Una “casa magnifica” in cui crescere
Un nuovo nido per la comunità educativa dell’Opera casa famiglia. Un nido reso possibile dalla comunità parrocchiale di Madonna Pellegrina, che ha aperto le porte di Casa Magnificat – struttura nata nel 2008 con l’obiettivo di accogliere situazioni di disagio – alle minori affidate all’Opera. Le chiavi di questo nido sono state consegnate ufficialmente domenica 20 dicembre alla messa delle 10.
«È stata la Provvidenza a farci incontrare con l’Opera casa famiglia – sottolinea il vice presidente del consiglio pastorale parrocchiale, Antonio Baccan – All’inizio di quest’anno Casa Magnificat si era liberata e ci stavamo chiedendo come utilizzarla dopo l’esperienza con due associazioni: Nuovi orizzonti e Dare ali alla vita. Mentre si facevano varie valutazione, è emersa questa possibilità. L’incontro del consiglio pastorale, poi, con i referenti dell’Opera è stato molto toccante e non ci ha lasciati indifferenti. Accogliere la comunità per minori è un modo prima di tutto per rinnovare l’apertura della nostra comunità al bisogno. E anche per gettare un seme nei gruppi parrocchiali... perché, proprio grazie a questa nuova presenza, aumenti il bene che c’è tra noi. Ancora di più in un momento, come quello attuale, che ci mette il prossimo e il bisognoso dentro casa. Non possiamo ignorarlo! Ce lo “chiede” anche l’anno della misericordia appena iniziato».
L’Opera casa famiglia è una fondazione della diocesi di Padova che, nel 2014, ha festeggiato cinquant’anni di vita.
Da sempre ha avuto sede in via Nino Bixio, di fronte alla stazione ferroviaria, coerente con la sua prima finalità: accogliere donne che giungevano in città temporaneamente per motivi di studio.
Oggi accoglie ragazze dai 14 ai 18 anni che si devono allontanare dalla famiglia per disagi di vario tipo. «L’area della stazione – spiega la presidente, Benedetta Castiglioni – non ci permette più di svolgere un lavoro educativo fatto bene, perché ha subito negli anni un progressivo degrado. Ragazze che vengono da situazioni di disagio si trovano in un contesto che poco favorisce un percorso significativo».
Questo ha portato l’Opera, che è stata voluta dal vescovo Girolamo Bortignon, a cercare un nuovo “territorio” per la comunità educativa. «La parrocchia di Madonna Pellegrina ci ha messo a disposizione un appartamento di grandi dimensioni e che quindi ci permette di accogliere un certo numero di ragazze. Ci spostiamo in un quartiere residenziale “normale” e ci troviamo accolti da una comunità parrocchiale che ha scelto di mettere delle risorse in una realtà come la nostra».
Le ragazze accolte dall’Opera casa famiglia hanno bisogno di ritrovare un senso di normalità.
«Di scoprire, in alcuni casi anche per la prima volta, delle relazioni positive, una vita basata sulle cose che fanno tutte le ragazze: uscire a mangiare un gelato, frequentare un gruppo di coetanei, avere relazioni con i vicini di casa... Tutto questo per noi è una risorsa importantissima».
Casa Magnificat, che accoglierà prestissimo le minori seguite dall’Opera casa famiglia, già nel nome porta con sé un augurio per questo nuovo inizio: «Se pensiamo a dove, nel vangelo, è collocata la parola magnificat, questo spostamento assume un sapore tutto particolare: come Maria, che ha appena ricevuto l’annuncio dell’angelo, trova l’abbraccio rassicurante di Elisabetta, così vorremmo che fosse per le nostre ragazze».
L'Opera cerca aiuto, e non solo economico
È possibile sostenere questo progetto dell’Opera casa famiglia – che in via Nino Bixio mantiene il pensionato per studentesse lavoratrici e alcuni appartamenti per giovani donne che hanno bisogno di essere sostenute per raggiungere l’autonomia – dando il proprio contribuito in denaro attraverso il sito operacasafamiglia.it ma non solo.
«C’è bisogno anche di persone che possano condividere con noi questo progetto. Che si facciano abbraccio rassicurante per le nostre ragazze». L’Opera casa famiglia condividerà Casa Magnificat con il Centro aiuto alla vita, che si sposta da un’altra sede.