Legge del buon samaritano”, e 166/2016, nota come legge Gadda.
Lo scorso maggio l’assessorato regionale ai servizi sociali ha inserito l’associazione fra gli enti destinatari di un contributo finalizzato al contrasto della povertà e del disagio sociale attraverso la redistribuzione delle eccedenze alimentari.
L’associazione dispone di un ufficio e di un ampio locale di stoccaggio nel quale ad agosto è stata installata una cella frigorifera per la conservazione di frutta, verdura e prodotti freschi, e di un furgone per il trasporto dei prodotti alimentari. Ma le esigenze di mezzi, scaffalature, carrelli, crescono continuamente, man mano che aumentano i rapporti di collaborazione con le aziende del territorio.
Raccogliere e redistribuire le eccedenze alimentari per contrastare la povertà e il disagio sociale è quindi il principale obiettivo dell’Emporio, ma non è l’unico. L’associazione, infatti, non vuole limitarsi a fronteggiare l’emergenza, ma intende rispondere alle esigenze di riappropriazione della qualità della vita dei soggetti in difficoltà, attraverso un percorso di valorizzazione delle loro potenzialità, anche con il reinserimento temporaneo in attività lavorative. Un altro fondamentale proposito dell’iniziativa è quello di educare al consumo responsabile ed al recupero e alla valorizzazione degli sprechi e delle eccedenze. Questi impegni si inseriscono, come si legge nello statuto, «nel grande movimento culturale con l’aspettativa di realizzare e implementare un nuovo modello di welfare che viene definito “generativo”».
Risponde all’esigenza di creare una cultura del riutilizzo del cibo anche il ciclo di incontri organizzato dall’Emporio solidale Medio Brenta che si è svolto a settembre e a ottobre al patronato Pio X di Cittadella. Quattro appuntamenti molto partecipati rivolti a tutti i volontari anche con l’obiettivo di mantenere vivi i rapporti di collaborazione e confrontarsi su problemi e aspettative. Si è parlato della relazione d’aiuto, del perché si fa volontariato, dell’importanza del lavoro di rete e del funzionamento pratico dell’Emporio solidale, prospettandone i possibili sviluppi. Le esperienze delle varie associazioni sono state condivise tra i partecipanti. «Il confronto – conclude Scapin – ha portato anche a individuare una serie di opportunità che ora stia mo cercando di realizzare. Quello che conta è mantenere vivi i rapporti tra le associazioni».