A Roncaglia la sagra ricorda don Angelo Scapin

L’edizione di quest’anno della sagra di Roncaglia – in programma dal 5 al 7 giugno e dall’11 al 14 – ricorda la figura di don Angelo Scapin, parroco dal 1936 al 1965. Il seme della comunità attuale, più viva che mai, è stato piantato anche da questo pastore.

A Roncaglia la sagra ricorda don Angelo Scapin

A Roncaglia ancora se lo ricordano bene. Chi ha più di sessant’anni non può proprio scordarselo, sempre avvolto dal sottanone nero, con l’immancabile libro sotto il braccio. Era il classico prete all’antica, uno di quelli dalla scorza dura che nasconde però un animo dolcissimo.

Don Angelo Scapin, parroco di Roncaglia dal 1936 al 1965, se ne stava sempre là, di fronte al portone della chiesa, sotto il solleone del polverone agostano o in mezzo alle nebbie fitte di novembre. A salutare, a rimbrottare, ad accogliere. Tra i tavoli, la pista da ballo e il bancone degli spritz della sagra in onore di san Basilio, al via il 5 giugno, non potrà che aleggiare il suo ricordo. Il 7 giugno, infatti, prima domenica di sagra e “cuore” della festa patronale, ricorrono cinquant’anni dalla morte improvvisa di questo pastore che ha traghettato Roncaglia dai tempi della guerra d’Etiopia ai prodromi del boom economico.

«L’affetto per don Angelo Scapin è ancora grande – conferma il parroco don Sergio Penazzato – c’è ancora una famiglia che ogni mese fa celebrare una messa in suo ricordo. È un segno di riconoscenza che continua tutt’ora, a cinquant’anni di distanza». La messa solenne delle 11.15 di domenica 7, accompagnata dai canti del coro Jubilate Deo diretto da Pierpaolo Maritan, sarà proprio dedicata a don Angelo. E con don Angelo, anche alla Roncaglia di cinquant’anni fa, un paese completamente diverso che resta vivo nella memoria e nel cuore degli anziani.

Il seme di una comunità oggi più viva che mai: «La sagra a Roncaglia – continua don Sergio – è davvero un fiorire di comunità. Molti qui si ritrovano per servire ai tavoli, per lavorare alle griglie, per accogliere le persone. Qui il fare famiglia si può toccare con mano». A dare il motivo dei festeggiamenti, anno dopo anno, è sempre lui. San Basilio il Grande, vescovo di Cesarea di Cappadocia tanto caro ai cristiani d’oriente: si contano sulle dita di una mano le parrocchie in Italia a lui dedicate. «Anticamente – osserva il parroco – san Basilio veniva festeggiato a metà giugno. Poi il Concilio ha anticipato la sua festa al 2 gennaio. La sagra, però, è rimasta a giugno come festa esterna».

San Basilio è tra i santi più venerati dagli ortodossi accanto a san Nicola, che dà addirittura il nome alla parrocchia vicina e a tutto il comune di Ponte San Nicolò. Una convergenza rara che racconta molto delle origini antiche di questi campanili. «La sagra di Roncaglia – aggiunge Giannino Tiso del comitato sagra – serve anche a portare un aiuto alla parrocchia per la gestione dell’asilo. È un modo con cui la comunità si prende cura di se stessa». L’ingrediente principale, anche per Tiso, è lo stare assieme: «Qui davvero si vede come funziona un gruppo di lavoro animato dal volontariato, che opera perché la gente ricavi svago e divertimento nella compagnia».

La sagra di Roncaglia, in programma da venerdì 5 a domenica 7 e da giovedì 11 a domenica 14, può contare su un consolidato stand gastronomico anche su asporto. Ad attendere gli ospiti i giovani dell’Azione cattolica con il loro stand degli spritz, a congedarli con il sorriso sulle labbra l’angolo crepes e dolci leccornie. Se la serata di sabato 6 viene ripresa da Telechiara, domenica 7 giugno, dopo la messa delle 11.15, torna dopo tanti anni il pranzo comunitario. Giovedì 11 la serata latina, tra paella e danze caraibiche; venerdì 12 e sabato 13 l’abbondanza del pesce fritto. La novità più attesa è sempre venerdì 12: alle 21.30 intervengono Marco e Pippo, ben noti da queste parti ma al loro esordio assoluto alla sagra di Roncaglia.

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