Vino, mercato in crescita. Il vino italiano vince sempre, anzhe se concorrenza e bizze del clima sono da tenere d’occhio
Quelli italiani continuano ad essere tra i migliori e più ricercati vini al mondo, anche se concorrenti come la Francia continuano a darci del filo da torcere.
Il mercato del vino è nuovamente in crescita. Segnale importante per l’economia in generale, e per quella agroalimentare in particolare. Segnale che, tra l’altro, contiene al suo interno indicazioni di un cambio nella struttura del mercato enologico che dice molto sulla variazione delle abitudini d’acquisto (e quindi sulla necessità di adottare strategie commerciali nuove).
A fare il punto sulle vendite nel primo semestre 2021 è il Rapporto Nomisma Wine Monitor (realizzato in collaborazione con NielsenIQ), che punta subito il dito su un fatto: le vendite di vino sul web, sono cresciute in valore del 351% e del 310% in volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente che, va ricordato, comprendeva due mesi di lockdown totale (e quindi di crescite esponenziali negli acquisti di vino on-line da parte degli italiani). Certo, se si guarda al rapporto tra vendite totali e vendite on-line, la sproporzione è ancora evidente, ma il segnale del cambio di mercato c’è tutto. Così come è chiara la tendenza alla ripresa anche per gli altri canali commerciali. Sempre Nomisma spiega che le vendite di vino nella grande distribuzione sono cresciute così come quelle nei Cash&Carry (che indicano la progressiva riapertura di bar e ristoranti).
Insomma, qualcosa finalmente si muove anche per l’economia agroalimentare e per la vitivinicoltura in particolare. Oltre che, come si è detto, il cambio della struttura del mercato. “La continua crescita delle vendite on-line anche dopo i momenti più critici della pandemia confermano lo sviluppo strutturale di questo canale per il mercato del vino, una delle tante eredità che ci sta lasciando il Covid a livello mondiale”, dice a questo proposito Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma, che sottolinea anche il maggior valore del “carrello” della spesa vinicola su web rispetto a quella “sullo scaffale”. Si tratta anche per i produttori che dovranno sapersi adattare alle nuove esigenze.
Rimane, poi, tutta l’incognita della produzione. Anche se per ora i tecnici valutano positivamente la situazione. Anzi, dal punto di vista della situazione nelle vigne, Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv), in una nota hanno appena spiegato che la “situazione del vigneto al momento è buona” anche se “una fioritura iniziata in ritardo al Centro-Nord che determinerà una raccolta posticipata di circa una settimana; un danno determinato delle gelate pasquali, solo parzialmente rientrato, che influirà sulla raccolta pur con importanti differenze tra zone e vigneti”. Ma che vino arriverà quindi quest’anno? Dal punto di vista delle quantità è ancora presto per dire, tant’è che nessuno si sbilancia; sul piano qualitativo, valgono le impressioni degli esperti: buon vino, anche se in alcune aree piogge scarse o grandigene, oppure vecchie gelate, hanno fatto danni nelle regioni del Nord Italia, Toscana, Sardegna, Umbria e sul versante Adriatico fino al foggiano. Le prossime settimane stabiliranno il verdetto finale dal punto di vista produttivo. Per quanto riguarda quello commerciale, il mercato ha già ampiamente parlato: quelli italiani continuano ad essere tra i migliori e più ricercati vini al mondo, anche se concorrenti come la Francia (oppure altri grandi Paesi produttori anche non europei), continuano a darci del filo da torcere. Insomma, cambio nella struttura dei mercati, accesa concorrenza internazionale e incognite climatiche sono sempre lì a dar pensiero ai vitivinicoltori dello Stivale. Che hanno però tutte le carte per arrivare da vincitori al traguardo.