Gianesini in campo da 75 anni. Lo sport nella parrocchia di san Giuseppe

Una domenica come tante, in apparenza, nella parrocchia di San Giuseppe; mentre però i fedeli escono dalla messa, a pochi metri di distanza è in corso una partita importante.

Gianesini in campo da 75 anni. Lo sport nella parrocchia di san Giuseppe

Un gruppo di signore ha portato un megafono e scandisce cori; un ragazzo non nasconde l’imbarazzo – «smetti dai mamma!» – mentre i sostenitori dell’altra squadra, presi un po’ alla sprovvista, abbozzano. L’aria è da finale: in gioco c’è il primo posto nel torneo primaverile, sul prato ventidue ragazzi di 13-14 anni corrono senza risparmiarsi. La partita è vibrante, con continui rovesci nel risultato: al termine c’è chi gioisce e chi è deluso, tutti però si stringono la mano. Perché alla fine il risultato è solo un dettaglio, se in campo hai dato tutto. Lo sa bene Enrico Zoccarato, che dalla panchina segue con lo sguardo i suoi ragazzi. Ingegnere meccanico, 28 anni, da due allena i giovanissimi della Gianesini, associazione sportiva dilettantistica che quest’anno compie 75 anni. Così, almeno tre pomeriggi a settimana e ogni domenica mattina, invece di riposare o distrarsi, ha un appuntamento fisso con il campo parrocchiale tra via Palestro e via Sorio. «A spingermi è la passione ma anche la storia familiare: papà allenava e fin da piccolo lo accompagnavo in panchina – spiega alla Difesa – Oggi allenare i ragazzi è challenging, sfidante; bisogna capire i problemi dell’età e rapportarsi con il giusto equilibrio, essere una figura adulta ma non autoritaria». È d’accordo con il mister Alberto, 13 anni di cui cinque passati alla Gianesini: «Qui mi trovo molto bene, ci sono tante attività ma soprattutto siamo tutti amici»; Giorgio invece, stessa età: «il calcio mi ha permesso di inserirmi nel quartiere, quando ci siamo trasferiti con la mia famiglia dalla Germania. Anche se da piccolo forse preferivo le arti marziali». Oggi l’associazione sportiva dilettantistica (asd) Gianesini conta oltre duecento atleti, dai pulcini alla prima squadra che milita in seconda categoria Figc, con 12 formazioni iscritte a 9 campionati, 16 allenatori e 30 dirigenti. Una realtà importante per tutta la città – circa il 70 per cento dei tesserati non viene dal quartiere – con alle spalle una lunga storia che inizia in una Padova ancora segnata dai bombardamenti. È il 27 luglio 1948 quando il giovanissimo Giacomo Gianesini, non ancora maggiorenne, muore per un tumore alla gamba. Una tragedia che sconvolge conoscenti e amici dell’Azione cattolica che, in seguito, decidono di trasformare quel dolore in qualcosa di bello che possa portare avanti la memoria del compagno, incarnando i valori per cui è vissuto. Nasce così, l’anno successivo, la società sportiva intitolata al suo nome, che all’inizio spazia dal ping-pong al nuoto, le cui gare al tempo si disputavano nel Piovego: la punta di diamante però è, e rimane a lungo, il basket: tre i titoli nazionali, ottenuti nel 1960, 1967 e 1972, nei campionati giovanili del Csi. Fin dall’inizio, infatti, la storia della società si intreccia con quella del Centro sportivo italiano. In seguito però prende sempre più quota il calcio, anche perché a un certo punto la federazione non permette più che le partite di pallacanestro si svolgano all’aperto; per un periodo si parla addirittura di costruire un palazzetto, e a un certo punto sembrano arrivare anche i finanziamenti. Alla fine però la prospettiva tramonta, costringendo i cestisti a trasferirsi in realtà più attrezzate. Il problema però non è solo quello: con il Sessantotto e la contestazione entra in crisi anche il modello di attività proposte dall’associazione. Lo spiega Pierluigi Brombin, classe 1956 e memoria storica della Gianesini, dove ha giocato dal 1972 e allena dal 1979: «Non sono stati tempi facili, la lotta politica era dura persino