Il vescovo in visita pastorale al vicariato di Limena
Il 28 e 29 novembre mons. Mattiazzo incontra un vicariato vitale, nel quale ogni comunità cristiana rappresenta un punto di riferimento per la realtà circostante. I giovani si formano insieme e la Caritas ha fatto passi da gigante per affrontare le nuove povertà.
È composto da dieci parrocchie il vicariato di Limena
C’è, per l’appunto, Limena e poi Pieve di Curtarolo, Santa Maria di Non, Campo San Martino (a lato il patronato), Marsango e Busiago, alle quali si aggiungono Villafranca, Taggì di Sopra, Taggì di Sotto e Ronchi di Campanile, queste ultime, da poche settimane, unità pastorale. Venerdì 28 e sabato 29 novembre il vescovo Antonio si recherà in visita pastorale proprio a Limena: «Troverà un vicariato ricco, dinamico – promette don Giuseppe Alberti, parroco di Villafranca e vicario foraneo (sotto, con gli altri sacerdoti del vicariato) – realtà in cui si sperimentano comunque le difficoltà che la chiesa vive in questi anni, come l’invecchiamento generale delle persone e una partecipazione più faticosa alle attività parrocchiali. È impossibile comunque negare che si tratti di un vicariato vitale, in cui le comunità cristiane restano punti di riferimento significativi per tutto ciò che le circonda».
Gianluca Busolo, vicepresidente del coordinamento vicariale, annuncia: «Delle dieci comunità il vescovo si recherà in ben otto. Ogni incontro, nella giornata e mezza che sarà da noi, si svolgerà in un posto diverso. Tutti potranno incontrarlo, dai giovani, ai ragazzi ai volontari dei gruppi Caritas». E già si nutrono delle aspettative: «Ci attendiamo delle conferme, delle rassicurazioni, una “pacca sulla spalla” da parte di un “papà” che ci sia di aiuto per proseguire, come comunità, le avventure sicuramente non semplici che affronteremo nei prossimi anni e che in parte stiamo già affrontando».
Dello stesso avviso don Giuseppe Alberti: «Sarà un’occasione di ascolto, per collegare il vissuto di fede ecclesiale delle nostre comunità e far risaltare tutto “il bene che c’è tra noi”. La vera questione è vederlo, queste bene. Altrimenti ci limitiamo a fissare le cose che non vanno, o a lamentarci di ciò che non viene ma potrebbe essere fatto. I segnali che percepisco sono comunque indizi di salute. Nonostante le difficoltà, restano nel vicariato di Limena forme di aggregazioni giovanili importanti, come i gruppi Acr e i gruppi giovanissimi. Il volontariato è strutturato e sano: la nostra Caritas, negli ultimi mesi, ha fatto passi da gigante per rispondere ai bisogni delle situazioni difficili delle nostre comunità».
Fiore all’occhiello, punto di forza e “motore” di vita comunitaria sono sicuramente i patronati
«Tutte le parrocchie, anche le più piccole, hanno il loro patronato e il loro circolo Noi. Oltre alla liturgia le comunità riescono a essere ancora polo di aggregazione. Pensiamo solo alle sagre, capaci di far confluire tantissime energie e risorse in termini di volontariato». Anche sulle scuole dell’infanzia continua in modo convinto l’investimento delle comunità cristiane: «Quasi tutte le parrocchie ne hanno una. Durante la visita pastorale operatori e responsabili degli asili si stringeranno attorno al padre vescovo».
Un'occasione per ricevere nuovi stimoli e nuovi orientamenti
Alla luce di tutto questo, la visita di mons. Mattiazzo nelle comunità a nord di Padova assume un significato ancora più importante: «Il vescovo avrà modo di conoscere ancora meglio la nostra realtà e di percepire il suo stato di salute religioso e comunitario – aggiunge don Alberti – Per noi, invece, sarà l’opportunità di ricevere nuovi stimoli e nuovi orientamenti, in modo particolare il rinnovato impianto di iniziazione cristiana, adottato ufficialmente nel nostro vicariato quest’anno. Quando parlo di novità mi riferisco anche alla nuova configurazione delle comunità nelle unità pastorali. Quella di Villafranca è in atto da poche settimane, ma si ipotizza che anche altre comunità possano iniziare a lavorare insieme. Questa attenzione al nuovo non può dimenticare i fenomeni emergenti, come le inedite situazioni di povertà e di fatica sociale, con le risposte che la Caritas, con i suoi centri di ascolto ramificati nel territorio, può dare in tutte le parrocchie, ma non può lasciare da parte nemmeno l’attenzione verso la famiglia, richiamata con forza da papa Francesco nell’ultimo sinodo».
Per don Giuseppe Alberti, missionario fidei donum in Ecuador per più dieci anni, il nuovo atteggiamento ecclesiale non potrà che essere missionario: «È lo stile che ci è chiesto oggi. Per dirla con il pontefice ci vuole “una chiesa in uscita”. Da comunità statiche, ancorate allo status quo, a comunità cristiane aperte e coraggiose. Non relegate nelle quattro mura della chiesa o della sacrestia, ma capaci di entrare nelle case, nei bar, nei luoghi di sofferenza. Dobbiamo superare il concetto di parrocchia come ente puramente liturgico o amministrativo e affrontare questa fatica gioiosa che sperimentiamo nell’“uscire”».
Ripercorri tutte le visite pastorali vicariali compiute dal vescovo Antonio scaricando il pdf con i servizi realizzati dalla Difesa, in allegato a questa pagina