10 gennaio 1915: lo scambio di prigionieri
Dopo che la sua proposta di una tregua nel giorno di Natale era stata respinta dagli stati in guerra, nel gennaio del 1915 una seconda iniziativa di papa Benedetto XV viene invece accolta: lo scambio dei prigionieri che le ferite e le mutilazioni avevano resi permanentemente invalidi alla guerra (e, purtroppo, non solo a quella). Acquista la prima pagina del 10 gennaio 1915 in formato digitale ad alta risoluzione nel nostro e-shop.
Nel numero del 10 gennaio anche la Difesa annuncia che lo scambio dei prigionieri è stato accettato dalle potenze belligeranti e si coglie l’occasione per dare qualche cifra: la cifra totale dei prigionieri internati in Germania è di 8.138 ufficiali e 578 mila soldati: 220 mila sono francesi (con sette generali) e 307 mila i russi.
I russi, scrive lo stesso articolo, vantano 135 mila prigionieri tedesci, ma probabilmente, suggerisce l’articolista, si contano anche i borghesi arrestati e internati dal principio della guerra.
Il 7 febbraio verrà annunciata una nuova iniziativa di Benedetto XV, «mentre attive si svolgono le trattative tra le segreterie di stato e le cancellerie europee per lo scambio dei prigionieri invalidi»: lo scambio dei prigionieri civili, limitato alle donne, ai fanciulli e agli uomini che abbiano superato i 55 anni. Inghilterra, Germania e Austria hanno aderito subito, mentre il governo francese “rispose” sequestrando tutti gli opuscoli e gli stampati contenenti la preghiera per la pace prescritta da papa perché intendeva autorizzarla solo quando fosse stato chiarito che la pace implorata dal papa doveva essere «salda e durevole» e quindi «opera di giustizia, che suppone il trionfo del diritto».
In pratica una pace che riconoscesse esplicitamente le ragioni della Francia, il che andava esattamente in senso opposto rispetto ai propositi espressi da Benedetto XV.
Acquista la prima pagina del 10 gennaio 1915 in formato digitale ad alta risoluzione e tutte quelle già pubblicate nel nostro e-shop.