Quattro film in streaming: “Mank”, “Un luogo, una carezza”, “L’incredibile storia dell’isola delle Rose” e “Fata madrina cercasi”
Come gestire la nostalgia per la sala cinematografica sotto Natale? È vero, i cinema sono ormai chiusi da un più di un mese causa pandemia, come del resto i musei e i teatri, ma le piattaforme streaming permettono di continuare a fare esperienza di buon cinema, così come di ottime serie Tv. Ecco allora quattro proposte appena rilasciate: il sorprendente “Mank” (2020, su Netflix) di David Fincher, viaggio alle origini del capolavoro hollywoodiano “Quarto potere” (“Citizen Kane”, 1941); l’incontro tra arte e fede nel documentario “Un luogo, una carezza” (2020, su VatiVision) di Marco Marcassoli dedicato alla cappella dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo; “L’incredibile storia dell’isola delle Rose” (2020, su Netflix), una colorata e frizzante istantanea dell’Italia del 1968 firmata Sydney Sibilia; infine, atmosfere zuccherose ma con un twist di ironia in “Fata madrina cercasi” (“Godmothered”, 2020, su Disney+) diretto da Sharon Maguire. Il punto con la Commissione nazionale valutazione film (Cnvf) Cei e l’Agenzia Sir.
Come gestire la nostalgia per la sala cinematografica sotto Natale? È vero, i cinema sono ormai chiusi da un più di un mese causa pandemia, come del resto i musei e i teatri, ma
le piattaforme streaming permettono di continuare a fare esperienza di buon cinema, così come di ottime serie Tv.
Ecco allora quattro proposte appena rilasciate: il sorprendente “Mank” (2020, su Netflix) di David Fincher, viaggio alle origini del capolavoro hollywoodiano “Quarto potere” (“Citizen Kane”, 1941); l’incontro tra arte e fede nel documentario “Un luogo, una carezza” (2020, su VatiVision) di Marco Marcassoli dedicato alla cappella dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo; “L’incredibile storia dell’isola delle Rose” (2020, su Netflix), una colorata e frizzante istantanea dell’Italia del 1968 firmata Sydney Sibilia; infine, atmosfere zuccherose ma con un twist di ironia in “Fata madrina cercasi” (“Godmothered”, 2020, su Disney+) diretto da Sharon Maguire. Il punto con la Commissione nazionale valutazione film (Cnvf ) Cei e l’Agenzia Sir.“Mank” (Netflix)È uno dei film più attesi della stagione, e a ben vedere un’opera che conferma in pieno le aspettative. Parliamo di “Mank” diretto dal geniale David Fincher – tra i suoi successi “Seven” (1995), “Panic Room” (2002) e “The Social Network” (2010) –, che porta sullo schermo una sceneggiatura scritta dal padre Jack Fincher, il racconto della genesi di uno dei film più importanti di Hollywood, “Quarto potere” (“Citizen Kane”, 1941) di Orson Welles, opera nata dalla penna di Herman J. Mankiewicz.
Accostarsi al mito di “Quarto potere” non è di certo impresa facile, un’opera che costituisce di fatto un saggio sociologico sul rapporto uomo-potere, media-politica, ma anche un manuale di storia del linguaggio cinematografico.Sfogliando il testo “Manuale del film” di Rondolino-Tomasi, il film di Welles viene citato diffusamente, per spiegare ad esempio il rapporto ambiente-figura (il comizio elettorale di Kane) oppure il montaggio ellittico (il rapporto di Kane con la prima moglie).Fincher si getta dunque nell’operazione “ricordo” in maniera quasi “dissacrante”, ovvero ribaltando la prospettiva del racconto da Orson Welles a Herman Mankiewicz. “Mank” è infatti una ricostruzione, con uso suggestivo ed elegante del bianco e nero, di come è nato quel film, commissionato a uno degli sceneggiatori più richiesti e tra i più difficili del tempo, Herman Mankiewicz, detto appunto Mank. Un copione nato durante la convalescenza di Mank a seguito di un incidente, sotto le pressioni del giovane prodigio radiofonico Orson Welles desideroso di debuttare al cinema. A influenzare il genio creativo dello sceneggiatore, spesso sotto effetto di alcolici, è anche il mondo circostante di Hollywood, la lotta dentro e fuori gli Studios a cominciare dall’imponente Mgm, guidata dal temibile Louis B. Mayer; e ancora sempre sfondo, ma mai marginale, la controversa figura del magnate dell’editoria con velleità politiche William Randolph Hearst.Fincher racconta quindi in “Mank” la Hollywood di ieri, tra produzioni, eccessi e strascichi della Grande depressione, insieme alla conflittualità tra due Autori con la maiuscola, ossia Welles e Mankiewicz.Il film è intenso, serrato, dai dialoghi densi e raffinati – e non sempre facili da seguire nei vari giochi di rimandi e citazioni –, sostenuto da una regia assolutamente presente e vigorosa.A suggellare il tutto è la bravura recitativa di Gary Oldman (già Oscar nel 2018 per il ruolo di Winston Churchill in “Darkest Hour”), che domina la scena e fa scomparire tutti gli altri (ottimi) interpreti: Oldman sagoma il personaggio di Mankiewicz con una gestualità meticolosa e un trasporto sorprendente. Da applauso! Nell’insieme, dal punto di vista pastorale il film “Mank” è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti (per i minori la visione è consigliata insieme a un genitore o educatore).
“Fata madrina cercasi” (Disney+)
Se vi è piaciuto “Come d’incanto” (“Enchanted”, 2007) di Kevin Lima con Amy Adams e Patrick Dempsey, allora “Fata madrina cercasi” (“Godmothered”, 2020) di Sharon Maguire non deluderà. Una rilettura del mondo delle fiabe in chiave (quasi) realistica, zuccherosa ma anche simpaticamente irriverente, con un riuscito duetto comico tra le attrici Jillian Bell e Isla Fisher. Il film targato Disney racconta il bisogno di mantenere vivi i sogni di infanzia anche da adulti, non facendosi sopraffare da delusioni, dolori o smarrimenti.
Un film, forte del clima del Natale, che si traduce in un invito a custodire le relazioni familiari, a riempire quei silenzi generati dalla frenesia della quotidianità odierna.
Si tratta di un perfetto “feel-good movie” adatto a una visione in famiglia. Dal punto di vista pastorale “Fata madrina cercasi” è da valutare come consigliabile, semplice e adatto per dibattiti.