Scarso e senza qualità: il futuro del cibo in otto paesi del mondo
Indagine Coop e Doxa in Italia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Cina, India, Brasile. Il 66 per cento degli intervistati prevede che in futuro il cibo di qualità sarà per pochi e agli altri arriverà quello manipolato. Italiani, russi, indiani e brasiliani amano stare sui fornelli.
Il futuro del cibo? Sarà più scarso. Ma non solo. Quello di qualità sarà riservato a pochi mentre alla maggior parte arriverà manipolato.
È quanto prevedono i cittadini di Italia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Russia, Cina, India, Brasile secondo l'indagine condotta dalla Doxa per conto di Coop, su un campione di 6.400 persone. Alla domanda: "il cibo diventerà meno democratico?", il 66 per cento prevede che saranno pochi coloro che potranno gustare piatti di qualità, per gli altri ci saranno solo alimenti manipolati.
Il 46 per cento prevede che avremo a disposizione meno cibo, il 28 che ne avremo di più mentre il 26 nella stessa quantità. Solo i cinesi sono ottimisti: il 61 per cento è convinto che ce ne sarà in abbondanza.
Complessivamente i cittadini degli otto paesi hanno quattro grandi paure sul futuro del cibo: la manipolazione (60 per cento degli intervistati), l'inquinamento ambientale (53), un costo troppo elevato (43) e, di nuovo, la carenza di cibo (37).
In particolare, italiani, russi e tedeschi temono soprattutto le manipolazioni, i cinesi l'inquinamento ambientale, inglesi e brasiliani prezzi proibitivi.
Hanno paure, prevedono scenari difficili, ma non per questo sono restii ai cambiamenti
Anzi, il 46 per cento è sicuro che il modo di nutrirsi cambierà, per il 18 addirittura in maniera radicale e per il 34 almeno in parte.
La metà degli intervistati sostiene che principalmente sarà la tecnologia a cambiare il cibo, oltre che i fattori climatici (42 per cento). Incideranno su naturalità, qualità e sicurezza del cibo. Nonostante le paura, la maggior parte prevede comunque un aumento dei consumi di alimenti vegetariani o vegani, dietetici e salutistici.
Sarà cibo che si può preparare velocemente e nutrizionalmente bilanciato. Perderà il suo legame con la tradizione dei luoghi e anche il suo carattere di convivialità e di soddisfazione del piacere. L'80 per cento del campione, tra l'altro, non ha preclusione a cibarsi di alghe in futuro, più della metà a sperimentare la carne sintetica e gli insetti. Tra gli italiani, il 70 per cento non si rifiuterebbe di mangiare cibo in pillole e il 44 a provare un piatto di insetti.
L'indagine Doxa ha scandagliato anche il presente. E qui sono emerse soprattutto le differenze.
E così se in media le famiglie dedicano 1,3 ore al giorno alla cucina, inglesi e tedeschi ce ne stanno appena un'ora, mentre quelli che più amano stare tra pentole e fornelli sono italiani (1,4 ore), russi (1,5), indiani (1,6) e brasiliani (1,7). Mangiano fuori casa soprattutto brasiliani (3,5 volte alla settimana), russi (3,4) e cinesi (2,9), mentre preferiscono consumare il pasto in casa tedeschi e italiani.