Volti e storie di missionari, costruttori di ponti di misericordia nel mondo
Domenica 23 ottobre, in tutto il mondo si celebra la giornata missionaria mondiale che, quest'anno, viene ricordata alla luce della misericordia che incornicia l'anno santo voluto da papa Francesco. Voci e storie del nostri missionari nel racconto di Angelo Zambon del centro missionario diocesano.
In tutto il mondo domenica 23 ottobre si celebra la giornata missionaria mondiale per ricordare e pregare per tutti i missionari che nel mondo annunciano il vangelo di Gesù di Nazareth e per stimolare tutti i cristiani ad aprire porte e finestre per lasciare entrare l’aria pura della fraternità universale e condividere «gioie e speranze con l’intera umanità» (Gaudium et spes, 1). Nel mondo in cui viviamo c’è chi ha come missione seminare il terrore e la morte e chi invece, come i missionari, partire per far conoscere il volto misericordioso di Dio agli uomini e alle donne di tutti i continenti.
I primi si dedicano ad alzare muri, i secondi – i missionari insieme a tanti uomini e donne di buona volontà – gettano invece ponti per unire e costruire solidarietà universale. I primi seminano paure, i secondi accendono il loro focolare per far riscaldare i cuori e le membra del prossimo e condividere il pane caldo e il vino profumato della fraternità. Con l’aiuto di alcuni testimoni, usiamo queste righe per un viaggio immaginario alla scoperta di piccoli semi di misericordia gettati nel mondo.
«Misericordia è accoglienza - ricorda don Paata Komoshvili che viene dalla Georgia - con amore e condivisione. È guardare come fratelli, sentire come fratelli, parlare come fratelli, condividere tutto come fratelli».
Padre Joy dei Giuseppini, proveniente dal Kerala in India, spiega che la parola misericordia in lingua locale, il maleala, si dice shemikkuka che significa “Vedere il povero”. Quest’anno nel suo paese hanno deciso di rinunciare allo spettacolo pirotecnico, tanto essenziale per le loro feste, per costruire con il ricavato una piccola casetta per una famiglia che sarebbe rimasta a vivere per strada. Misericordia per loro è diventare capaci di vedere il povero.
Dalla Turchia, la famiglia Ugolini originaria di Firenze regala brevi esperienze di un ragazzo che lavorava in una delle tante discariche che esistono nelle periferie delle grandi città. Egli racconta come tutti, uomini e animali, a turni diversi si cibano di quello che la gente butta nelle discariche e conclude: «In questi giorni di attentati, d’incapacità di convivenza politica e religiosa, proprio su una delle nostre montagne è ancora possibile vedere come persone, gabbiani, cani selvatici e lupi abbiano trovato un modo di convivere che permette a ogni gruppo di stare insieme, senza l’uso della violenza e nel rispetto gli uni degli altri». Per questo ragazzo misericordia vuol dire convivenza pacifica.
Suor Lorena, Comboniana dal Sud Sudan ci scrive: «Qui la gente sa apprezzare e ringraziare per le piccole cose. La cosa bella è che questi bambini fanno anche opere missionarie che consistono nell’andare a trovare un malato o un disabile e fare con loro una preghiera, altre volte fanno raccolta di cibo di casa in casa (una pannocchia o un pugno di arachidi o una patata dolce) per portarlo a una famiglia più povera. Uno dei bei segni è che spesso gruppi e comunità cristiane, a volte anche ecumeniche, si trovano per una giornata intera a pregare e digiunare per la pace in Sud Sudan». Preghiera e digiuno sono l’unico modo per scacciare i demonidella guerra, della violenza, dell’odio, della prepotenza, della disumanizzazione. Per loro misericordia è solidarietà e giustizia e richiesta incessante di pace.
La preghiera di intercessione (E. G., 281) di papa Francesco afferma che misericordia per gli ultimi, per chi è nel bisogno, per tutti i missionari del mondo e i popoli, con i quali condividono il vangelo di Gesù, è uno dei modi più potenti di vivere la misericordia.
Un grazie, infine, va agli operatori missionari dei vari vicariati che cercano di promuovere in tutte le comunità cristiane questa importante giornata di ricordo, di preghiera e di solidarietà perché sia annunciata a tutti la Buona novella. Il Signore dia forza e coraggio a tutti i missionari del mondo e tocchi il cuore di molti giovani perché sentano forte ancora il richiamo evangelico «Andate in tutto il mondo e predicate a ogni creatura» (Mc16,15) e diventino costruttori di ponti di misericordia in ogni continente.
Angelo Zambon
centro missionario diocesano