Zanzare buongustaie. Nuovi esperimenti sui "gusti" delle zanzare

Le zanzare hanno mostrato una preferenza netta per le persone che producevano grandi quantità di acidi carbossilici, le secrezioni oleose che idratano e proteggono la pelle.

Zanzare buongustaie. Nuovi esperimenti sui "gusti" delle zanzare

La stagione calda è ormai alle porte e, come ogni anno, incombe l’incubo “zanzare”! Sempre più numerose, sempre più aggressive e “affamate”, quasi “sfrontate”. Magari ce ne potessimo liberare, sarebbe davvero un sogno. Già, un sogno che, purtroppo… con ogni probabilità…, presto finirebbe per essere infranto dal molesto ronzio di una delle tante zanzare tigre che attendono la notte per “dare il meglio di sé”.

Del resto, fastidi notturni (e diurni) a parte, non si deve dimenticare che le zanzare sono la specie animale più letale al mondo: le malattie portate dalle loro punture uccidono in tutto il mondo circa 700.000 persone l’anno. Dunque, riuscire a trovare soluzioni definitive contro le loro punture sarebbe un importante successo, che salverebbe un numero enorme di vite umane.

Nelle loro ricerche, gli studiosi hanno fin qui provato a comprendere quale siano i fattori per cui le zanzare pungono più di frequente alcune persone rispetto ad altre; ma, finora, tutti gli esperimenti condotti sono stati realizzati in ambienti di laboratorio, controllati e ristretti, offrendo quindi risultati in qualche modo condizionati dalle concrete modalità sperimentali.

Proprio per superare questo limite, un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimora (Maryland, USA), coordinati dal biologo molecolare Conor McMeniman, ha realizzato uno studio (pubblicato su “Current Biology”) davvero innovativo: il team ha costruito la più grande “arena per zanzare” del mondo, per rendere l’ambiente di studio più realistico e i risultati più affidabili. La struttura consiste in uno spazio chiuso – delle dimensioni di una pista da pattinaggio su ghiaccio-, nel quale sono state liberati 200 esemplari di zanzara, circondato all’esterno da otto tende, nelle quali hanno dormito i partecipanti umani all’esperimento. Da ciascuna tenda partiva poi una pompa, in grado di aspirare l’odore umano (aria densa di sostanze chimiche) concentratosi dopo alcune ore di permanenza all’interno, e di “spararlo” verso un determinato punto all’interno dell’arena, dove l’ambiente è stato riscaldato e mantenuto intorno ai 35 °C, ovvero una temperatura molto simile a quella media di un corpo umano. In questo modo, le zanzare libere di girare per l’arena potevano percepire distintamente, in otto punti differenti, gli odori di otto persone.

Gli scienziati hanno così potuto osservare le scelte compiute dalle zanzare, che hanno preferito posarsi su una piattaforma “profumata” piuttosto che su un’altra. A questo punto, a McMeniman e colleghi non è rimasto che analizzare la composizione chimica delle sostanze presenti sulla pelle degli otto partecipanti, ciascuno corrispondente a una piattaforma odorosa.

Quali i risultati? Come già verificato in precedenti studi di laboratorio, le zanzare hanno mostrato una preferenza netta per le persone che producevano grandi quantità di acidi carbossilici, le secrezioni oleose che idratano e proteggono la pelle. Non a caso, due di questi acidi si trovano anche nel Limburger, un formaggio tipico di Germania, Belgio e Olanda, che è anche da sempre una nota esca per zanzare.

Gli insetti hanno invece quasi sempre ignorato gli odori che contenevano eucaliptolo, la molecola presente tra gli altri nell’eucalipto (ovviamente) e nella salvia.

Un ulteriore passo avanti, dunque, nell’individuazione degli odori che attirano le zanzare e delle sostanze che le respingono, tappa fondamentale per creare repellenti sempre più efficaci.

Ora, McMeniman e colleghi hanno intenzione di proseguire le loro ricerche per compiere un passo ulteriore: aggiungere all’esperimento un altro elemento, l’umidità, per capire se abbia una qualche influenza sulle scelte predatorie delle zanzare.

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Fonte: Sir