Natale del Signore *Domenica 15 dicembre 2024

Giovanni 1,1-18

Natale del Signore *Domenica 15 dicembre 2024

In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

Egli era, in principio, presso Dio:

tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto 

di ciò che esiste.

In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

È tutta una festa in questa giornata, ovunque. Mai vista una cosa simile. Non c’è niente e nessuno che si senta estraneo. «Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie – recita il salmo responsoriale – Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza, agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia» (Sal 97,1-2). In città è arrivata la notizia che tutti aspettavano! «Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace – ci rivela Isaia – del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”» (Is 52,7). Infatti, «Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti – ci informa la lettera agli Ebrei – ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo» (Eb 1,1-2)

È successo tutto stanotte! «Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1-2). E ora «le tue sentinelle alzano la voce.  Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo, ha riscattato Gerusalemme. Il Signore ha snudato il suo santo braccio davanti a tutte le nazioni» (Is 52,8-9)

Ma come? Non c’è aria di guerra intorno. Stanotte ogni campo di battaglia s’è trasformato in presepe e il Dio onnipotente, il re degli eserciti celesti, nasce da una donna fuori città. Nasce bambino, che mendica un vestito, un pane e una casa come tutti noi. Eppure, non possiamo sbagliare. A dispetto di quello che vedono i nostri occhi, quel bambino è l’«irradiazione della sua gloria e l’impronta della sua sostanza» (Eb 1,3). È il Verbo – afferma il Vangelo di Giovanni – e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio» (Gv 1,1-2)

Sono misteri insondabili, che anche le parole più studiate non riescono a farci minimamente intuire. Eppure, «tutto è stato fatto per mezzo di lui» (Gv 1,3). Anche il tempo con tutti i suoi mille frammenti è tenuto insieme dalla sua eternità indivisa. Tutto ciò che esiste porta un riflesso della luce e dell’amore di Dio. Infatti, «in lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta» (1,4). Anzi, una grotta fuori mano è diventata con lui una cattedrale di sapienza nuova. I primi ad accorgersene sono stati alcuni pastori dispersi sui monti e alcuni re mai visti prima, venuti da Paesi mai conosciuti, alla luce di una cometa. 

Il risultato? «I suoi non lo hanno accolto» (Ivi). Non c’è da farne una colpa! Era troppo luminoso, abbagliava tutto. Molti, poi, lo confusero con Giovanni Battista… Ma «non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce» (1,7-8). «Noi, però, abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità» (1,14)

Siamo diventati con lui «figli di Dio» (1,12). E non per diritti di «sangue» dinastico, tanto meno per «volere di carne o volere di uomo», ma semplicemente perché… «egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa d’Israele» (Sal 97,3). E così «dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia» (Gv 1,16)

Una cosa è certa! «Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato» (1,18). E con lui noi adesso possiamo andare ben oltre la legge di Mosè. «Infatti, per mezzo di Gesù Cristo» noi godiamo la pienezza di ogni «grazia e verità» (1,17)

È un rovescio di grazia che raddrizza con forza ogni storia storta dell’umanità. Dio torna a farla gioire di ogni cosa che tocca, di ogni avvenimento che incontra. «Gridate, esultate, cantate inni! – recita il salmo responsoriale – Cantate inni al Signore con la cetra, con la cetra e al suono di strumenti a corde; con le trombe e al suono del corno acclamate davanti al re, il Signore» (Sal 97,1-2). Non ci riusciremo mai a ringraziarlo abbastanza!

frate Silenzio

Sorella allodola

Solo i salti mortali di Dio fanno rinascere l’innocenza dell’umanità!

Nella foto: El Greco, Adorazione dei pastori (1603-1605, santuario di Nostra Signora della Carità, Illescas, Spagna)

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)