Campagna Lupia, una squadra per la comunicazione in vicariato
Nel vicariato del Veneziano la comunicazione è coordinata da quattro persone: don Renato Pilotto, parroco di Bojon e Santa Maria Assunta, Massimo Boldrin, coordinatore vicariale della parrocchia di Premaore, Andrea Corrò e Riccardo Nalon, entrambi di Camponogara. L'obiettivo è chiaro e condiviso: le persone al centro della relazione.
Nel vicariato di Campagnalupia la comunicazione “si fa in quattro”!
Massimo Boldrin, il coordinatore vicariale della comunicazione, della parrocchia di Premaore, e don Renato Pilotto, delle parrocchie di Bojon e Santa Maria Assunta, sono infatti supportati nel loro impegno da due giovani leve della comunità di Camponogara: Andrea Corrò e Riccardo Nalon, di 23 anni.
Un lavoro d’équipe partito con la raccolta dei dati della ricerca esplorativa Sonar, sulla comunicazione nella diocesi di Padova.
«È stato un impegno complesso – raccontano – Solo vivendo fianco a fianco con persone e parrocchie, si intercettano, si condividono storie fatiche e bisogni. C’è ancora molta strada da compiere: fisica, mentale e relazionale».
Il vicariato conta dieci parrocchie, con alcune forme di collaborazione già in atto, che insieme stanno scoprendo la debolezza di un sistema che non può più reggersi sul “si è sempre fatto così”.
«Comunicare, informarsi, condividere sono sentite come le prime risposte per cambiare il volto delle comunità, per valorizzare i laici e muoversi insieme. Si sente la fatica di delegare e al tempo stesso l’urgenza e la sensibilità a comunicare: c’è desiderio di sapere di più, si intuisce la bontà del lavoro in rete, ma il rischio è sempre quello di essere fruitori, a volte anche passivi, più che protagonisti nella comunicazione».
L’équipe vicariale ha comunque individuato delle piste su cui lavorare.
«In primis le relazioni dirette con le persone: incontrare la gente, prima ancora del “fare”. Capire interessi e potenzialità attraverso idee su cui si cerca di creare condivisione. È davvero importante tenere i contatti, coordinarci e fare rete. Raccontandoci e condividendo le realtà esistenti nelle dieci comunità parrocchiali».
Come mezzi operativi è nato il “Servizio comunicazione – vicariato di Campagna Lupia” che lavora sul multimediale, gestendo il sito https://vicariatocamplupia.wordpress.com e le pagine facebook, instagram, twitter, telegram, flickr e il canale Yotube. È stato creato anche un calendario vicariale aggiornato in tempo reale e la newsletter vicariale.
«Stiamo verificando sul campo che niente è da dare per scontato: chi usa di più i mezzi tecnologici, come i giovani, conosce poco le realtà vicariali e diocesane e anche l’approccio con la parrocchia è molto personale, non sempre partecipativo. Negli adulti non sempre si sente come immediata la necessità di aprirsi, incontrarsi, collaborare. Oltre a proporre e progettare, vediamo che la grande scommessa è quella del “ritorno della comunicazione” tutta da costruire. Si potrebbe correre il rischio di una comunicazione a senso unico, dal centro alla periferia senza riscontri o occasioni di verifica. Stiamo cercando di coinvolgere gli operatori nella pastorale vicariale, in modo da avere insieme il polso della situazione».
Quindi cosa significa essere coordinatori della comunicazione?
«Credere nelle persone che ci credono. Sulla comunicazione si parte spesso da zero e su basi molto varie e slegate: vita ed esperienze personali, esperienza di chiesa, rapporti tra generazioni, vita nel territorio, lavoro e professionalità. Una sottolineatura ulteriore: al centro, prima ancora di qualsiasi cosa (da fare o da proporre) l’incontro, l’interesse e la valorizzazione della persona. Se si cerca di seguire un metodo di comunicazione integrata, non si può prescindere dalle persone che vivono la cosa, l’hanno a cuore, la comunicano, per generare, non per altri scopi».