Federsolidarietà Veneto: «Progettiamo il welfare del futuro»
Un deficit di pensiero e programmazione. È questo il tratto fondamentale della crisi del terzo settore veneto secondo Roberto Baldo, neopresidente di Federsolidarietà Veneto. Invoca più ascolto dalla regione e ai suoi associati: «Mai adagiarsi, sì a nuovi modelli»
Quello che Roberto Baldo raccoglie dalle mani di Ugo Campagnaro è un testimone a dir poco delicato, da maneggiare con cura.
Federsolidarietà Veneto, che rappresenta le cooperative e le imprese che operano nel sociale iscritte a Confcooperative, dopo dieci anni cambia guida, e si tratta di un avvicendamento particolarmente sentito. Lo testimonia il percorso di avvicinamento alle elezioni federali sfociato nel Manifesto di Chioggia, con il quale Federsolidarietà si è data i criteri per scegliere la nuova rappresentanza e ha tracciato la strada per riportare la cooperazione al centro del dibattito sulle politiche sociali a livello regionale e non solo.
Il nuovo presidente, già coordinatore generali delle cinque cooperative che costituiscono il Gruppo Polis di Padova, prende le redini dell’organizzazione nel bel mezzo di un «rinnovo consapevole», come lo definisce lui stesso, dettato dalle difficoltà che il terzo settore sta attraversando da quattro anni a questa parte e dagli scenari «non tranquillizzanti» che si intravvedono all’orizzonte.
Nel numero in edicola e in parrocchia da domani e disponibile in edizione digitale, l'intervista completa e le osservazioni di Federsolidarietà al testo base per la riforma del terzo settore.