Giovani e l’appeal degli eroi giapponesi
Dove sono i giovani? Tanti di loro, la scorsa settimana, erano al BeComics di Padova. Un sabato e una domenica in fiera, con numeri da tutto esaurito, per immergersi in ettari di “paradiso nerd”.
Fumetti, videogiochi, manga, giochi da tavolo, oggetti da collezionismo e pure qualche idolo del web, come Cicciogamer89 e i suoi panini. Centrali poi le centinaia di visitatori in costume da cosplay per rappresentare con il proprio corpo i personaggi delle storie più amate. Un rito collettivo per celebrare, girando i banchetti e acquistando ogni genere di mercanzia, gli universi immaginifici in cui i giovani (e i meno giovani) si rispecchiano. Questo sconfinato amore verso l’animazione giapponese e i passatempi un tempo riservati solo ai “secchioni” – tanto da celebrarli in una “liturgia” così grande – è anche l’affermazione di quanto, nel mondo confuso e arido di oggi, ai giovani (e ai meno giovani) servano sempre di più storie con un senso, con dei valori, con dei buoni nei quali riconoscersi che alla fine vincono contro i cattivi. Sembrerà banale o riduzionista, ma tra la piega nichilista di una Hollywood depressa e il mondo – a volte un po’ ingenuo – dell’immaginario giapponese che ha ancora eroi e lieto fine, i giovani sembrano sposare il secondo. Certe storie potranno pure essere state inventate, ma non sono false se in esse leggiamo e impariamo a riconoscere i principi e gli atteggiamenti che ci guidano nella vita di tutti i giorni. Abbiamo incontrato la ragazza innamorata dei personaggi fiabeschi dello studio Ghibli (che realizza film d’animazione giapponese), la coppia vestita come i protagonisti di Sword Art Online (light novel) che nel pericolo mortale trovano amore e voglia di vivere, persino intere famiglie abbigliate cosplay.