Edilizia, il peggio è passato ma il futuro è tutto da inventare
L’edilizia è il settore che ha risentito di più della crisi: nel territorio padovano in 8 anni, dal 2007 al 2015, ha perso il 40 per cento delle imprese iscritte alla Cassa edile, circa due terzi degli operai e quasi metà della massa salari. Può essere ora il comparto che beneficia di più dalla ripresa, che si attende e ancora non arriva? Un timido ottimismo si fa sentire, specie grazie alle misure contenute nella legge di stabilità.
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«La notizia colta con favore dai costruttori – rivela Leonardo Pesadori, direttore di Ance Padova, il Collegio costruttori edili – viene dalle novità contenute nella legge di stabilità per il 2016. Il superamento dei vincoli del Patto di stabilità, che hanno costituito un blocco per molti investimenti della pubblica amministrazione e provocato ritardi nei pagamenti che hanno messo in difficoltà molte imprese, dovrebbe finalmente liberare risorse e far partire tanti lavori già cantierabili ovvero con progettazione già pronta».
Vale la pena ricordare che, solo poche settimane fa, l’assessore al bilancio e patrimonio della regione Veneto Luca Forcolin indicava in 1,1 miliardi di euro le risorse regionali bloccate a causa del Patto di stabilità.
Ma sono anche altre le buone notizie: la proroga degli incentivi statali a ristrutturazioni e riqualificazione energetica degli edifici, ma soprattutto la detrazione Irpef pari al 50 per cento sull’Iva, introdotta da quest’anno per l’acquisto di immobili in classe A e B direttamente dai costruttori.
«Un provvedimento – prosegue Pesadori – che potrà aiutare a smaltire parte del costruito in questi anni e non venduto e che viene incontro a una richiesta che come Ance avevamo già inoltrato per favorire in particolare le giovani coppie, ma che era stata bloccata dall’Ue perché considerata aiuto di stato allorquando fu proposta in termini di riduzione dell’Iva al 50 per cento. Questa misura, legata all’acquisto di immobili di elevata classe energetica, è stata estesa a tutti i cittadini».
Infine, le banche hanno ripreso a erogare mutui, elemento essenziale per dare fiato all’edilizia. Il 2015 ha registrato un’impennata nella domanda di mutui, non necessariamente accolta, ma gli importi sono meno consistenti che in passato (l’agenzia di rating Crif stima una media di 122 mila euro contro i 124 mila del 2014).
L’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle entrate rivela che tra il primo semestre del 2015 e quello del 2014 l’incremento di transazioni immobiliari residenziali è stato del 9,2 per cento.
È tutto oro quello che luccica?
Per assistere a una vera ripresa dell’occupazione molti costruttori dovrebbero poter contare su portafogli lavoro di almeno un anno e per ora sono ancora pochi ad averli, rivelano all’Ance.
A essere più competitive sono certamente le aziende ad alta specializzazione, quelle che guardano all’innovazione, alla tecnologia e all’efficienza energetica. Per chi lavora nelle grandi infrastrutture la parola d’ordine è flessibilità, mentre i contratti di rete, un istituto giuridico introdotto per diventare un’opportunità, nel Veneto stentano a decollare.
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