Franco Gatto. Ha scolpito oltre 500 crocifissi di legno. Uno l’ha donato al papa

Franco Gatto vive a Valli di Chioggia, in località Piovini, a due passi dalla laguna. Classe 1948, ha fatto l’agricoltore e ha sempre coltivato una sua passione: dare nuova vita, con una tipica britola veneta, a rami che trova sulla spiaggia o scarti della potatura

Franco Gatto. Ha scolpito oltre 500 crocifissi di legno. Uno l’ha donato al papa

«Signor Franco Gatto, voglio ringraziarla per il crocifisso che lei mi ha inviato. È molto bello. Tante grazie! Prego per lei e per la sua famiglia e le auguro un felice anno 2024. Che Gesù vi benedica e la Madonna Santa vi custodisca. Fraternamente, Francesco». Questo recita il biglietto – datato 8 gennaio 2024 e vergato di pugno da papa Jorge Mario Bergoglio – recapitato all’agricoltore di Valli di Chioggia, più precisamente della località Piovini, a poche centinaia di metri dalla laguna (terreni bonificati durante il Ventennio), che può simpaticamente essere definito “artista papale”, anche se lui stesso si schernisce. Papa Francesco aveva ricevuto un crocifisso realizzato da Franco Gatto qualche giorno prima, dalle mani di padre Rafael Velasco, superiore provinciale di Argentina e Uruguay dei Gesuiti, amico del papa e buon conoscente di Cynthia Yanel Pini, argentina pure lei, che nel 2010 ha sposato Daniele Fincato, orticoltore di Conche di Codevigo. E padre Rafael, che il giorno dell’Epifania aveva celebrato messa a Conche, è stato accompagnato a casa di Gatto, che dopo avergli spiegato la sua passione, gli aveva fatto dono di un crocifisso per lui e un altro per papa Bergoglio, che deve davvero aver apprezzato l’omaggio. «Quando ho ricevuto il messaggio del papa mi sono messo a piangere, per me è stata davvero una grande emozione, non mi sarei mai aspettato che potesse dedicare del tempo al sottoscritto» racconta Franco Gatto, classe 1948, che si commuove nonostante siano passati diversi mesi. Franco ha svolto da sempre l’attività di agricoltore, orticoltore in particolare. «La mia famiglia è originaria di Arzergrande, ci siamo trasferiti a Valli nel 1949, quando io avevo un anno; una famiglia numerosissima, la nostra, che si è impegnata tanto su una terra di fatto strappata alle acque» spiega, rammentando in particolare Giuseppe Gatto, il capostipite, un uomo molto religioso e dedito al prossimo, che fu anche sindaco di Arzergrande; conosciuto anche come il “papà dei poveri” per la sua grande predilezione per gli ultimi. Da sempre Franco Gatto, uomo di barena, ama raccogliere rami e pezzi di legno che arrivano in laguna spinti dalle correnti e dalle maree, dopo aver vagato per mesi tra acqua e sabbia; oppure recupera il legno dalla potatura delle siepi di casa che la moglie Adriana, con la quale ha di recente festeggiato il mezzo secolo di vita coniugale, gli procura. «Cerco preferibilmente pezzi unici, che poi con l’aiuto di una tipica britola veneta, coltello da tasca con lama a roncola, lavoro per ricavarne dei crocifissi». La lavorazione del legno raccolto avviene nel tempo più favorevole, cioè con la luna calante per evitare che entrino in azione i tarli. Gatto di crocifissi ne ha realizzati oltre cinquecento. «Soprattutto nei primi mesi di quest’anno, dovendo stare a riposo a causa di un ginocchio che mi ha dato problemi, mi sono dedicato con particolare impegno a questa passione, nata in età giovanile, che poi ho coltivato relativamente perché eravamo una famiglia numerosa e il lavoro dei campi era manuale e molto faticoso» aggiunge Gatto, che nonostante gli anni aiuta, con la moglie Adriana, il figlio più giovane, Samuele, che continua l’attività di famiglia, mentre l’altro, Silvano, segue un’attività diversa. «Da giovane, volevo andare in Africa – come laico – a insegnare a coltivare la terra, ma il nostro parroco dell’epoca, don Giuseppe Salbego, mi invitò a fare del bene qua, nella mia comunità. Fu un bene perché in famiglia incontrammo diverse difficoltà nei primi anni Cinquanta, con la morte tragica di un fratello maggiore e mi trovai a prendere in carico la gestione dell’azienda agricola. Comunque, da allora e per tutti questi anni, tre sono le “cose” che mi hanno guidato nella vita: la tenacia, l’onestà e la fede». Franco, infatti fin da giovane ha sempre frequentato l’Azione cattolica: «Nei primi anni Sessanta si andava alle adunanze vicariali di Azione cattolica da Valli ad Arzergrande – ovviamente in bicicletta, sia in estate che in inverno – È una attività che mi è rimasta nel cuore».

La nipote Evelyn: «Mentre vardo me nono che el laora...»
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«Mentre vardo me nono che el laora, me acorzo che pian pianin, da un toco de legno un Gesù Cristo vien fora». Sono alcuni dei versi della giovane nipote Evelyn per descrivere le opere di Franco Gatto. La poesia conclude così: «Quando anca mi gavarò fameja, ghe contarò de Nonno Franco che de schei no ghe n’avea, ma col so soriso me gà insegnà che fare del ben te porta sempre in Paradiso».

Ispirato dal crocifisso di via Piovini
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In via Piovini, nel territorio della parrocchia di Conche, sorge un capitello al cui interno è conservato un crocifisso, da cui ha tratto la sua ispirazione Franco Gatto, che abita nelle vicinanze. «Per arrivare alla mia abitazione bisogna passare davanti alla cappellina e fin da giovane sostavo in preghiera, sentendomi quasi rapito spiritualmente alla vista di Gesù in croce» spiega Franco, che anche oggi ama fermarsi ed entrare nella piccola chiesetta. Qui, ogni anno, la parrocchia e soprattutto i residenti di Piovini organizzano una piccola sagra in occasione della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, che cade il 14 settembre. In principio si prendeva cura del capitello Fiorindo Tardivo, che abitava vicino, così come ora se ne occupa Giuseppe Dorigo. È un luogo caro a tutta la parrocchia, dato che negli anni anche il Gruppo culturale ricreativo di Conche ha sostenuto alcune spese per la sistemazione.

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