La festa dell'Incoronata torna puntuale a fine estate
Si apre venerdì 1 settembre la festa dell'Incoronata fino a domenica 10 per due interi fine settimana. Tutto si svolge secondo il tradizionale programma, con un motivo in più per festeggiare: i primi sessant'anni della parrocchia nata nel 1957.
Il 31 maggio 1957 venne celebrata la prima messa nella nuova chiesa della Madonna Incoronata nella zona del Basso Isonzo ai confini con la recente parrocchia della Sacra Famiglia. Il 6 ottobre faceva il suo ingresso il primo parroco don Annunzio Zampieri. Iniziava così una nuova storia parrocchiale fatta di volti, incontri, amicizia, fede vissuta insieme e condivisa.
Dopo sessant'anni la Madonna Incoronata è cambiata profondamente, proprio come il mondo di cui oggi fa parte. Una storia recente, la sua, in parte ancora tutta da scrivere. «Sessant'anni – sottolinea il parroco don Carlo Cavallin – è un'età ancora buona per rimettersi in discussione e in gioco, si hanno ancora le energie per iniziare a camminare con slancio. La comunità parrocchiale ha saputo rinnovarsi in più occasioni con lo stesso spirito di accoglienza ed entusiasmo degli inizi e ancora oggi cerca di coltivare un "volontariato pastorale" maturo, pur tenendo conto delle esigenze quotidiane di ciascuno intrecciate a lavoro, famiglia, poco tempo a disposizione...».
Prima di congedarsi dall'estate, ritorna la festa dell'Incoronata che inizia venerdì 1 fino a domenica 10 settembre impegnando i volontari per due interi fine settimana. Il programma si mantiene sulla stessa lunghezza d'onda degli anni passati: tutte le sere dalle 19 il curato stand gastronomico con i piatti della tradizione veneta, la pesca di beneficenza e la "baby dance" per i più piccoli dalle 20.15. Ogni sera dalle 21.30 musica e dimostrazioni di danza e balli, dal liscio ai caraibico. Negli spazi all'aperto vengono allestiti la mostra del libro, l'angolo degli scout con le prove d'agilità per i ragazzi e il gazebo dell'Usmi basket.
In centro parrocchiale, invece, tornano la mostra di pittura collettiva di una dozzina di artisti locali in memoria di Dioniso Gardini e Danilo Berlese.
Martedì 5 settembre, dalle 21, la chiesa sarà aperta per l'adorazione eucaristica e domenica 10 alle 10 si celebra la messa che dà avvio al nuovo anno di attività pastorali; segue il pranzo comunitario sotto il tendone.
Tutta la vitalità e l'energia giovane della parrocchia si è respirata ancora una volta quest'estate con il grest a cui hanno partecipato oltre 250 ragazzi provenienti un po' da ogni dove, i campiscuola di elementari e medie a Vigo di Cadore con 94 ragazzi. «Gli animatori alla prima esperienza di campo erano parecchi – sottolinea don Carlo – e questo ci spaventava un po'. Invece, si è respirata una grande armonia; gli animatori si sono dimostrati responsabili e generosi nei confronti dei più piccoli, confermando che l'esperienza del mese prima di servizio al grest li aiuta a crescere, ma soprattutto sono fondamentali la formazione e la partecipazione al loro gruppo di riferimento su cui puntiamo durante tutto l'anno».
Un'altra esperienza che verrà ricordata a lungo è il camposcuola itinerante dei 30 giovanissimi che hanno trascorso i primi tre giorni in autogestione all'eremo francescano delle Celle a Cortona e poi altri quattro giorni ad Assisi sulle orme di Chiara e Francesco alla scoperta della fedeltà di Dio lungo tutta la vita, quando tutto fila liscio, ma anche quando è più difficile coltivare la speranza.
«Accanto all'esperienza spirituale di comunione – racconta Bianca carraro, educatrice dei giovanissimi – l'esperienza fisica di condivisione del cammino ha fortificato l'amicizia tra i ragazzi. Ad esempio, per raggiungere l'eremo delle Carceri abbiamo deciso di percorrere lo stesso sentiero che, secoli prima, san Francesco sceglieva di seguire: la strada era un'intensa salita in mezzo al bosco. I ragazzi si aiutavano, si incoraggiavano, condividevano l'acqua. Alcuni si facevano carico anche dello zaino di qualche compagno affaticato. La conquista grande non è stata solo il gratificante paesaggio dall'altura, ma soprattutto essere arrivati insieme e aver condiviso la fatica. Diverse attività proposte dagli animatori chiamavano i ragazzi a riflettere su loro stessi sotto l'aspetto delle proprie relazioni, delle proprie emozioni e delle proprie scelte e successivamente a condividere i propri pensieri con gli altri. Si è creato, così, uno spazio loro in cui si potevano confrontare apertamente, senza sentire il peso del giudizio, ma solo l'ascolto e la comprensione».
Ritornando a don Carlo, quali sono i desideri più profondi che serba nel cuore per la propria comunità in vista del nuovo anno pastorale ormai alle porte? «Il primo desiderio è legato al sinodo dei giovani: sono già partiti due gruppi, uno formato da ragazzi di quinta superiore e animatori, l'altro da giovani con qualche anno in più e precedentemente impegnati in parrocchia. Mi auguro che il sinodo sia un'opportunità per approfondire l'incontro con Cristo, riconoscendolo meglio nel proprio essere già parte attiva della comunità». Il secondo desiderio riguarda l'iniziazione cristiana: « Abbiamo concluso il primo ciclo a maggio con grande soddisfazione; spero che ora il nuovo modello di evangelizzazione si consolidi nell'operatività di ogni gruppo. E, infine, mi sta molto a cuore il rinnovamento generazionale. Mi auguro che la parrocchia si assesti anche in questo, perché attività e servizi non vadano scomparendo con chi li ha sempre portati avanti finora e ora per limiti di età non riesce più a farlo. Mi auguro che ci sia grande generosità da parte di tanti altri».