Ai Santuari Antoniani c'è una famiglia a servizio di altre famiglie
Da un anno, Edoardo e Chiara Vian con i loro tre figli vivono come famiglia fidei donum nella casa di spiritualità dei Santuari Antoniani, a servizio delle famiglie in difficoltà nel centro di accoglienza Oasi famiglia. «Il bello – raccontano – è sentirsi parte viva della chiesa, camminare insieme, sostenersi. Una chiesa a cui dai e che continua a nutrirti».
ll 27 agosto hanno festeggiato un anno di servizio fidei donum presso i Santuari Antoniani di Camposampiero.
Un’esperienza insolita che la famiglia Vian – Edoardo, Chiara e i loro tre figli, Emanuele 9 anni, Angela 7 e la piccola Ester nata il 2 ottobre – sta vivendo a fianco della comunità dei frati minori conventuali, a servizio di altre famiglie.
Hanno lasciato una casa, a Casale sul Sile, l’aiuto dei nonni, una rete consolidata di relazioni e amicizie, maturate anche grazie ai servizi che hanno svolto nella loro parrocchia nei percorsi per fidanzati.
«L’aspetto della coppia – spiega Edoardo Vian, che di professione fa lo psicoterapeuta – con le sue difficoltà e i suoi momenti di crescita, mi ha sempre motivato molto. Grazie alla mia professione ho conosciuto i minori conventuali e pian piano è nata l’idea di dar vita a un centro di ascolto per le famiglie in difficoltà che avesse in sé il desiderio di salvaguardare il matrimonio».
Nasce così l’Oasi famiglia, équipe formata da frati, coppie con esperienza nella pastorale familiare e professionisti, tutti accomunati da un percorso di fede.
«A questo, pian piano – continua Vian – si è fatta avanti l’idea di avere una famiglia fidei donum, in missione per chi vive un momento di fragilità. Perché non noi? Nel nostro percorso di coppia abbiamo avuto anche noi difficoltà, accompagnare altre coppie ci ha messo spesso in discussione e ci ha fatto crescere, era un servizio nutriente. Poteva quindi essere un sì detto al Signore che apriva di più i nostri cuori e arricchiva la nostra promessa. Ho pensato: se non tu, chi? Se non ora, quando? Se non qui, dove?».
«La decisione non è stata immediata nP facile – prosegue Chiara Buzzacaro Vian – abbiamo dovuto elaborare una serie di risposte legate a esperienze precedenti, fra cui un affido familiare molto intenso. Avevo paura di lasciare le sicurezze, la mia casa, la comodità dei nonni vicini, i bambini inseriti a scuola. Ma se rimanevo ferma il Signore poteva fare per me solo cose piccole: la chiesa in quel momento mi chiedeva qualcosa di grande, che andava al di là di noi. Anche per i bambini era una grande opportunità».
All’Oasi famiglia giungono due-tre telefonate a settimana, in un anno di servizio sono state un centinaio le richieste di aiuto.
Dopo un colloquio conoscitivo, Edoardo e Chiara decidono verso quale percorso indirizzare la coppia: una guida spirituale, degli incontri di psicoterapia di coppia o individuali oppure un accompagnamento da coppia a coppia o, in extremis, l’incontro con un avvocato.
I percorsi con i professionisti hanno una tariffa minima, ma si cerca sempre di andare incontro alle esigenze delle persone. «Percepiamo dei livelli di sofferenza molto alti – concludono Edoardo e Chiara – non solo a livello di coppia, tradimenti, incomprensioni, ma anche problematiche con figli adulti, devianze, tossicodipendenze, omosessualità».
«La difficoltà maggiore è stare di fronte a questo dolore in modo empatico, ma anche lucido, non far prevalere il senso di desolazione, ma vedere sempre la speranza. Come famiglia poi dobbiamo salvaguardare l’integrità e l’intimità del nostro nucleo. Il bello però è sentirsi parte viva della chiesa, camminare insieme, sostenersi. Una chiesa a cui dai e che continua a nutrirti. E poi è bello vedere le famiglie rinascere, torna la tenerezza dove c’era rancore e dolore. Questa esperienza apre nei nostri cuori spazi infiniti e sconosciuti di misericordia. E questo ci fa dire: ne vale la pena!»