Cento anni di Elisabettine all'Arcella
La storia dell'istituto Elisabetta Vendramini che oggi accoglie 380 alunni nella scuola dell'infanzia e nella primaria ha una storia lunga e complessa iniziata nell'ormai lontano 1914 e ha attraversato molte diverse fasi. Fiore all'occhiello del carisma elisabettino, che le due comunità religiose continuano a trasmettere all'ombra di Sant'Antonino, è la condivisione delle scelte educative con i laici per uno sviluppo integrale del bambino.
La meraviglia dei ricordi. Si può definire così il sentimento prevalente che è circolato nelle scorse settimane tra le suore elisabettine che risiedono nel quartiere Arcella e le persone che nel corso degli anni le hanno affiancate nella loro opera. Aver tirato fuori dagli archivi indirizzi che parlano di volti passati di qui, fotografie ingiallite dal tempo ha messo in moto non solo la memoria dei ricordi ma soprattutto la memoria degli affetti e dei sentimenti.
Storia complessa e ricca questa, cominciata nel 1914 con l’apertura di una comunità in uno stabile della congregazione, proprio di fronte alla chiesa di Sant’Antonio, quale luogo di riposo per le suore anziane e di preparazione per le ragazze alla vita religiosa. Grazie all’attenzione delle suore per la formazione umana e professionale dei giovani, successivamente l’edificio ospitò un asilo infantile, la scuola di lavoro, il primo patronato femminile della parrocchia e un orfanotrofio, alla fine della seconda guerra mondiale, fino alla presenza delle religiose nel nuovo patronato femminile Domus Laetitiae, di proprietà dei frati minori conventuali.
E oggi? Oggi l’istituto Elisabetta Vendramini è una grande struttura che ospita circa 380 alunni, nella scuola dell’infanzia e nella primaria, accanto alla quale vivono due comunità: una dedita al servizio nella scuola e alla pastorale, l’altra come comunità soggiorno. La scuola si qualifica per la professionalità degli insegnanti, per l’incisività dei progetti che vengono realizzati, per la sensibilità verso le svariate situazioni di bisogno, per le proposte formative rivolte ai genitori, per la capacità di interagire con le agenzie educative religiose e non del quartiere, per una struttura ricca di ambienti e spazi che garantiscono lo svolgimento delle attività.
Fin dai primi anni le scelte educative e didattiche sono state condivise con i laici, secondo il carisma elisabettino che le suore cercano di vivere e trasmettere. Questo è certamente il valore più grande sul quale si fonda la scuola: l’attenzione allo sviluppo integrale del bambino, a partire dall’esperienza di madre Elisabetta Vendramini che invitava le suore a valorizzare i doni, i talenti che ogni persona ha in sé perché figlia di Dio, sua creatura.
Volendo ricordare il centenario della presenza delle suore nel quartiere e il 25° della beatificazione di Elisabetta Vendramini, quest’anno si è voluta dare una veste diversa al tradizionale “Concerto di primavera”. La serata di venerdì 24 aprile scorso nel santuario dell’Arcella, ha visto il coinvolgimento di coro e orchestra del liceo musicale Concetto Marchesi, vicino di casa della scuola. I giovani studenti, diretti dai maestri Alessandro Fagiuoli e Piergiorgio Simoni, hanno dato voce al sentimento di riconoscenza e sono stati segni di speranza. Perché fare memoria è occasione di sosta e riflessione per capire meglio se stessi, ma anche impulso a guardare al futuro, nella consapevolezza che quanto si è e si fa ha la sua origine in alto, in Dio, al quale continuamente affidarci per continuare a camminare nelle strade del mondo, accanto a sorelle e fratelli che ci chiedono motivi di speranza, secondo il vangelo, nello stile francescano di madre Elisabetta.