tra vicini di casa. Le ruggini però sono sempre rimaste fuori dal campo: le idee potevano essere diverse ma giocavamo tutti nella stessa squadra. E ancora oggi dopo tanti anni siamo amici». Brombin sciorina date e nomi, racconta aneddoti: come quando tutto il quartiere si mobilitava periodicamente per raccogliere la carta, in modo da finanziare l’acquisto delle divise. «La priorità è stata sempre formare le persone, anche se forse una volta era più facile, senza telefonini e con meno impegni per tutti: c’era solo il calcio e i ragazzi erano sempre al campo a giocare. Oggi ci si vede soprattutto per gli allenamenti e le partite». Un contesto, quello odierno, nel quale l’aspetto educativo è ancora più importante, sottolinea il vicepresidente Giuseppe Gentile. «Quando sono entrato in contatto con l’associazione, più di dieci anni fa, ho sentito parlare di sport giovanile in maniera diversa, valorizzando l’inclusione e la partecipazione di tutti – racconta il dirigente della società gialloverde – L’importante non è sfornare campioncini, ma far crescere i ragazzi dal punto di vista tecnico e caratteriale: per questo, anche quando mio figlio ha lasciato la squadra per dedicarsi ad altri impegni, ho comunque deciso di rimanere a dare una mano». «Mi sono trasferita da Milano 18 anni fa, lasciando amici e familiari: la Gianesini mi ha dato la possibilità di rendermi utile e di sentirmi  a casa», racconta a sua volta Patrizia Rosselli, anche lei entrata in società in quanto mamma di un atleta. Da anni si occupa un po’ di tutto, dal magazzino al sito internet passando per la segreteria, oltre ad allenare i bimbi più piccoli: «Conosco personalmente quasi tutti i tesserati, cerco e spero di essere un riferimento per loro e per le famiglie. Un impegno a tutto tondo al quale dedico buona parte del mio tempo libero, sempre però con piacere: i ragazzi devono sentirsi ascoltati e a noi adulti ogni tanto fa bene “rallentare” un po’...». Sport e occasioni di incontro non servono insomma solo ai più giovani: per questo la Gianesini è fin dalla fondazione un punto di riferimento, tanto più prezioso in un’epoca di relazioni precarie e “liquide”. «Una società sportiva rappresenta un’occasione formidabile per esprimere cura e vicinanza ai ragazzi e alle ragazze di oggi, compresi quelli provenienti da famiglie non cristiane – conclude il parroco don Enrico Luigi Piccolo – In questi anni la Gianesini è stata punto di ritrovo, di convergenza e di aggregazione per creare una trasversalità tra generazioni e gruppi sociali che spesso oggi sembra mancare. Una storia che non esclude ma integra, e rappresenta un pezzo importante della vita parrocchiale di San Giuseppe». Un cammino lungo tre quarti di secolo, nato da un’amicizia tra ragazzi capace di andare oltre la morte. Ed è proprio l’amicizia, assieme alla passione per lo sport, ad animare ancora oggi la Gianesini: cuore pulsante che da 75 anni crea legami che durano nel tempo.

Festeggiamenti

In occasione del 75° anniversario dalla fondazione, l’associazione organizza una serie di iniziative e di eventi per festeggiare insieme: per tre giornate, da venerdì 31 maggio a domenica 2 giugno, la parrocchia di San Giuseppe accoglierà gli atleti gialloverdi di tutte le categorie, a partire dalle vecchie glorie del calcio e del basket, senza ovviamente escludere chiunque voglia unirsi alla festa. Non mancheranno lo stand gastronomico e l’angolo dei gadget, la musica dal vivo (sabato sera alle 21:30) e vari tornei per grandi e piccini. Tutte le info su www.usdgianesini.it

Otto categorie e allenamenti quotidiani

L’Unione Sportiva Gianesini, nata nel 1949, è oggi una delle più vecchie società sportive di Padova e una delle più attive in città. Si va dalla squadra dei più piccini 123 stella (6-7 anni) fino alla Prima squadra, passando per altre sei categorie.

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