Concerto per la pace: 200 artisti del Pollini e dell'Opv ricordano Valeria Solesin e le altre vittime di Parigi
Tutte le più importanti istituzioni musicali della città e non solo, ricordando le vittime di Parigi, in particolar modo la giovane veneziana Valeria Solesin, si uniscono in un grande "Concerto per la pace" proponendo il Requiem di Mozart per soli, coro e orchestra: giovedì 19 novembre alle ore 21.15 nella chiesa degli Eremitani a Padova (ingresso libero fino a esaurimento dei posti) eseguono l'opera il coro e l'orchestra del Pollini e l'Orchestra di Padova e del Veneto. A dirigere gli oltre 200 musicisti e coristi, il maestro Giuliano Medeossi.
Tutte le più importanti istituzioni musicali della città di Padova e non solo, unite per la pace, ricordando le vittime di Parigi, in particolar modo la giovane ricercatrice veneziana Valeria Solesin. Questo il senso del grande "Concerto per la pace" di giovedì 19 novembre, alle 21.15 nella chiesa degli Eremitani (ingresso libero fino a esaurimento dei posti), promosso dal Conservatorio Pollini di Padova che propone il Requiem di Mozart eseguito da coro e orchestra del Pollini, con la partecipazione straordinaria dell'orchestra di Padova e del Veneto . A dirigere l’orchestra formata da oltre 200 fra musicisti e coristi, il maestro Giuliano Medeossi.
Il giorno dopo l'attacco terroristico di Parigi, il presidente e il direttore del conservatorio con l’immediata ed entusiastica adesione di Vittorio Trolese, vicepresidente dell'Orchestra di Padova e del Veneto, si sono attivati dando vita a una sorta di crowdfunding musicale per commemorare le vittime di Parigi. «L'idea alla base di questa iniziativa – sottolinea il direttore Leopoldo Armellini - è che la musica, intesa come linguaggio comune alla specie umana, possa non solo sublimare la sofferenza ma anche contribuire a gettare le fondamenta di un mondo senza terrore. Intorno a questi valori è nato il Popolo del Requiem, non solo un'orchestra e un coro quindi ma un insieme di uomini e donne con un unico obiettivo, affratellati nell'intento di portare equilibrio, bellezza e armonia».
Il Conservatorio di Padova, l'Orchestra di Padova e del Veneto, le voci soliste di Chiara Isotton (soprano), Silvia Regazzo (mezzosoprano), Alessandro Cortello (tenore) e Filippo Polinelli (basso), gli altri innumerevoli "Volontari del Requiem" con il contributo della Promex, propongono alla città di Padova l'esecuzione del Requiem in re minore K626, ultima composizione, incompiuta, del genio di Salisburgo tra i brani mozartiani forse quello più tragico, quello più coinvolgente dal punto di vista dell'emozione. Esso è intriso di un sentimento di inevitabilità, forse perché composto nei giorni immediatamente precedenti alla morte di Mozart. Accanto a questo sentimento, è possibile però percepire in modo chiaro (in particolar modo nella Sequentia) il comune destino dell'umanità che, si badi bene, non è solo la morte ma anche la possibilità della risurrezione, del riscatto nei confronti della sostanziale miseria che accomuna tutti noi. Nell'Offertorium per esempio si legge: «A te, o Signore, offerte e preghiere offriamo con lodi. Ricevile in favore di quelle anime, delle quali oggi facciamo memoria: falle, o Signore, passare dalla morte alla vita, che un tempo hai promesso ad Abramo e alla sua stirpe». Facile comprendere che quando si parla della Stirpe di Abramo si intendono le tre religioni monoteiste, ovvero l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam quindi, in un certo senso, quasi tutta l'umanità, creata per passare dall'oscurità alla luce.
Il concerto di Giovedì 19 novembre agli Eremitani con inizio alle ore 21.15 vuole ricordare non solo le vittime della violenza del terrorismo ma anche lanciare una lama di luce capace di squarciare l'oscurità dei giorni che ci attendono non facendoci cadere vittime della paura e dello sconforto, come viene mirabilmente esplicitato nel "Recordare".
La musica ha la caratteristica intrinseca di sottolineare gli eventi in modo che essi si trasformino in memoriali. Il memoriale è per l'umanità un monito, è un'esortazione affinché ciò che accade di esecrabile nella storia dell'umanità non abbia da ripetersi mai più.
La musica, fin dalle origini del genere umano è anche unguento per lenire le ferite dell'anima, come si può ben comprendere dal Mito di Orfeo. Il grande compositore e direttore d'orchestra Leonard Bernstein ebbe a dire: "La nostra risposta alla violenza sarà fare musica più intensivamente, in modo più bello, più devoto che mai".