Terremoto e neve, Caritas intensifica le attività in Centro Italia
Grazie alla colletta del 18 settembre, già stanziati 21,6 milioni di euro in aiuti. Funziona il sistema di gemellaggi tra diocesi. A novembre è stata consegnata la prima struttura polifunzionale ad Amatrice, adibita a Centro di comunità. Aperte prima di Natale piccole strutture anche a Scai e Accumoli. Già presi accordi per interventi nelle Marche. Le chiese locali stanno completando il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico e avviando interventi mirati per la ripresa
Il Centro Italia continua a soffrire. Dieci giorni fa, proprio nel mezzo di un’emergenza neve eccezionale, la terra ha ripreso a tremare. Terremoto e neve: un mix micidiale che ha purtroppo allungato la lista delle vittime di questi mesi già così tremendi. Le immagini dell’hotel di Farindola, dove i soccorritori sono stati in grado di estrarre dalle neve dispersi ormai già dati per morti da decine di ore, hanno mostrato come la speranza possa continuare sempre a essere coltivata, anche quando ciò sembra contrario ad ogni logica.
Ed è per questo che Caritas continua a operare, grazie alla sua fitta rete sul territorio. La nuova emergenza è arrivata mentre sono già attivi i gemellaggi di tutte le Caritas, da Nord a Sud, con le diocesi dei territori colpiti: la diocesi di Rieti, le sei diocesi delle Marche raggiunte dal sisma (Ascoli Piceno, Camerino-San Severino Marche, Fabriano-Matelica, Fermo, Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia, San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto), le diocesi di L’Aquila e Teramo-Atri e infine la diocesi di Spoleto-Norcia con cui sono gemellate le quindici diocesi del Nordest, tra cui Padova.
Pur tra queste difficoltà, in tutte le zone colpite le chiese locali stanno completando il monitoraggio dei bisogni a carattere sociale ed economico e avviando interventi mirati per la ripresa delle attività produttive, soprattutto nelle aree rurali: attrezzature per allevatori e agricoltori, tunnel agricoli destinati al bestiame, mangimi e foraggi, interventi strutturali per la ripresa della produzione, trasformazione e vendita dei prodotti tipici.
Dal punto di vista strutturale, per riannodare fin da subito relazioni e rapporti comunitari, si è dato prontamente avvio a un programma di realizzazione di strutture polifunzionali, i famosi “Centri di comunità”, il primo dei quali è stato inaugurato ad Amatrice il 24 novembre, a meno di cento giorni dal sisma, subito utilizzato dopo le nuove scosse come punto di primo soccorso.
Aperte prima di Natale piccole strutture sempre nella diocesi di Rieti tra Scai, Amatrice ed Accumoli. A breve, invece, l’apertura di strutture a Spoleto-Norcia e di un centro comunitario ad Arquata del Tronto nella diocesi di Ascoli Piceno. Già svolti, infine, incontri con le altre diocesi marchigiane per verificare la opportunità-necessità di realizzare analoghi interventi strutturali.
Relativamente alle risorse, grazie alla colletta nazionale del 18 settembre e alla generosa risposta solidale, sono finora pervenuti a Caritas italiana circa 21,6 milioni di euro, incluso il milione messo a disposizione dalla Conferenza episcopale italiana. Oltre a proseguire con aiuti concreti, la priorità ora è di restare in ascolto delle comunità locali e portare all’attenzione delle istituzioni questo ascolto di tanti che soffrono, sono isolati, disillusi dalle troppe promesse fatte e non mantenute. Un carico di interrogativi che esige doverose risposte, da quelle più immediate alle scelte di ricostruzione, da cui dipende il futuro di queste persone e delle loro comunità.
Don Luca Facco: «Due obiettivi: l’occupazione e l’unione delle comunità»
Sono ben 405 mila, al 20 dicembre, gli euro raccolti da Caritas di Padova per contribuire al fondo nazionale a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia.
Altri 40 mila e 900 euro, invece, arrivati da offerte e donazioni varie, saranno destinati ad aiuti mirati per la diocesi di Spoleto-Norcia, con la quale Padova – assieme alle altre 14 diocesi del Nord Est – è stata gemellata.
«Due operatori – racconta don Luca Facco, direttore della Caritas patavina – sono proprio lì e per conto delle chiese del Triveneto ascoltano i bisogni del territorio e cercando di darvi risposta, secondo i criteri già concordati da Caritas italiana e dalla Caritas del Nordest». Don Luca spiega: «Il nostro lavoro inizia subito dopo la fase emergenziale, quando noi non possiamo fare niente e tutto è nelle mani dei soccorritori e della Protezione civile, gli unici in grado di dare una risposta professionale ai bisogni immediati. Non appena ci sarà la possibilità e lo spazio per collaborare, per sostenere e per accompagnare le persone, potremo dare il nostro contributo».
La priorità? Il lavoro: «Stiamo dando risposta alle difficoltà legate alle aziende zootecniche nel territorio della diocesi di Spoleto-Norcia per far ripartire immediatamente l’occupazione. Altra importante azione è quella di creare dei piccoli centri di comunità perché le realtà locali non si disperdano, ma possano ritrovarsi sempre attorno a un centro, riscoprendo il senso di aggregazione».
In questi mesi di sostegno a distanza si può apprezzare quella che forse è la più grande risorsa di Caritas: la territorialità. «Non siamo noi che realizziamo i progetti, ma sosteniamo chi già lavora nei paesi colpiti. Caritas infatti può contare su una rete capillare di volontari, di parroci, di vescovi, di associazioni parrocchiali, vicariali e diocesane. Loro conoscono chi vive nel territorio, loro sanno quali sono le povertà e le risorse. Per questo gli interventi riescono a essere così significativi».
Come aiutare
Le comunità padovane continuano intanto a far arrivare il loro aiuto. Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte alla Caritas diocesana di Padova presentandosi allo sportello in via Vescovado 29, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13 o di pomeriggio su appuntamento, tramite versamento sul conto corrente postare 10292357 intestato a “Caritas diocesana di Padova”, tramite bonifico bancario intestato a Caritas Diocesi di Padova presso Banca Etica filiale di Padova IBAN: IT27 T050 1812 1010 0000 0100 400, sul sito www.donazioni.caritaspadova.it e infine, per offerte detraibili a onlus, via bonifico bancario intestato a Associazione Adam Onlus presso Poste Italiane - Bancoposta IBAN: IT 64 S 07601 12100 001029604178 o con un bollettino postale al n. 1029604178. Nella causale specificare “Terremoto centro Italia”.