La pace, un dono e una fatica quotidiana

Il nuovo anno della chiesa di Padova si apre, come di consueto, con un grido di pace. La tradizionale Marcia Insieme per la Pace, in programma il 1° gennaio, riprende nel titolo il messaggio di papa Francesco: “La nonviolenza: stile di una politica per la pace”».
Contro la «terribile guerra mondiale a pezzi», però, l’invito di papa Francesco che risuonerà nei passi e tra le luci delle fiaccole che attraverseranno il centro cittadino, non è solo alla politica o alla macroeconomia, ma ad ogni livello dell’agire umano, perché lo stile della nonviolenza possa trasformare in meglio ogni ambito di vita.
Ma cosa significa coltivare la pace nel quotidiano? Lo abbiamo chiesto al sociologo Silvio Scanagatta e alla docente di pedagogia Paola Milani.

La pace, un dono e una fatica quotidiana
«Ma chi è in pace? Colui che mette i propri talenti sotto terra per paura di perderli, o quello che li usa, li fa fruttare?». Silvio Scanagatta, sociologo di lungo corso, parte da lontano, anche per parlare di pace, soprattutto con se stessi. «La metafora non sembri troppo azzardata, sono convinto invece che vada al cuore del problema».Che sarebbe?«Molto semplicemente che essere in pace vuol dire avere un buon rapporto con i beni, con l’ambiente in cui si vive, con le persone e le opportunità di cui si dispone. Dobbiamo...